A Catania l’attività dei sexy shop non conosce soste neanche col Coronavirus. C’è da capirlo. In tempi di quarantena forzata, ci si arrangia alla meglio stando a casa e magari utilizzando tutti gli strumenti per sconfiggere la noia. Stessa cosa dicasi per i consumatori di cannabis, più o meno light, e più o meno lecita.
Peccato che, secondo il comunicato dei Carabinieri arrivato stamane, nel capoluogo etneo esistano degli operatori commerciali – perfino di questi articoli – che “non si attengono alle disposizioni governative sul contenimento del Coronavirus”.
E così i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di piazza Dante hanno denunciato un 39enne di origini tedesche, titolare di un negozio adibito a rivendita di cannabis light, nonché a sexy shop, di via Antonino di San Giuliano.
E fin qui tutto potrebbe apparire, diciamo, “normale” (rigorosamente scritto fra virgolette). Se non fosse per il passo successivo: “I militari hanno denunciato anche gli avventori trovati all’interno dell’esercizio commerciale, in particolare due cittadini extracomunitari di 21 e 23 anni, e due catanesi di 26 e 28 anni, nonché interrotto l’attività in attesa del provvedimento di sospensione proposto alle autorità competenti”. Cioé, non si comprende se l’attività degli avventori (due “cittadini” extracomunitari, al maschile; e due “catanesi”, non si sa se uomini o donne) fosse praticata nella parte del locale riservata alla vendita di cannabis light o in quella riservata al sexy shop.
Nell’attesa di saperne di più, scopriamo che, in seguito al controllo, “i militari hanno provveduto a sequestrare, per i successivi accertamenti di laboratorio, circa 430 grammi di sostanza stupefacente tipo marijuana, ritenuta non compatibile con quella di libera vendita”.
Luciano Mirone
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