“Mala gestio”. Con queste due parole i Revisori dei Conti danno la loro definizione di “cattiva gestione” che avrebbero riscontrato all’interno del Comune di Belpasso (Catania). E con una lettera indirizzata al sindaco Carlo Caputo, al Segretario generale Marco Puglisi, al presidente del Consiglio comunale Andrea Magrì, al Consiglio comunale e al responsabile del II settore Bilancio, la presidente dell’Organo di controllo Anna Maria Grazia Marchese assieme ai componenti dello stesso Giuseppe Pennavaria e Angela Grasso, lamentano che i compensi loro spettanti non sono adeguati all’“estenuante lavoro causato da una vostra mala gestio”.
Ad essere citati nella missiva, il segretario generale Puglisi (al quale, secondo i Revisori, che citano la legge, “spetta il compito del corretto funzionamento dell’Ente”) e il primo cittadino belpassese Caputo, che avrebbe lasciato “basiti” gli stessi Revisori per i contenuti di una lettera inviata da quest’ultimo al responsabile del II Settore.
Compito dei Revisori dei Conti – come si ricorderà – è quello di “compiere tutte le verifiche relative alla gestione economica, patrimoniale e finanziaria di un ente, vigilando sull’osservanza della legge, dello Statuto e del regolamento”. In base all’espletamento di questi compiti, i componenti dell’Organo di controllo (dal 2022 al Comune di Belpasso, dove resteranno fino al corrente anno) chiedono da tempo un “equo compenso in funzione delle molteplici incombenze”, “su cui tanto il Viminale che la Corte dei Conti e la Regione Siciliana si sono espressi favorevolmente”.
In materia di equo compenso (Legge 49 del 2023), il Ministero dell’Interno è intervenuto qualche tempo fa per chiarire l’adeguamento per i Revisori dei Conti negli Enti locali. Secondo il Ministero, “l’eventuale rideterminazione del compenso da parte di un ente locale, nell’alveo della propria autonomia decisionale, potrebbe trovare fondamento solo se sono mancati i presupposti della formalizzazione ed accettazione dell’importo inserito poi nella delibera di nomina”.
Se da un lato il ministero dà autonomia all’Ente di rideterminare il compenso, dall’altro dice che esso può essere giustificato “solo” se al momento dell’accettazione “sono mancati i presupposti”.
È il caso del Comune di Belpasso? I Revisori, nella loro lettera dicono di sì, in quanto “molte delle molteplici incombenze non esistevano all’atto della nomina”, infatti citano lo stesso Ministero quando asserisce che i compensi non andrebbero aumentati “qualora non sia intervenuta una modifica normativa”.
“Orbene – spiegano i Revisori -, svariate sono le modifiche normative che sono intervenute dalla data dell’Organo di Controllo e che hanno ampiamente incrementato la mole di lavoro”. Quindi i membri del Collegio citano una deliberazione della Corte dei Conti che dice: “La misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione” e deve “essere congruamente determinata al fine di assicuurare l’effettività e l’indipendenza dell’attività di supervisione, di indirizzo e di verifica intestato ai revisori”.
A questo va aggiunto che la Corte dei Conti (delibera 88 del 2023) “ha sottoposto il vostro ente (il Comune di Belpasso, ndr.) ad un monitoraggio semestrale a carico del Collegio dei Revisori”. Un’altra stoccata all’Amministrazione comunale sulle questioni e i tempi che riguardano il bilancio?
Nella missiva non si va oltre, ma viene citato a titolo di esempio il fatto che, “malgrado le comunicazioni ed i solleciti effettuati al Segretario generale e al sindaco, l’ente ad oggi non si è adeguato alla norma sulla tempestività dei pagamenti delle fatture commerciali… nei trenta giorni previsti”.
Non solo. Quando la Corte dei Conti “chiedeva una serie di chiarimenti sull’attuazione del Piano nazionale di rinascita e resilienza (Pnrr)”, malgrado la “collaborazione” dell’Organo di Revisione Economico e Finanziario, “nell’esclusivo interesse dell’ente”, quest’ultimo “in maniera molto sbrigativa si era limitato a dare poche e non chiare risposte e solo a seguito delle verifiche puntuali e delle indicazioni impartite dagli scriventi è stata redatta una risposta completa”.
Queste le conclusioni della lettera: “Pare palese che il compenso deliberato all’atto della nomina, alla luce delle nuove normative e della mala gestio interna, viola l’equo compenso che determina l’effettiva indipendenza dell’attività di supervisione, di indirizzo e di verifica”.
Tuttavia – si legge ancora nella missiva – gli scriventi, essendo professionisti e non organi politici e non volendo essere oggetto di scherni politici, dichiarano di rinunciare all’adeguamento del compenso”.
E la stoccata finale: “Si coglie l’occasione per invitare gli organi politici a volersi preoccupare delle vere problematiche dell’Ente”.
Nella foto: il municipio di Belpasso (Catania)
Luciano Mirone
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