“La Procura della Repubblica di Roma, ancora una volta, chiede l’archiviazione dell’inchiesta sull’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin avvenuto il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Alla vigilia del venticinquesimo anniversario del duplice omicidio è un insulto alla giustizia, alla verità, alla dignità delle istituzioni preposte e a tutti noi cittadini”.
È quanto denuncia Mariangela Gritta Grainer, che da anni si batte affinché venga ristabilita la verità sull’omicidio della giornalista e dell’operatore. Con una petizione su Change.org indirizzata alla Procura della Repubblica di Roma, Gritta Grainer mobilita i cittadini per evitare un provvedimento che metterebbe la parola fine su un caso clamoroso a causa delle compromissioni in cui sono coinvolte alcune parti deviate dello Stato.
Ecco cosa si legge, fra l’altro, nella sentenza di condanna di Hashi Omar Assan della Procura di Roma del 24 novembre 2000: “… si è trattato di un duplice omicidio volontario premeditato, accuratamente organizzato con largo impiego di uomini ed eseguito con freddezza, ferocia e professionalità omicida; i motivi a delinquere dei mandanti ed esecutori, sono stati come dimostrato di natura ignobile e criminale, essendo stato il duplice omicidio perpetrato al fine di occultare attività illecite …”..
“C’è stato depistaggio”, è scritto nella missiva allegata alla raccolta di firme: è quanto appurato dalla sentenza di Perugia che ha disposto la scarcerazione di Hashi Omar Assan. “Il depistaggio – si legge ancora – potrebbe aver accompagnato l’inchiesta fin dall’inizio e forse essere ancora in atto. Mandanti ed esecutori sono impuniti. Un innocente è stato in carcere per 17 anni; Luciana e Giorgio Alpi sono morti senza avere verità”.
“Non abbiamo nessuna intenzione di archiviare alcunché – seguita la richiesta – e chiediamo a tutti i media di tornare a illuminare a giorno questa buia pagina della nostra storia”.
Luciano Mirone
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