Centinaia di persone. Per chiedere che una riserva naturale venga riaperta al pubblico dopo essere stata transennata due anni fa per una caduta massi. Centinaia di persone accorse da tutto l’agro ericino per chiedere che Monte Cofano sia ridestinata alla fruizione del pubblico, come è successo dal 2016, anno della sua inaugurazione, con la presenza di 13mila visitatori, e di 10mila nei primi sei mesi del 2017, prima della chiusura.
Centinaia di persone festanti che hanno passeggiato e manifestato lungo il percorso-natura situato fra la montagna e il mare, mobilitate grazie ad una petizione indetta un mese e mezzo fa dal responsabile di Legambiente di San Vito lo Capo, Diego Ruggirello, il quale – con un’intervista rilasciata a questo giornale lo scorso 24 febbraio – ha posto il caso.
Quindi diciamo che per noi de L’Informazione, la marcia di ieri, è motivo di orgoglio sia per il piccolo contributo dato alla causa quando ancora si parlava poco o per niente di Monte Cofano, sia perché la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente e delle bellezze naturali è uno dei cavalli di battaglia che questo giornale cerca di portare avanti dal momento della sua nascita.
Vedere tutte quelle persone – bambini, mamme, papà, ragazzi, e persino i sindaci del territorio – è stato motivo di gioia da parte nostra. Vuol dire che possiamo ancora sperare nella salvezza di un mondo che rischia di sbriciolarsi, di bruciarsi, di allagarsi, in poche parole di distruggersi a causa del surriscaldamento climatico. Di sbriciolarsi per le frane, di bruciarsi per gli incendi e per le altissime temperature che registriamo anche a dicembre; di allagarsi per lo scioglimento dei ghiacciai ed il conseguente innalzamento del livello del mare.
Cosa c’entra la marcia di queste centinaia di persone che chiedono la riapertura della riserva naturale di Monte Cofano con i problemi del pianeta? C’entra. Per la semplice ragione che l’esigenza di stare a contatto con la natura incontaminata, manifestata da queste persone, si collega alla stessa esigenza espressa dal movimento di Greta, questa ragazzina svedese di sedici anni, che sta contaminando la Società civile europea e mondiale.
La bellissima passeggiata colorata di Monte Cofano – cui hanno partecipato gli abitanti di Custonaci, di San Vito lo Capo, di Erice, di Valderice, di Trapani, ma anche di Palermo e di un sacco di altri comuni – non è altro che la punta dell’iceberg di un movimento planetario che chiede di vivere in un mondo che non può permettersi di disintegrarsi. Non può! È lo stesso movimento di quello costruito dalle mamme di Niscemi contro le radiazioni del Muos, dalle migliaia di persone contrarie alla Tav, alla Tap, all’Ilva di Taranto, dagli stessi abitanti di San Vito lo Capo che pochi mesi fa hanno raccolto migliaia di firme contro il progetto faraonico di cementificare il porto e di distruggere un’economia basata sullo sviluppo sostenibile, da molta gente comune contraria all’uso dei diserbanti e dei pesticidi in agricoltura, all’uso della plastica, e tanto altro.
Si sta verificando una cosa meravigliosa e inaspettata: il movimento ambientalista, che fino ad alcuni anni fa agiva in modo isolato, sta diventando un fenomeno di massa e sta contagiando tutti. Siamo ancora all’inizio. È necessaria una mobilitazione più forte per far comprendere alla politica – che si muove con ritardi gravissimi, quando si muove – che non c’è più tempo.
Per questo osserviamo con la felicità nel cuore quello che è successo sabato scorso a Monte Cofano, ringraziando da lontano tutta quella gente che ha partecipato. La vostra battaglia è anche la nostra.
Luciano Mirone
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