Nell’arcipelago maltese sale drasticamente il numero dei positivi al Coronavirus: altre 19 persone positive al tampone nella sola giornata del 25 marzo. Uno dei nuovi casi riguarda un uomo di 81 anni, la persona più anziana risultata positiva a Malta. Il totale dei contagiati al Covid-19 raggiunge quota 129: il numero è destinato a salire, ma l’andamento di questa curva, secondo la Sovrintendente alla salute pubblica Charmaine Gauci, dipenderà dal rispetto delle direttive suggerite dalle autorità sanitarie – evitare qualsiasi tipo di assembramento, stare a casa e proteggere in particolar modo anziani, bambini e soggetti a rischio -. Le condizioni generali di tutti i pazienti risultati positivi sono al momento stabili, ad eccezione di un’unica persona ricoverata in terapia intensiva, un uomo di 61 anni, che non sembra essere in pericolo di vita.
In un’intervista rilasciata il 22 marzo al “Sunday Times of Malta”, anche il Ministro della Sanità maltese, Chris Fearne, ha espresso un chiaro parere in merito all’epidemia di Coronavirus a Malta. Il Ministro è più che mai convinto – così come ha sempre esortato a fare la dott.ssa Gauci – dell’importanza di arginare l’emergenza del COVID-19 “con tutti i mezzi disponibili”, perché, “se presa sottogamba porterebbe 4 abitanti su 5 ad essere infettati”.
Sempre secondo Fearne, si prospetterebbe anche un’ipotesi più nera: molte altre persone saranno ricoverate, ed alcuni avranno bisogno di esserlo in terapia intensiva; entro la fine della pandemia, a Malta ci sarà molto probabilmente qualche vittima. E questo perché, in molte occasioni, sembra che la popolazione dell’Isola non voglia capire l’importanza di una serrata prevenzione, come se si fosse distanti dalla tragedia, come se essa “non ci toccasse”.
Sono ancora vivide le immagini dello scorso 19 marzo pubblicate su tutti i quotidiani maltesi, dove, in occasione della festa di san Giuseppe, si banchettava come se niente fosse, trasgredendo il decreto legge in merito agli assembramenti numerosi.
Da lunedì 23 sono scattate le nuove restrizioni – indette dalla dott.ssa Gauci e dallo stesso Chris Fearne – in merito alla chiusura totale di tutte le attività ritenute “non necessarie”, così come sono entrate in vigore le norme di sicurezza per evitare la diffusione del Covid19.
E nonostante il divieto di ogni forma di assembramento pubblico, le cattive abitudini sono davvero dure a morire. Esempio: la folla accalcata presso la stazione degli autobus della cittadina di Bugibba, a nord dell’isola, nelle prime ore del mattino. Così come per “gli inguaribili sportivi” sembra sia impossibile rinunciare agli allenamenti, ritrovandosi in gran numero nelle aree attrezzate presso il lungomare della località turistica di Sliema. A questi ultimi, però, si contrappongono coloro che richiedono “a gran voce” un blocco immediato, a modello della vicina Italia.
Dunque, un’isola “spaccata in due”, e dove però anche il Ministro della Sanità si mostra titubante nel dichiarare un “lockdown totale”: “Potrebbe rivelarsi – dice – una decisione sbagliata, in quanto le persone tenderebbero ad infrangere più facilmente la quarantena imposta, cosa peraltro già riscontrata in diverse occasioni proprio in Italia”.
E nonostante la riluttanza al blocco definitivo dell’isola, Fearne rassicura come a Malta tutti i potenziali ammalati, indipendentemente dalla loro condizione di salute, avranno tutte le cure necessarie per guarire; a riprova di ciò, è stata prevista la costruzione di un padiglione ospedaliero provvisorio – che sarà pronto entro le prime settimane di aprile – e sono stati richiamati a servizio della sanità pubblica tutti i medici operanti presso studi e cliniche private. Previsto per i prossimi giorni, inoltre, l’arrivo di circa 20mila mascherine destinate all’uso ospedaliero e gentilmente donate dalla Cina.
Valentina Contavalle
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