Chiede che sulla vicenda del cimitero si dica la verità, cosa che, secondo lui, non tutti hanno fatto, confondendo la testa di molta gente. Per questo il sindaco di Belpasso (Catania), Daniele Motta, è contrariato. Ma è deciso ad andare avanti: “Siamo in emergenza – dice – Un problema del genere si può risolvere solo attraverso una finanza di progetto (project financing)”.
Signor sindaco, la vicenda del cimitero va scissa in due parti: la prima riguarda una mega struttura per circa 6mila salme che un ente privato vorrebbe realizzare nei luoghi delle apparizioni della Madonna, a Nord della città; la seconda riguarda l’ampliamento del vecchio cimitero, prevista dall’Amministrazione comunale con una spesa di 5 milioni di Euro. Partiamo dalla prima.
“Bisogna fare chiarezza. In questi ultimi giorni qualcuno ha cercato di confondere le acque. Il cimitero privato che l’Opera diocesana assistenza (Oda) ha proposto nel 2016 doveva nascere su un proprio terreno adiacente alla zona delle apparizioni. In quel caso l’Ufficio tecnico, nella persona dell’ingegnere Leonardi, ha approntato un procedimento di diniego”.
Lei è d’accordo nel fare realizzare un altro cimitero privato proprio in quel luogo?
“Assolutamente contrario. Soprattutto nella territorio della Madonna della Roccia, dove si prevede una zona dedicata al culto, nella quale nascerà un Santuario”.
Dunque è stato approntato un procedimento di diniego?
“Sì. Parlando col rettore del Santuario della Roccia (padre Giuseppe Longo, ndr.), ho appreso che da allora non c’è stata alcuna richiesta da parte dell’Oda”.
L’Oda, proprietaria del terreno, come detto, nel 2016 aveva chiesto di costruire un nuovo cimitero da inserire nel Piano regolatore, da cinque anni a questa parte in fase di revisione. Nel Prg risalente al 1992 (e ancora vigente), quell’area viene definita F8 ed è destinata, si legge, a “centro per tossicodipendenti e handicappati”. In una superficie di circa 300mila metri quadrati, con una estensione in lunghezza di circa un chilometro, l’Oda voleva costruire una mega struttura di 150mila metri cubi di cemento con un’altezza massima di oltre 10 metri. L’opera non è mai partita. Al suo posto, adesso, su una porzione più piccola (oltre 50mila metri quadrati), l’ente ha chiesto di costruire un cimitero, giusto?
“Quella è una zona destinata al culto. Non si può negare che si tratta di un terreno molto esteso di proprietà dell’Oda, ricadente nella zona delle apparizioni della Madonna. L’ente legittimamente ha presentato un progetto, sul quale, ripeto, abbiamo opposto un diniego”.
Perché lei non è d’accordo per la realizzazione di un cimitero?
“Perché si tratta di un luogo mariano, che poco si concilia con la presenza di un cimitero”.
Passiamo al cimitero antico. Cosa bolle in pentola? C’è un progetto di finanza (project financing) che ammonta a circa 5 milioni di Euro, che dovrebbe essere realizzato dai privati, i quali dovrebbero gestirlo per 20 anni.
“Devo fare una premessa. Da quando sono stato assessore (2013) ad oggi, la situazione del cimitero è sempre stata in emergenza. Con la costruzione di nuovi loculi, abbiamo gestito numerose richieste. Facendo una stima, a Belpasso abbiamo circa 350 morti l’anno, di cui almeno 100 vanno nei loculi, dei quali c’è una atavica carenza che non riusciamo più a gestire. L’ultima ‘stecca’ in costruzione basterà per circa otto mesi. Dopodiché saremo di nuovo in emergenza. Il mio predecessore (Carlo Caputo, ndr.) è stato costretto a fare un’ordinanza per allocare le salme nelle confraternite private, quindi nei loculi già venduti ad altri”.
Nel programma elettorale, lei scrive: “Si dovrà sbloccare l’ampliamento della zona Est del cimitero comunale e la relativa urbanizzazione, valutando tra le soluzioni possibili l’intervento diretto del Comune o i progetti di finanza”. Adesso pare che stia scartando la prima opzione a favore della seconda.
“Non è una cosa contro la legge, né una furberia. Si tratta solamente di un progetto di finanza che ci darà la possibilità di realizzare una zona con circa mille loculi e una serie di tombe ipogee e di cappelle”.
Il tutto costruito e gestito dai privati.
“E’ un progetto che ha elaborato il nostro ufficio tecnico e che sarà mandato in gara, come qualsiasi altra opera pubblica. Tra l’altro le zone private, nel nostro cimitero, ci sono già e sono le confraternite, gestite autonomamente, quindi non capisco la polemica. Oggi gli enti non hanno la capacità economica di fare degli investimenti, a meno che non ricorrano a dei prestiti. Col progetto di finanza, dopo vent’anni, il cimitero tornerà ad essere del Comune. Su questo ci può essere della gente in disaccordo, ma bisogna dire la verità, cosa che qualcuno non sta facendo”.
In che senso?
“Qualcuno non può mischiare le carte, mettendo insieme la richiesta per costruire un nuovo cimitero nella zona della Madonna della Roccia con l’allargamento del cimitero antico. Sono due cose diverse. Ci sono persone che, pensando che si dovrà costruire un nuovo camposanto, vengono qui a chiedere posti di lavoro”.
Il Pd di Belpasso ha redatto un volantino duro contro l’Amministrazione comunale, di cui abbiamo dato conto nella seconda puntata di questa inchiesta. A questi attacchi cosa risponde?
“Che bisogna dire la verità. Se hanno un’idea migliore, che la propongano. Io sono disponibilissimo a tornare sui miei passi. Ma una cosa è certa: non possiamo continuare con questa emergenza”.
A cosa porta l’emergenza?
“Siamo arrivati al punto che da almeno cinque anni un marito e una moglie non possono acquistare i loculi vicini: non ne abbiamo. Il regolamento comunale non permette che una coppia di sposi possa stare vicina nella vita eterna. E allora voglio assolutamente risolvere il problema”.
Nei giorni scorsi abbiamo fatto un’intervista a un ex consigliere comunale di Montagnana, in provincia di Padova, il quale è stato alle prese con lo stesso problema. Lui dice che la filosofia del project financing confligge con la costruzione e la gestione di un cimitero. In questa filosofia, spiega, è contenuto un ‘rischio’ da parte dell’impresa aggiudicataria dell’appalto. Per il cimitero il rischio non c’è, perché si tratta di un impianto sempre in attivo.
“Nella finanza di progetto ci sono certamente esempi negativi , ma anche tanti esempi positivi. Ogni cosa va gestita nel modo giusto e, comunque, bisogna avere fortuna nella gara d’appalto”.
C’è un altro problema, quello etico, che, secondo gli oppositori, confligge con un business come quello dei cimiteri: in mezzo ci sono delle persone morte che meritano rispetto.
“Allora anche le confraternite, dato che sono private, hanno lo stesso problema”.
Nel comune di Montagnana, secondo la testimonianza dell’ex consigliere Uguccioni, i costi si sono triplicati a fronte di un servizio peggiorato. Esiste questo rischio?
“Lo abbiamo previsto. Il progetto è stato fatto dal nostro ufficio tecnico: manderemo in gara questo elaborato, senza farcene imporre altri. Le tariffe le deciderà il Comune, non ci sarà alcuna speculazione”.
E se per esempio, in questi vent’anni, dovesse succedere qualcosa che l’Amministrazione non ha previsto nella convenzione con la ditta? Se dovesse esserci un contenzioso fra l’impresa e il Comune, che succede?
“sarà previsto tutto nei minimi particolari”.
Non c’è la possibilità di accendere un mutuo?
“Credo di sì. A certi ex amministratori del Pd, che oggi contestano questa scelta, vorrei ricordare che quando hanno amministrato loro, le casse del Comune erano diverse rispetto ad oggi. Pensare di accendere un mutuo di 5 milioni di Euro, non mi fa stare sereno. Oggi un Comune non può gestire tutto: abbiamo poco personale e poche risorse”.
Non si possono attivare dei finanziamenti regionali, statali o europei?
“E’ un’idea, ma un mutuo no”.
Viene chiesta la convocazione di un Consiglio comunale aperto.
“Sono disponibile. La mia porta è sempre aperta. Però bisogna dire la verità”.
Luciano Mirone
3^ puntata. Continua
Una delle cose che non convince è che con la finanza di progetto applicata al Cimitero Comunale, oltre ai dubbi sul modello di gestione, si consente a ditta privata di ottenere lauti e certi guadagni con il minimo investimento. Minimo investimento che il Comune avrebbe già potuto, e potrebbe ancora, pianificare.
Forse qualcuno crede che con questo ingegnoso sistema ci sia un a ditta privata che PRIMA investe 5 milioni (cioè realizza 5 milioni di intervento) e DOPO comincia a incamerare i ricavi. Come dire: la ditta impiega, diciamo, 2 anni per realizzare tutte le opere per un valore di 5 milioni di euro e dal terzo anno comincia a vendere i loculi e le aree per le tombe e, quindi, a rientrare dall’investimento. Investimento da coprire e remunerare nei successivi 18.
NON è così che ragiona un’impresa.
Invece funziona così:
1) per far fronte alle richieste immediate, la ditta realizza la prima stecca di loculi e con il ricavato costruisce le altre. Tenete conto che poiché il prezzo di vendita è ben superiore al costo sostenuto, la ditta comincerà da subito a rientrare dell’investimento;
2) la ditta venderà immediatamente le aree per le tombe (o le tombe e le cappelle) “sulla carta”, così realizzerà le opere di urbanizzazione e cominciando immediatamente a rientrare dell’investimento e a realizzare i guadagni.
Per la ditta l’intervento è a costo minimo e a rischio zero.
Quindi non si comprende perché il Comune, con l’ausilio degli ottimi tecnici e personale amministrativo che ha a disposizione, non gestisca in proprio “l’affare”. a vantaggio dei belpassesi.
Infine una domanda: se la ditta (per qualsiasi imprevedibile motivo) non dovesse realizzare ricavi per 5 milioni, chi pagherebbe la differenza?
Per non entrare nelle altre problematiche.
Ringrazio il Direttore per l’ospitalità
A me questa mi sembra una cosa a dir poco assurda.
Quì non si sta capendo che si sta giocando con il pane delle persone, io ora vorrei fare una domanda ai signori amministratori, sindaco a capo: io sono uno degli imprenditori che tra il 2005 e il 2008 abbiamo costruito una parte del cimitero. Come noi circa altre 10 – 15 ditte hanno fatto lo stesso, a seguito di queste ditte di muratura c’ erano altre 3-4 ditte che si occupavano del movimento terra per scavare le tombe, 5 magazzini di materiale edile che fornivano i materiali di costruzione, 5-7 camionisti che portavano gli inerti per l’ impasto del cemento,15-20 progettisti che progettavano le opere da realizzare, ed infine se proprio glieli vogliamo aggiungere anche i marmisti per il completamento delle opere. Ora la mia domanda sorge spontanea: se circa 50 aziende che dal giorno in cui il comune affida la gara d’ appalto a questa azienda decidono di non pagare più le tasse comunali, il comune quanto perde? Voi ci state rendendo conto che state giocando con il pane delle persone?
L’ osservazione o l’ imposizione del PD è più che giusta perché sta facendo l’ interesse delle imprese e del paese di Belpasso perché i soldi e il lavoro devono rimanere a Belpasso.
Circa 8 mesi fa sono stati costruiti 72 nuovi loculi da destinare alla tumulazione dei defunti e nello stesso tempo per fronteggiare l emergenza creatasi l anno scorso per quanto riguarda i posti in prestito nelle confraternite private. Facendo un conteggio forfettario, e vendendo ogni loculo a 2000,00 euro,nelle casse comunali dovrebbero entrare 144.000,00 euro. A questo punto se noi togliamo 70.000,00 80.000,00 euro per la realizzazione dell opera rimangono in cassa circa 80.000,00 euro in contanti a disposizione per la realizzazione delle opere successive e così via.
Si devono costruire 1000 loculi ex novo a fronte dei 900 già esistenti questi loculi venduti a 2000 euro ciascuno sono 2.000.000 milioni di euro, togliendo circa 500.000 euro per la realizzazione al comune rimangono 1.500.000,000 tondi tondi. Io non capisco perché per forza si debba fare questo progetto quando con poco e a poco a poco si può fare tanto. I numeri parlano chiaro e la matematica non è un opinione.