Cosa spinge gli amministratori comunali di Belpasso (Catania) a ignorare la proposta avanzata per ben due volte da questo giornale di intitolare lo stadio comunale e l’Aula consiliare a un grande sindaco come Domenico Martinez?
Cosa li spinge a snobbare una personalità che – secondo un giudizio unanime – ha contribuito in modo determinante a far crescere straordinariamente questa comunità dopo gli orrori e le distruzioni della Seconda guerra mondiale?
Del resto, non crediamo che si stia chiedendo tanto: solo di dedicare all’ex primo cittadino due luoghi (fra i tanti) realizzati durante la sua sindacatura. Non chiediamo di intitolargli la villa comunale (altra grande opera allestita negli anni della sua amministrazione), poiché lui stesso allora provvide a chiamarla “Nino Martoglio”, in ricordo di un altro illustre belpassese, il quale, oltre a questo, ha meritato l’intestazione del teatro, della scuola media e di una via cittadina.
Chiediamo solo di fare quel che dovrebbe fare un’Amministrazione comunale: esercitare la memoria, evitare che le persone che hanno fatto crescere socialmente ed economicamente questa città sprofondino nell’oblio. Solo questo.
Negli anni Novanta (durante la sindacatura Spina) chi scrive era consigliere comunale e propose di intitolare una via cittadina a un altro illustre belpassese: il professore Giuseppe Sambataro, intellettuale di grande valore, definito dall’avvocato Giacomo Barletta “Professore di Sicilia”, che al suo paese ha dedicato tanto, sia come letterato (basti ricordare l’opera monumentale su Nino Martoglio), sia come sindaco, proseguendo il lavoro di Martinez sull’istituzione, per esempio, della zona industriale di Piano Tavola, e realizzando iniziative culturali di altissimo livello. La proposta passò all’unanimità in Consiglio comunale e così fu istituita la via Giuseppe Sambataro.
Lo stesso dicasi – sempre per quanto concerne il “Professore di Sicilia” – per il mezzo busto eretto ai giardini pubblici (amministrazione Papale) in suo onore, proposto dall’attore e regista Pippo Spampinato, assieme al compianto avvocato Giambattista Spampinato, all’attuale responsabile del settore Cultura del Comune Gianni De Luca, e (più modestamente) al sottoscritto.
Crediamo che l’intitolazione dello stadio comunale e dell’Aula consiliare a Martinez sia un modo per ringraziare un belpassese che con la sua opera instancabile ha saputo modernizzare il paese, coniugando l’etica e l’efficienza amministrativa in un periodo di fortissima precarietà economica.
Secondo alcune testimonianze, durante la sua sindacatura (1952-1960 e 1969-1971), Martinez rinunciò addirittura all’indennità di carica – non a caso l’appellativo di “Sindaco galantuomo” – per non gravare sulle scarse risorse delle casse comunali, realizzando le opere suddette, alle quali vanno aggiunte la strada per l’Etna, l’edificio postale, il Palazzo municipale, la modernizzazione del cimitero (ridotto in condizioni pietose) e della via Roma, e tanto altro.
Martinez è stato per Belpasso ciò che Giuseppe De Felice è stato per Catania: non solo un grande sindaco, ma un simbolo di rinnovamento e di civiltà. Ricordarlo degnamente non è solo un dovere: è semplicemente giusto.
Luciano Mirone
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