‘Mazzette’ sugli appalti per la manutenzione stradale per decine di migliaia di euro. Per questo tre dipendenti dell’Anas di Catania sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza. Si tratta di due capi manutenzione, finiti in carcere, e un ingegnere, ora ai domiciliari.
Dalle indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania (Gruppo Tutela Finanza Pubblica) e coordinate dalla Procura, è emerso che gli appalti per riparare le buche (da qui il nome dell’operazione ‘buche d’oro’) venivano affidati in cambio di denaro a “imprenditori compiacenti” che eseguivano “le opere assegnate loro senza rispettare i capitolati tecnici” facendo scendere così i costi anche fino al 20% del valore ufficiale dell’appalto, che poi veniva diviso con i funzionari dell’Anas corrotti che avrebbero dovuto invece vigilare sulla correttezza dei lavori. Nel corso delle perquisizioni i finanzieri hanno sequestrato contanti per circa 25mila euro, “denaro direttamente riconducibile alle più recenti dazioni corruttrici” sottolineano gli investigatori.
Grazie alle intercettazioni, i Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania, hanno potuto registrare ‘in diretta’ un caso di corruzione. Proprio negli uffici dell’Anas di Catania, gli investigatori hanno registrato un imprenditore nisseno che consegnava una busta contenente 10mila euro, che poi i 3 arrestati si sono subito divisi fra loro. In una conversazione intercettata poco prima degli arresti, l’imprenditore, dialogando con uno degli arrestati, si lamentava per la difficoltà nel poter reperire denaro contante a causa dei controlli anti-riciclaggio sui prelievi ingiustificati e chiedeva dove depositare la “mazzetta”. A quel punto, l’imprenditore si alza e mette una busta con dentro 10mila euro in contanti in un armadietto dell’ufficio.
Quando sono intervenuti, i finanzieri hanno trovato i soldi già divisi fra due dei dipendenti arrestati. Il terzo responsabile Anas invece nel frattempo si era già allontanato e, dopo aver saputo dell’operazione delle Fiamme Gialle, ha lanciato 3mila euro dal finestrino dell’auto. Nella sua abitazione i finanzieri hanno trovato oltre 18mila euro frutto di altre tangenti intascate precedentemente.
Adnkronos
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