In merito alla denuncia fatta da questo giornale sulla pesante cementificazione che si sta perpetrando alle pendici dei Monti Rossi di Nicolosi (Ct), un utente di facebook, Scelte civili, attacca l’ultimo articolo nel quale abbiamo posto – agli amministratori del Comune etneo, alla Regione siciliana, al Genio civile e alla Sovrintendenza ai Beni culturali – tredici domande su cui il lettore potrà farsi un’idea attraverso la lettura del pezzo. L’intervento di Scelte civili – che pubblichiamo – ci dà comunque lo spunto per spiegare le nostre posizioni in merito a questo argomento.
“Le 13 domande – scrive Scelte civili – trovano risposta negli elaborati di PRG di recente adozione, completo di tutti i visti di legge. Si tratta sicuramente di un Piano ben elaborato e confrontato con i cittadini. Ampie e chiare le motivazioni delle scelte. Per comprenderlo non sono necessarie consulenze di geologi o vulcanologi (di chiara fama) per apprezzarne ogni aspetto tecnico, sismico, naturalistico o politico, anche se in Urbanistica possono aversi facilmente opinioni diverse sulle scelte operate per interessi personali, come per tutti gli strumenti di pianificazione…! Quando le leggi in materia di pianificazione saranno ‘abrogate’ (e potrà suggerirle il dottor Mirone) vuol dire che daremo ‘il ben servito’ alle regole vigenti, seppur a volte controverse”.
Egregio Scelte Civili, non mettiamo in dubbio che il Piano regolatore generale (Prg) di Nicolosi sia “completo di tutti i visti di legge”. Nutriamo delle perplessità in merito alle scelte riguardanti la zona commerciale: tre mega capannoni in cemento armato – uno in fase di costruzione, gli altri due ancora solo sulla carta – che certamente saranno un pugno in un occhio in un contesto meraviglioso nel quale è immersa la strada panoramica Belpasso-Nicolosi, rimasta finora “quasi” incontaminata dal cemento. Quel tratto dovrebbe rappresentare un biglietto da visita per i turisti che amano l’Etna e il suo paesaggio, l’Etna e la sua flora, l’Etna e le sue lave antiche e recenti, un unicum che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Al contrario, per esempio, della strada Belpasso-Piano Tavola (anch’essa bellissima) scempiata a causa delle scelte scellerate di certa politica locale.
Vede, Egregio Scelte Civili, un luogo di siffatta bellezza – a maggior ragione se è sito Unesco – va tutelato con tutto l’amore possibile: se viene imbruttito nessuno ce lo restituirà come il Padre Eterno lo ha creato. Le nuove generazioni non potranno mai apprezzare le bellezze che hanno visto i nostri Padri, che parlano di storia, di memoria, di identità, di anima. Forse non siamo bravi a spiegare, ma come fai a descrivere l’armonia fra una casa antica costruita con la pietra lavica (‘a istenna, ‘u putticatu, ‘a stratella) o di un altarino, di una chiesa con la natura circostante? Non si può. O si ha la sensibilità per comprendere o è meglio parlar d’altro. I turisti che vengono da tutte le parti del mondo comprendono. Noi, temiamo di no. O forse non tutti.
A Belpasso, in un luogo di straordinaria bellezza, che dalla zona appena descritta dista un paio di chilometri, venti associazioni si stanno battendo per creare un parco. In un paese dove sono stati fatti danni incalcolabili dal punto di vista ambientale è una rivoluzione. Una vera rivoluzione alla quale, Egregio Scelte Civili, la invitiamo a partecipare – con le sue idee, con la sua competenza, con la sua preparazione – in modo che anche Lei possa dare un contributo alla crescita civile di una comunità alla quale la politica ha inculcato il teorema cemento uguale ricchezza, natura uguale povertà. La invitiamo in quella contrada, dove al posto delle torrette, dei terrazzamenti, delle lave antiche e dei vigneti hanno deciso di realizzare – ahinoi – delle palazzine con attigua struttura commerciale.
Questo se consideriamo solo il tema della bellezza. Se aggiungiamo il punto di vista geologico e geomorfologico – come è stato fatto attraverso le 13 domande di cui sopra, scaturite dallo studio di libri e della carta geologica dell’Etna, nonché dalla consultazione di esperti in materia – comprenderemo che certe decisioni appaiono quantomeno discutibili, anche se hanno ottenuto “i visti di legge”, come è successo in tutta Italia con i disastri che sappiamo.
Un esempio? Il Vajont (quasi 2mila morti per una diga costruita sotto il monte Toc, che dal punto di vista idrogeologico presentava tali e tante criticità da impedire le autorizzazioni concesse), oppure, se non vogliamo parlare di morti, andiamo a Letojanni, in provincia di Messina, dove sulla montagna che domina il paese hanno costruito decine di condomini a quattro o cinque piani, un mega albergo e delle strade con pendenze pazzesche. Tutto abusivo? Macché! Tutto legalizzato attraverso il Prg. Non sappiamo se c’è un nesso fra questo e il fatto che basta poca pioggia per fare scivolare a valle – cioè in paese e sull’autostrada Catania-Messina, da qualche anno a una corsia proprio su quel tratto a causa di una frana – fango, detriti, pietre e materiale vario. Chi dice che se un’opera riceve tutti i visti vada bene? Non è un fatto automatico, soprattutto in presenza di vincoli, di rischi e di paesaggi mozzafiato.
in Italia, spesso, Egregio Scelte Civili, le leggi non si applicano, ma si interpretano. Lo si può fare in modo rigoroso oppure in modo allegro. Secondo noi a Nicolosi – dopo decenni di buone applicazioni – si sono dati alla pazza gioia. Almeno per quanto riguarda la zona commerciale e a prescindere dalle “carte a posto”. Cordiali saluti
Luciano Mirone
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