“Manifestiamo contro la guerra, per chiudere tutte le basi di morte, per l’uscita dell’Italia dalla #NATO, per il diritto all’autodeterminazione dei popoli”. All’indomani dell’”omicidio mirato del generale iraniano Soleimani, compiuto dagli Stati Uniti sul territorio di un paese sovrano, calpestando ogni norma internazionale”, i partiti che compongono la galassia del comunismo italiano (dal Pci a Rifondazione), si mobilitano per dire “no alla guerra e alle basi Nato” esistenti nel nostro Paese e organizzano una manifestazione prevista sabato 11 gennaio 2020 alle 17,30 davanti alla prefettura di Catania in via Etnea.
Secondo i partiti organizzatori si tratta di “un cinico atto di #guerra che innesca una spirale incontrollata di violenza”, con l’Italia “pienamente coinvolta in questa crisi pericolosissima, innanzitutto perché è stata trasformata in una piattaforma militare dell’imperialismo americano, con un territorio sfigurato da basi militari #USA e NATO in constante rafforzamento, anche con armamenti nucleari”.
“La #Sicilia in questo quadro – si legge nel comunicato – ha conosciuto uno spaventoso processo di militarizzazione del territorio, da Trapani al #MUOS di Niscemi”.
Secondo i partiti organizzatori, “emerge sempre di più il ruolo, in particolare, della base di #Sigonella, trasformata in un centro globale di coordinamento dei #droni e di criminali sistemi bellici automatizzati. Un ruolo che sicuramente la implica nell’uccisione di Soleimani e nelle manovre di guerra di queste ore”.
“La base di Sigonella – seguita la nota – costituisce già oggi un pericolo costante per il traffico aereo civile dell’aeroporto di #Catania, un pericolo che non può che aumentare con l’intensificazione, connessa alla crisi internazionale, delle attività militari”.
“Di fronte a questo quadro cosi denso di rischi (si pensi anche alla situazione libica, ulteriormente aggravata dall’aggressivo intervento turco) – si legge – il Governo italiano ha mostrato, una volta di più, il suo servilismo e la sua inettitudine, mentre tace in un silenzio imbarazzante il Parlamento”.
Redazione
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