Secondo l’ingegnere Biagio Bisignani, attuale Esperto del sindaco di Belpasso sui problemi urbanistici, l’ex commissario straordinario Angelo Sajeva “poteva non conoscere la legge” 15 del ’91, che stabilisce a chi affidare l’incarico per la revisione del Piano regolatore. E così – in base ad una presunta “non conoscenza” – invece di conferire il compito all’Ufficio tecnico comunale, Sajeva avrebbe deciso di istituire un bando pubblico che si è aggiudicato un urbanista insigne come il prof. Leonardo Urbani. Il quale è stato destituito dal primo cittadino Carlo Caputo dopo le elezioni attraverso l’annullamento della gara. Da quel momento palla al centro e nuova partita: incarico all’ingegnere Sebastiano Leonardi dell’Ufficio tecnico comunale, più sei geometri dello stesso ufficio, con la consulenza “amministrativa” dello stesso Bisignani. Del resto, “è la legge ad imporre ai sindaci di dare l’incarico per i Prg all’Ufficio tecnico”. A condizione (prosegue la legge), che questi abbiano personale e strumenti “adeguati” per redigere un Piano. A Belpasso ci sono?
Prima di addentrarci nei meandri complicati del Prg è doverosa una premessa. Chi scrive conosce l’ing. Biagio Bisignani da oltre vent’anni e ricorda, tra l’altro, una bella intervista che gli fece dopo l’approvazione (1993) del chiacchierato Prg dell’arch. Francesco Lima.
Biagio allora, neo laureato in ingegneria, era collaboratore del prof. Giuseppe Dato di Catania (illustre docente di quell’Ateneo) e muoveva i primi passi in un settore delicato come questo. In quella chiacchierata spiegò con competenza e serietà molti passaggi dello strumento urbanistico targato Lima. Da allora quel ragazzo – per parafrasare Celentano – ne ha fatta di strada, redigendo i Prg di diversi comuni siciliani – fra cui Agrigento, Sciacca e Piazza Armerina, con urbanisti del calibro di Bruno Gabrielli e di Nicola Giuliano Leone, e più recentemente di Leonforte, di Torrenova e di San Gregorio, dove evidentemente la legge che “impone” la stesura dei Prg agli Uffici tecnici è cosa astratta – nonché i Piani di recupero di alcune frazioni abusive di Belpasso (nel periodo della Giunta Spina). Insomma, un professionista preparato e un amico simpatico e disponibile al quale, come è stato fatto con gli altri ospiti di questa inchiesta, nell’intervista che leggete – durata tre ore e divisa in due parti che per motivi di spazio pubblichiamo in giorni diversi – diamo cordialmente del “lei”.
Ma l’affetto – lui lo sa – non può impedire a un giornalista di scegliere la “strada maestra” fra l’Amicizia e la Verità, e di porre dunque delle domande libere e dei dubbi legittimi. Non foss’altro per il fatto che – sul Prg di Belpasso – la stessa figura di Bisignani, onestamente, qualche interrogativo lo pone, in quanto egli è contemporaneamente: 1) partecipante al bando istituito da Sajeva, che non lo ha visto vincitore; 2) Esperto di urbanistica del sindaco sullo stesso oggetto indicato dal bando; 3) residente a Belpasso; 4) ex direttore dei lavori per conto dei grossi gruppi imprenditoriali che hanno legittimamente edificato su un territorio incontaminato, ma definito “commerciale” dal vecchio Prg; 5) componente del Cru, il Consiglio regionale dell’urbanistica, che ha il compito di esaminare, di bocciare o di promuovere i Piani regolatori della Sicilia. Cinque ruoli che, se dal punto di vista giuridico appaiono “compatibili” (come dice lui stesso), dal punto di vista etico dovrebbero portare a riflettere.
Ing. Bisignani, qual è il compito di Esperto del sindaco?
“Non ho il compito di redigere il Piano, sia ufficialmente che ufficiosamente. La deontologia professionale non può essere tradita: se sei Esperto di urbanistica devi limitarti a guidare le operazioni amministrative. Altra cosa è fare il Consulente che deve disegnare il Piano. Sono due mansioni diverse. Una cosa è guidare amministrativamente il Piano, un’altra definirlo lotto per lotto, strada per strada, area per area”.
Perché si è seguita questa procedura?
“Sì è seguita una procedura corretta, in maniera tale che il Consiglio comunale, il sindaco, gli assessori, la commissione urbanistica, la popolazione non incorressero nell’errore di ritrovarsi un commissario o un’indagine di un certo tipo. Quindi il mio compito è quello di fare l’Esperto per il sindaco, il quale ha bisogno di continue notizie su una materia complessa come questa”.
C’è interlocuzione fra l’Esperto del sindaco e l’Ufficio di Piano?
“Certamente. In questa fase di elaborazione delle Direttive generali l’interlocuzione è stata stretta”.
Possiamo spiegare cosa sono le Direttive generali del Prg?
“Le Direttive devono dare gli orientamenti del Piano. Tant’è che gli studi sulla demografia, sulla cubatura, sulla densità non bisogna farli adesso, sennò si limita il sogno. Le Direttive, in breve, riguardano la filosofia del Piano”.
Il Movimento “La Direzione giusta”, qualche mese fa, ha stilato un documento in cui ha dichiarato una sua presunta incompatibilità tra Esperto di Urbanistica da un lato, e di componente di un organo delicato come il Consiglio regionale urbanistica (Cru) dall’altro.
“Non c’è alcuna incompatibilità fra i due ruoli. Non ci sarebbe stata neanche se fossi stato il disegnatore del Piano. Il Cru è composto da circa 25 elementi, i cosiddetti ‘portatori sani’ dell’Urbanistica regionale, gente aggiornatissima su qualsiasi cosa. Si tratta di persone a disposizione dei sindaci che hanno l’esigenza di ottenere notizie aggiornate sugli strumenti urbanistici. A maggior ragione uno come me, che è stato nominato al Cru dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci)”.
Perché non ci sarebbero incompatibilità?
“Perché se, per esempio, il sottoscritto dovesse essere il progettista del Piano regolatore o un portatore di interessi legati al Piano (magari perché risiede nello stesso comune), non può partecipare al voto del Cru quando si deve decidere di bocciare o di promuovere quel Prg. Quindi, dato che risiedo a Belpasso, se il Piano regolatore di Belpasso arriva in Consiglio regionale urbanistica, devo astenermi dal compito di fare il relatore della materia discussa in Commissione”.
I componenti del Cru non potrebbero sentirsi condizionati nel valutare un Prg su cui il collega della “sedia accanto” è coinvolto come Esperto del Comune dove risiede? L’incompatibilità non è quantomeno morale?
“Vent’anni fa sì, oggi non più. Basta assistere a una seduta del Cru. Oggi la gente non ha più interesse a trovarsi dietro la Guardia di finanza, i Carabinieri o la Corte dei conti. Non sono più gli incarichi di una volta, dove c’erano parcelle infinite. Il Consiglio regionale dell’urbanistica costa alla Regione siciliana 10mila Euro l’anno, davvero poco. La nostra indennità è meno di 20 Euro a seduta”.
E allora perché lo fate?
“Primo: per l’importanza dell’istituzione. Secondo: per l’innegabile esperienza che si matura all’interno del sistema, cosa che ti permette di ottenere un aggiornamento straordinario e di consigliare l’assessore regionale su certe decisioni importanti. Noi del Cru, che siamo molto amici, facciamo il nostro dovere. Abbiamo bocciato porti turistici dove c’erano interessi enormi, siamo stati minacciati. Difficile che un consigliere regionale dell’Urbanistica si metta a fare giochetti. Nel 2015 certe cose non funzionano più”.
Torniamo a Belpasso. Cosa pensa del fatto che il sindaco abbia annullato la gara per la revisione del Prg indetta dall’ex commissario regionale?
“Premetto che Urbani è uno dei pianificatori più importanti d’Italia. Ci sono due motivi che hanno costretto il sindaco ad annullare la gara. Il primo riguarda la legge 15 del ’91, cioè l’obbligo dei Comuni di redigere il Prg con l’ufficio di Piano composto dall’Ufficio tecnico (chiamando un Esperto) per evitare grossi esborsi economici”.
Prima di spiegare qual è il secondo motivo, mi consenta di interromperla. Angelo Sajeva, in quanto commissario regionale, quando nel 2012 ha istituito il bando, doveva per forza conoscere la legge alla quale fa riferimento. La norma prevede sì la redazione del Prg a cura dell’Ufficio tecnico comunale, ma a condizione che l’Ufficio tecnico sia adeguato all’incarico.
“Non è detto che Sajeva avesse una percezione precisa della legge”.
Un Commissario regionale si presuppone che debba conoscerla.
“Poteva anche non conoscerla”.
Ipotizziamo che la conoscesse e che – magari dopo una consultazione con i funzionari – avesse ritenuto non adeguato l’Ufficio tecnico di Belpasso in quanto mancante di urbanisti e di strumenti adatti alla redazione di un Piano regolatore.
“Oppure non si fidava”.
Tutto è possibile, ma non si può fare il processo alle intenzioni (almeno in questa sede). Bisogna partire dal presupposto che un Commissario regionale conosca la legge, la interpreti, la applichi, e decida di assumersi le sue responsabilità istituendo un bando che regolamenti la materia in modo oggettivo. Dopodiché arriva Caputo, sindaco di fresca elezione, sconfessa il Commissario ed introduce un metodo discrezionale.
“Non mi pare che sia andata così”.
Come è andata?
“Prima di dare un incarico all’esterno, la legge impone che il sindaco debba chiedere la disponibilità ai singoli architetti e ingegneri dell’Ufficio tecnico. La procedura che ha portato avanti Sajeva non è stata questa. Lui ha indetto direttamente il bando”.
Non è un controsenso fare revisionare un Prg – con tutto il rispetto per la professionalità e l’onestà dei dipendenti dell’Ufficio tecnico – a dei professionisti che non hanno mai redatto un Prg?
“Oggi tutti i Piani regolatori che arrivano alla Regione sono disegnati da un Ufficio di Piano interno”.
È positivo?
“Secondo me è un Prg più controllabile da parte delle istituzioni”.
Controllabile?
“Sì. Per istituzioni non intendo solo Giunta e Consiglio comunale, ma anche Procura della Repubblica”.
Ma il controllo della Procura della Repubblica c’è sempre stato.
“In questo caso il magistrato avrebbe gioco facile a controllare i computer degli uffici comunali. Più difficile sarebbe il compito se dovesse intervenire presso lo studio di un progettista privato”.
Passiamo al secondo motivo per il quale, secondo lei, il sindaco ha annullato la gara.
“La stessa legge prevede che il Consiglio comunale (organo sovrano) debba approvare le Direttive generali prima di conferire qualsiasi incarico di Prg. Tant’è che il Tar Palermo ha annullato il Piano regolatore di Bagheria redatto dall’Università del capoluogo siciliano. In quel caso, le Direttive generali erano state approvate successivamente. Il sindaco di Belpasso avrebbe potuto continuare l’iter del Commissario, ma si sarebbe preso le sue responsabilità perché, a mio avviso, l’assessorato regionale Territorio e Ambiente avrebbe annullato la delibera di assegnazione della gara, oppure avrebbe potuto seguire la strada che ha fatto, che ha garantito un beneficio alla collettività”.
Le Direttive, però, devono essere approvate dal Consiglio comunale, mentre la stesura del Prg è già stata conferita.
“Ma il sindaco non ha dato alcun incarico esterno”.
L’ha dato all’Ufficio tecnico.
“E’ legittimo. L’Ufficio tecnico è un organo interno”.
Dunque ci faccia capire: se un Piano si assegna all’Ufficio tecnico, le Direttive si possono approvare anche dopo il conferimento dell’incarico. Se invece lo stesso Piano si attribuisce a un progettista esterno la legge impone di votare le Direttive precedentemente. Giusto?
“L’organo interno è istituzionale. Il tecnico esterno può essere ‘pericoloso’ in quanto non direttamente controllabile dal Comune”.
13^ Puntata. Continua.
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