Il sindaco di Camporotondo Etneo, Filippo Privitera, scrive su fb: “Un nostro residente che lavora in una impresa di Belpasso (precisamente nella zona industriale di Piano Tavola, a circa quattro chilometri sia da Belpasso, sia da Camporotondo, ndr.) è risultato positivo al Coronavirus”. Da un lato il primo cittadino dice che “la notizia sta girando in rete”, dall’altro aggiunge che “non serve farla girare”.
“Le autorità sanitarie per competenza – seguita Privitera – , insieme a tutta la macchina amministrativa, cooperano perché il contagiato possa essere curato e i familiari in quarantena non violino misure atte al contenimento del contagio ed abbiano supporto per approvvigionamento farmaci e alimenti, conferimento rifiuti ed altro nel rispetto delle normative”.
“Il mio invito – aggiunge il sindaco di Camporotondo – è quello di non far prevalere viralità della informazione e panico, ma di rispettare le regole imposte affinché possano essere ridotti al minimo i rischi per la cittadinanza”.
Poco dopo – sempre su fb – il sindaco di Belpasso, Daniele Motta, in riferimento al messaggio del collega di Camporotondo, dichiara: “Questo in risposta alle innumerevoli chiamate che mi sono arrivate su un audio di whatsapp che sta girando in merito ad un’azienda di Piano Tavola. Prego i miei concittadini di attenersi solo alle comunicazioni ufficiali. Creare panico sui social non serve a niente. Filippo, l’amministrazione di Belpasso ti è vicina, tutti insieme uniti supereremo questa emergenza”.
In realtà l’audio al quale i primi cittadini di Belpasso e di Camporotondo Etneo fanno riferimento gira almeno da stamattina tramite wa. Non l’abbiamo diffuso prima in attesa dell’ufficializzazione. Lo facciamo adesso per dovere e completezza di informazione: “Ragazzi – si sente nella registrazione vocale – bisogna far girare quanto più è possibile: chiunque abbia amici, parenti e conoscenti che sanno di persone che lavorano alla (…) a Piano Tavola, la (…) è stata posta in quarantena: il proprietario dell’azienda non ha detto nulla; sapeva che c’era un caso di Coronavirus di un rientrato da Milano, non ha detto nulla, e il risultato è che il cugino di una mia amica, ex compagna di classe, con cui abbiamo un gruppo in comune, e che adesso ha confermato e comunicato questa cosa, è positivo ed è ricoverato ed è in gravissime condizioni, quindi cci l’avemu cca a Belpasso, fate girare, se conoscete qualcuno che lavora alla (…) vi potete documentare con lui per cercare di capire che sta succedendo”.
Dopo quest’audio wa diverse voci allarmate si susseguono a Belpasso su altri presunti casi che non sappiamo se ritenere reali o frutto della fantasia popolare.
Nella foto: la piazza di Camporotondo Etneo
Luciano Mirone
Seguirò accuratamente il caso.
Il signor sindaco si è prodigato, oltre ad accertarsi che la povera famiglia “non violi le prescrizioni”, ad assicurare un tampone tempestivamente a tutti i familiari?
E bisogna che si indaghi sul servizio reso a chi contatta il numero di emergenza. Si è dato da subito la giusta importanza?
Egregio Direttore, ho letto con molto interesse il Suo articolo e non ho potuto fare a meno di notare l’originalità della Sua “Informazione”; mi spiego: in un momento come questo di isolamento forzato e di contrasto alla diffusione dell’epidemia, pensavo fosse logico divulgare i nomi degli eventuali contagiati “certi” al fine di individuare le persone entrate in contatto con lui per evitare la diffusione del contagio. Nel Suo articolo, invece, probabilmente a tutela di chissà cosa, le uniche informazioni “utili” sono state opportunamente “omesse”. Sperando che un contagio non venga preso per una colpa, qualora questo non fosse solo un articolo “di tendenza” adatto al momento, mi permetto di suggerirLe di divulgare i nomi di contagiati ed aziende al fine di rendere un servizio alla cittadinanza e contribuire al contrasto dell’epidemia; in caso contrario, mi permetto di ricordarLe che, storicamente, non esiste virus peggiore dell’ignoranza. Cordialmente.
Bravo anche io la penso come lei.
Contrarre il virus nn é una vergogna ma é fondamentale isolarlo quanto il più possibile…chiunque ha il diritto di sapere il nome dell azienda xke chiunque ha potuto frequentare icommessi che lavorano all interno Dell azienda e che inconsciamente potrebbe a loro volta avuto il contagio
ERRATA CORRIGE “…al fine di individuare le persone entrate in contatto con LORO per evitare la diffusione del contagio.”
Bisogna sapere il nome della ditta e il nome della persona. In questa situazione d’emergenza non esiste la privase
Infatti, mica c’è vergogna nell essere infetti! Può capitare a chiunque.. Ma divulgare I nomi é utile, per sapere chi è stato in stretto contatto con loro.
Sollecito il sindaco di Belpasso a prendere urgente provvedimenti per tutelare i lavoratori dei supermercati che sono molto esposti alla popolazione.
Nello steso tempo prendere provvedimenti per i titolari dei supermercati che ad oggi non attuato nessuna sicurezza per i lavoratori.
Mi trovo pienamente d’accordo con il parere di Andrea laudani ed aggiungo un altro mio pensiero e cioè se questo titolare di azienda sapeva che questa persona proveniva da Milano perché l ha fatto lavorare ed ha messo a rischio la salute degli altri?