C’è anche il coinvolgimento della politica – e non solo dell’Ateneo – in questa vicenda relativa ai presunti concorsi truccati all’interno dell’Università di Catania. Ai 66 indagati con l’accusa di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta– fra cui il Rettore – si aggiungono, secondo quanto apprendiamo dal quotidiano La Sicilia, l’ex sindaco Enzo Bianco e l’ex assessore alla Cultura Orazio Licandro, ordinario del Dipartimento di Scienze umanistiche. “A finire nel mirino degli inquirenti – aggiunge Catania today – sarebbe la procedura concorsuale bandita dall’ateneo catanese e vinta dall’unico candidato”, Licandro appunto, grazie alle “interferenze della politica, e in particolare dell’ex primo cittadino”.
Aspettiamo ovviamente che l’inchiesta faccia il suo corso e quindi non ci permettiamo di trinciare giudizi a casaccio prima del verdetto dei magistrati. Però qualche considerazione politica consentiteci di farla. Quanto bisognerà aspettare affinché il nuovo segretario del Pd Zingaretti ponga il “caso Catania” come priorità nella sua agenda? Anche se su Enzo Bianco non ci sono giudizi definitivi da parte della magistratura, ci chiediamo se non esistano elementi “politici” da indurre il suo partito ad aprire un serio dibattito sul rinnovamento della sinistra a Catania, ed eventualmente a prendere i provvedimenti dovuti.
Crediamo che il tempo di Bianco – e della sua squadra – ai vertici della sinistra catanese sia finito da un pezzo. Non sono le chiacchiere da bar a farcelo pensare, ma le alleanze in Consiglio comunale con il peggiore centrodestra, l’amicizia stretta con un editore coinvolto in vicende di mafia come Mario Ciancio, le discutibili scelte che riguardano i vari settori dell’amministrazione pubblica.
Soltanto i vertici del Pd non si sono accorti di nulla, a cominciare dall’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, che quando scendono a Catania a presentare i loro libri non possono fare a meno di Bianco come “presentatore” d’eccezione? In città non esistono altre figure – un maestro elementare, un docente universitario, un prete, un ambientalista, un giornalista, un giovane – per presentare un libro e per lanciare nuovi messaggi al popolo di sinistra?
E Zingaretti? A Catania ancora non si è visto. Di lavoro per rinnovare il suo partito a livello nazionale ne ha tanto, a cominciare dalle ingerenze di certi esponenti del Pd nei confronti di taluni magistrati che hanno causato un terremoto al Csm, ma riteniamo che il capo di una formazione politica “alternativa alla destra” debba andare in provincia per cercare di capire fino a che punto la malattia è grave, e quali rimedi eventualmente deve apportare.
Lo abbiamo detto subito dopo l’insediamento di Zingaretti e lo ripetiamo oggi. Il banco di prova è la provincia. Catania sì, ma anche certi comuni, dove il Pd – essendosi ridotto a non potere neanche fare una lista – alle elezioni comunali sguinzaglia i propri esponenti nelle liste del centrodestra con la speranza di ottenere uno strapuntino in giunta. Il tutto con l’acquiescenza della federazione provinciale.
Citiamo questi esempi per dire che la crisi della sinistra catanese non va addebitata solo a Bianco. C’è un retroterra su cui il neo segretario del Pd deve concentrare la sua attenzione. Come? Cominciando a verificare se le parole del leader dell’altra sinistra catanese, Matteo Iannitti, giovane riferimento del movimento Catania Bene Comune, siano vere o no: “Noi crediamo – dichiara Iannitti a questo giornale il 16 febbraio 2017 – che questo pezzo di sinistra (il Pd, ndr) abbia abdicato al proprio ruolo, facendo passare il messaggio che Bianco è comunque il meno peggio. Questa sinistra è assolutamente convinta che, nonostante le infiltrazioni mafiose, i consiglieri chiacchierati, gli assessori inquisiti, debba tenersi Bianco. È una posizione che non condividiamo, ma legittima. Quello che non si può accettare è che questi soggetti che stanno in giunta, anziché pungolare l’Amministrazione su alcuni temi, sono i più tenaci alfieri di Bianco. Orazio Licandro (ex deputato dei Comunisti italiani, ndr) non è l’esponente della sinistra all’interno della giunta, è lo strenuo difensore di Bianco in qualunque occasione”. Da Catania è tutto.
Luciano Mirone
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