Le Sardine sbarcano a Catania ed è subito entusiasmo. Un entusiasmo fresco, giovanile, sorridente che ha contagiato anche i meno giovani che ieri sera affollavano la piazza, magari con delle nostalgie di quando “loro eravamo noi” ma con la consapevolezza che oggi esiste il “tutti”, ovvero bianchi, neri, donne, uomini, omosessuali, transessuali, eterosessuali, con una discriminante che unisce la piazza, l’antifascismo, che da Bolzano a Catania si vive come un valore da contrapporre ad un modello culturale che nel nostro Paese sta esplodendo in tutta la sua dirompenza. Fra le migliaia di persone che nel capoluogo etneo hanno partecipato alla manifestazione, una Sardina d’eccezione, la scrittrice e intellettuale Marinella Fiume, ex sindaca “pasionaria” di Fiumefreddo (provenienza Società civile), destinataria negli anni novanta di minacce ed intimidazioni per essersi opposta alla mafia e ai Signori del cemento.
Marinella, che piazza è quella delle Sardine?
“Tutte le piazze d’Italia ‘invase’ dalle Sardine sono colorate, festose, creative, multietniche, piene di uomini e donne, di giovani soprattutto, ma anche di meno giovani, in una sorta di alleanza inter-generazionale che supera le vecchie frantumazioni politiche in nome della ripresa di valori universali come l’Umanità, la libertà di pensiero, l’antirazzismo, l’antifascismo, il pacifismo, la difesa della Costituzione e dei Diritti civili, il rifiuto di un linguaggio basato sull’odio, la denigrazione e l’intolleranza per il diverso, il sessismo contro le donne. A Catania c’era tutto questo e anche l’antimafia”.
Che sensazione hai provato?
“La partecipazione massiccia, l’estro e la creatività dei partecipanti, i colori e la musica mi hanno fatto pensare ai Girotondi; la piazza gremita senza insegne di Partiti politici e il protagonismo della gente comune mi ha fatto pensare ai “Comitati dei lenzuoli contro la mafia” che significarono il ritiro della delega ai personaggi politici noti, dopo le stragi di Falcone e Borsellino e le inchieste di “Mani pulite”. Dopo di che si aprì davvero una stagione di cambiamento nel Paese e anche da noi, seppur di breve durata”.
Cosa ti ha colpito?
“Mi ha piacevolmente impressionato l’ordine e la compostezza della manifestazione catanese, come del resto in tutte le città d’Italia, pur senza un ‘servizio d’ordine’, come avviene invece di solito nelle manifestazioni politiche. Inoltre mi ha colpito l’assenza di una leadership, limitandosi i manifestanti a seguire ritmi musicali e canori suggeriti dagli organizzatori. Da Dalla a Bennato a Bella ciao sono le stesse canzoni su cui si è formata la mia generazione ed è stato bello per me risentire queste canzoni che credevo che i giovani non ascoltassero più e vedere che anche nelle scelte musicali si ritorna all’impegno”.
Dove può arrivare questo movimento?
“Spero che la gente rifletta sui danni fatti dall’ ‘uomo forte’ nella storia e sulla pericolosità di chi ancora oggi pare invocarlo, ma spero sia anche una bella lezione per la Sinistra affinché ritorni nelle piazze e riprenda i temi che ha abbandonato da un pezzo. Non credo che il Movimento possa diventare un Partito o che segua la sorte dei Grillini, ma spero che per le elezioni che verranno faccia la scelta coerente di orientare il voto verso Partiti o candidati che siano il più vicino possibile ai temi e agli ideali ad esso cari. In ogni caso, che la piazza si muova ed esprima una coscienza civile e volontà di partecipare significa paradossalmente, a fronte dell’aumento progressivo dell’astensionismo, che la democrazia ha in sé gli anticorpi contro la sua degenerazione; è una lezione di cui i Partiti dovrebbero tener conto. È bello pensare che il movimento delle Sardine sia la dimostrazione che la società civile nel nostro paese non si è assuefatta a sopportare, a restare in ombra, a fregarsene, a tacere e subire pensando che ‘tanto non c’è niente da fare’, perché conta solo chi ha il potere dalla parte del manico. Una bella lezione per tutti, non solo per la Lega in primis e il delirio di onnipotenza di certi suoi leader maximi, ma anche per la frantumazione della Sinistra, le lotte intestine tra gruppi e personaggi, il narcisismo di certi leader che non portano altro che a continue sconfitte. Le distinzioni non possono esistere sui valori fondamentali e universali della nostra Storia e della nostra cultura e sulle scelte fondamentali sulla direzione verso cui deve andare il mondo”.
Luciano Mirone
Bellissima intervista