Arrestato Carmelo Santapaola, attuale vice sindaco del Comune di Misterbianco, nonché cugino dei fratelli Placenti (noti boss mafiosi) al quale viene contestato il reato di intestazione fittizia di beni, in quanto titolare di fatto – unitamente agli stessi fratelli Placenti – dell’ “Orso Bianco Caffè”, attività ubicata in Monte Palma e già posta sotto sequestro lo scorso 14 novembre. Ma Santapaola (collocato agli arresti domiciliari) è soltanto la punta di un iceberg gigantesco caratterizzato dal rapporto fra la mafia catanese e il gioco online internazionale, finito ancora una volta sotto la lente di ingrandimento della magistratura del capoluogo etneo attraverso 21 arresti ed una serie ingente di sequestri preventivi finalizzati alla confisca.
Solo che i collegamenti stavolta sono eccellenti, se si pensa che, a parte l’uomo politico, di mezzo c’è il super boss latitante Matteo Messina Denaro, attraverso suo cugino Francesco Guttadauro, e la famiglia napoletana dei Nuvoletta.
Il patrimonio sequestrato ammonta a circa 70 milioni di euro localizzato sia in Italia che all’Estero, ed inoltre 207 rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nelle Isole di Man, in Austria, in Gran Bretagna e a Malta; 42 immobili; 36 attività imprenditoriali operanti non solo nel settore del gaming; 24 centri scommesse dislocati tra Messina, Catania e Siracusa; 9 automezzi, ed un arsenale formato da due revolver, una carabina, un fucile semiautomatico, un fucile a pompa, due moschetti, una baionetta e numerose munizioni di vario calibro.
I soggetti destinatari della misura degli arresti domiciliari (in quanto commerciali della rete “revolutionbet365”) sono: Francesco INSANGUINE (Catania, 10/8/1976); Massimiliano Giuseppe VINCIPROVA (Catania, 2/11/1978); Giuseppe COCIMANO (Catania, 22/6/1975); Massimo GIUFFRIDA (Catania, 28/4/1973); Luciano PACCIONE (Bronte CT, 13/12/1976); Leonardo Zappalà (Mascali CT, 28/3/1961); Fabio CALCAGNO (Barcellona P.G. – ME, 11/5/1983); Sebastiano CAMPISI (Siracusa, 15/1/1984); Sebastiano DE MATTEO (Barcellona P.G. – ME, 23/7/1976); Francesco GUERRERA (Messina, 6/7/1985); Ottavio IMBESI (Barcellona P.G. – ME, 2/6/1971); Orazio INTAGLIATA (Augusta SR, 10/4/1989); Alfredo VALENTI (Siracusa, 21/5/1987); Giovanni IANNI’ (Roma, 29/8/1987); Vincenzo MANGANO (Palermo, 8/7/1986); Marco DAIDONE (Messina, 5/9/1973),
I soggetti destinatari della misura della custodia in carcere in quanto appartenenti al “gruppo santapaoliano” di Lineri di Misterbianco: Bartolo AUGUSTA, di anni 44, domiciliato a Pedara; Giovanni DI STEFANO, di anni 34, domiciliato a Catania; Alfio SAITTA, di anni 35, residente in Lineri di Misterbianco, Emanuele TRIPPA, di anni 41, residente a Catania.
L’operazione è stata svolta dai militari della Giardia di Finanza, , supportata dallo Scico e dai carabinieri. L’accusa gli 21 arrestati è associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati inerenti l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse e intestazione fittizia di beni, connessi alla gestione illecita d’imprese – in parte attive in Italia, in parte stanziate all’estero – dedite all’acquisizione di licenze e concessioni governative utilizzate per le attività di giochi e scommesse a distanza, effettuate aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella anti-riciclaggio, nonché quella sulle misure di prevenzione patrimoniali, anche attraverso l’intestazione fittizia di beni e società, di delitti contro il patrimonio e per acquisire la gestione o comunque il controllo diretto ed indiretto delle attività imprenditoriali attive nel settore dei giochi e scommesse a distanza in Sicilia.
L’attività investigativa ha fatto luce sul gruppo mafioso, capeggiato dai fratelli Placenti, abituato ad operare “sotto traccia”, ovvero a delinquere in modo da eludere eventuali investigazioni da parte degli organi inquirenti.
Le indagini hanno, poi, ricevuto una lettura unitaria grazie all’intervenuta collaborazione di Fabio LANZAFAME – attivo come imprenditore del gaming on line – che ha contribuito a disvelare l’infiltrazione mafiosa nel settore e la cui collaborazione è stata curata dal Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri che ha condotto – con tempistiche serrate – i necessari riscontri di attendibilità.
Luciano Mirone
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