“Credo che le carte sul mega resort che potrebbe stravolgere il porto e la spiaggia di San Vito lo Capo saranno trasmesse alla Procura della Repubblica”. Non ha peli sulla lingua il consigliere comunale d’opposizione della lista Orgoglio sanvitese, Gaspare Scola, dopo che il sindaco della rinomata località turistica in provincia di Trapani, Giuseppe Peraino, nell’ultimo Consiglio comunale (21 aprile), organizzato in diretta streaming, ha pronunciato la parola “fine” sulla paventata cementificazione di 115mila metri quadrati di sabbia e di mare ricadenti nella zona del porto (con alberghi a cinque piani, centri commerciali, centri benessere, trecento posti barca in uno degli specchi d’acqua più famosi del mondo), che la società trapanese Marina bay vorrebbe realizzare.

Secondo 2mila cittadini che hanno firmato la petizione, questa struttura potrebbe sconvolgere il sistema geo morfologico del bellissimo arenile, causando delle pesanti ripercussioni sul turismo e sull’economia dell’intero territorio. Malgrado la parola fine, oggi lo scontro fra il primo cittadino e l’opposizione è più aspro che mai.

Il sindaco di San Vito lo Capo (Trapani), Giuseppe Peraino. Sopra: il tratto di spiaggia di San Vito lo Capo (Trapani) interessato dal progetto (foto Zampino)

Perché, consigliere Scola, se la vicenda – almeno apparentemente – si è conclusa? Una domanda che giriamo fin da ora anche al primo cittadino affinché – attraverso un’intervista – ci spieghi il suo punto di vista.

“Premetto – dice Scola – che quando il sindaco ha pronunciato la parola ‘fine’ in Consiglio comunale, il primo ad applaudire sono stato io e tutto il resto della pubblica assemblea”.

E allora perché questi attacchi contro di lui?

“Perché il progetto che Peraino dà per morto, è più vivo che mai. Basti pensare che lo stesso giorno in cui si è svolto il Consiglio, Marina bay presenta al Comune un nuovo master plan. Il giorno dopo (22 aprile) chiediamo un accesso agli atti tramite posta elettronica certificata (Pec), come prevede la legge, ma riceviamo una nota da parte del sindaco (come se questi fosse il segretario comunale, responsabile dell’ufficio competente), il quale ci comunica che possiamo ottenere le carte solo il 28 aprile”.

E quindi?

“Aspettiamo fino a quella data. Il 28 il sindaco ci riceve nella sua stanza e prende l’impegno di inviarci le carte sulla cronistoria della vicenda (dal 2018 ai nostri giorni). Il giorno dopo riceviamo il fascicolo”.

E allora qual è il problema?

“Nello stesso fascicolo manca la parte più importante: il master plan, ovvero il nuovo progetto presentato da Marina bay il giorno stesso in cui il sindaco ha decretato la fine della storia”.

Perché non è stato allegato?

“Il sindaco si appella alla privacy, dice che il progetto è di proprietà della società, quindi finché non viene reso pubblico, può farlo solo vedere, senza produrlo in copia. In realtà l’opposizione ha il diritto di ottenere tutte le carte depositate al Comune, ma prendiamo per buono ciò che ci dice Peraino e ci limitiamo a visionare il master plan nella sua stanza”.

Ok.

“Fra le varie carte leggiamo che è intendimento della società renderlo noto all’intera città, quindi non si capisce cosa ci sia di così segreto. La verità è un’altra”.

Quale?

“Se l’Amministrazione attuale avesse realmente voluto chiudere la partita, avrebbe potuto farlo lo scorso 14 agosto, quando era stata indetta la Conferenza dei servizi, una riunione fra gli vari organi preposti, che aveva il fine di dare definitivamente il via libera o di sbarrare il passo al progetto. In quell’occasione ci sarebbe stato il voto contrario della Sovrintendenza (che si era già espressa); i pareri contrari, con le rispettive motivazioni tecniche, della scorsa Giunta e dello scorso Consiglio comunale, e di tutti gli altri enti che in precedenza avevano dato parere negativo. In quel caso il sindaco sarebbe stato in una botte di ferro”.

È sufficiente rileggere le cronache di quei giorni. Alla vigilia della Conferenza dei servizi, la società Marina bay ritira il progetto (anche in quel caso accompagnato dal trionfale annuncio del sindaco sui Social) e la Conferenza dei servizi non viene neppure convocata. Un escamotage, secondo l’opposizione, per evitare il No definitivo all’opera, ma al tempo stesso un tentativo di fare rientrare dalla finestra ciò che apparentemente è uscito dalla porta. Dal video prodotto dallo stesso Peraino si deduce che il ritiro del progetto non scaturisce dalla volontà unilaterale della società trapanese di rinunciare incondizionatamente all’opera, ma è frutto di un incontro fra lo stesso sindaco e Marina bay, nel quale quest’ultima si impegna a rivedere il piano. Basta rileggere gli articoli e i comunicati stampa di agosto per notare che le dinamiche sono le stesse: mancata riproduzione di determinati atti importanti richiesti dall’opposizione, stesse motivazioni addotte dal primo cittadino (soprattutto la privacy).

“Vorrei fare uno sforzo e pensare alla buona fede di Peraino – seguita il consigliere dell’opposizione – , il quale avrà pure pensato: ‘Se c’è un beneficio per la città, perché no?”.

Ma allora voi cosa contestate?

“Che in questi casi un sindaco deve informare la cittadinanza o quanto meno il Consiglio comunale. Non può agire da solo, o assieme alla sua Giunta, su un progetto in itinere. Non può dire alla ditta ‘non facciamo la Conferenza dei servizi, ci sediamo e vediamo cosa esce fuori”.

In che senso “non può agire da solo”?

“Ha organizzato delle riunioni al Comune con Marina bay senza il coinvolgimento della città e del Consiglio comunale. Oltre a lui, erano presenti i componenti della Giunta, il presidente del Consiglio comunale e il capogruppo della maggioranza, mentre era assente l’organo principale, l’Ufficio tecnico, al quale in precedenza il sindaco aveva chiesto il supporto tecnico e legale. Praticamente l’ufficio preposto a questo genere di pratiche, quello che prima di ogni altro dovrebbe pronunciarsi, viene estromesso, con l’aggravante che diversi incontri non vengono neanche verbalizzati”.

Il consigliere comunale di Orgoglio sanvitese, Gaspare Scola

Ci sono altre presunte anomalie?

“Nel corso di queste riunioni è stato detto a Marina bay di presentare un nuovo progetto, ma senza una data stabilita”.

Questo cosa ha causato?

“Siccome Marina bay non aveva ancora presentato il master plan, il sindaco nel Consiglio comunale del 21 aprile definisce chiusa la partita. Marina bay, a quel punto, si trincera dietro i ritardi dovuti al coronavirus e adesso la situazione si è complicata, perché la società proponente può procedere legalmente in quanto ha regolarmente depositato gli atti. Se non c’erano dei termini, né perentori, né dilatori, non è colpa sua, ma di chi non li ha fissati. La verità è che la pratica è ancora aperta. Altro che fine di tutto”.

Cosa prevede il nuovo master plan?

“Dalle poche cose che abbiamo potuto vedere sul monitor del sindaco, abbiamo dedotto che le opere dovrebbero passare sui terreni del demanio marittimo: affinché venga utilizzato il suolo comunale (come prevedeva il vecchio progetto), è necessario l’assenso del Consiglio. In questa faccenda il Comune potrebbe essere tagliato fuori e quindi – dato che in questo caso loro farebbero leva sulla legge Burlando sull’ampliamento dei porti – potrebbe essere la Regione ad avere l’ultima parola”.

Quindi il Comune di San Vito lo Capo, malgrado la maxi colata di cemento prevista nel suo territorio, potrebbe essere esautorato?

“Tutto potrebbe rientrare nel contesto del nuovo Piano regolatore (in fase di realizzazione) e del Piano di utilizzo delle spiagge. Ma il mio timore è anche un altro”.

Cioè?

“Il progetto prevede 48 anni di gestione del porto da parte di Marina bay. Una cosa pazzesca. In mezzo secolo, se gestisci una struttura fondamentale come questa, può succedere di tutto, nel senso che gradualmente puoi ottenere quello che oggi appare assurdo”.

Il sindaco viene accusato anche dall’associazione di cittadini No Marine Resort (che si batte contro il progetto) di scarsa trasparenza.

“Il sindaco spesso non produce le carte che i cittadini richiedono. Le fa solo leggere. Cosa devo pensare, che ha paura che certi atti possano essere studiati seriamente?”.

Perché convocare un Consiglio comunale in diretta streaming per annunciare alla popolazione la fine della vicenda?

“Basta vedere gli orari. Il Consiglio finisce intorno alle 14,30 del 21 aprile. Subito dopo Marina bay presenta il nuovo master plan. Ma intanto il sindaco ha ottenuto il massimo di visibilità, poiché quel giorno tutta San Vito ha visto la diretta. E però, siccome l’opposizione non ha visto le nuove carte, non ha avuto la possibilità di ribattere”.

Come finirà questa storia?

“Credo che gli atti finiranno alla Procura della Repubblica. Secondo me ci sono tante cose che non quadrano”.

Luciano Mirone