Un pacchetto di proposte che il gruppo di Operatori e di Guide professioniste dell’Etna formula al nuovo presidente del Parco, Carlo Caputo, in modo da valorizzare il vulcano dal punto di vista turistico, scientifico e culturale. E’ quanto è emerso ieri in un incontro effettuato al Rifugio Ariel – un luogo immerso nella natura incontaminata della montagna – fra gli operatori di Etna Sud con il massimo responsabile dell’ente, alla presenza dei deputati regionali Giuseppe Compagnone e Giuseppe Zitelli, del presidente del Consiglio comunale di Ragalna Roberto Di Bella, e dei consiglieri comunali di Belpasso e di Nicolosi, Massimo Condorelli e Giuseppe Di Mauro.
“Ripulire l’Etna dai rifiuti che purtroppo riempiono alcuni punti disseminati in ogni angolo di questo immenso patrimonio”. Più che un suggerimento, un imperativo categorico che questi “amanti della Montagna” rivolgono al presidente del Parco dell’Etna, “sensibile – come scrivono in un comunicato – a queste problematiche: la sua storia di amministratore locale – aggiungono – ce lo dice, e quindi siamo sicuri che lavorerà in tal senso. Siamo sicuri tuttavia – spiegano – che non basta ripulire: bisogna mantenere la pulizia, bisogna fare una inversione di rotta, andando ad incidere in certe cattive abitudini, che spesso sono state ignorate da tutte le istituzioni preposte alla tutela di questo bene immenso che è l’Etna”.
Per questo è necessario, proseguono, che un primo passo in tal senso debba essere “l’istituzione delle Guardie parco-ambientali”, con il coinvolgimento di “tutte le associazioni di volontariato che insistono sul territorio (e sono tante)”, fra cui le “Guide professioniste, gli operatori, l’Agesci, magari attraverso un logo di riconoscibilità”.
I proponenti pensano “alla dotazione di una app che possa essere strumento per fotografare, geo localizzare e segnalare l’inquinamento di ogni genere di rifiuti, una app direttamente interconnessa con i Comuni, con il Parco, con l’Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) e la Guardia forestale”, al fine di “creare una sinergia tra tutte queste istituzioni preposte alla tutela ambientale”.
Questo sul piano della salvaguardia. Occorre tuttavia, secondo quanto scrivono gli operatori dell’Etna e le Guide professioniste, andare oltre attraverso una serie di iniziative “opportunamente messe in rete” e finalizzate alla promozione del vulcano attivo più alto d’Europa.
“Vorremmo che il Parco si facesse promotore, facilitatore e supporter – dicono – delle innumerevoli attività ed iniziative culturali, sportive, enogastronomiche, fieristiche che ogni giorno sorgono spontanee nel territorio dell’Etna, mettendole a sistema”. Il che vuol dire istituire “il sito del Parco e la prima App ufficiale, e inoltre partecipare alle Fiere internazionali del turismo e a quelle di settore”.
Ma anche altro: “Mettere a sistema tutte le iniziative che ricadono nel territorio dell’Etna significa anche calendarizzarle, in modo che possano essere ‘vendute’ almeno un anno prima agli operatori di settore, ai turisti in genere”.
“Mettere a sistema – puntualizzano – significa valorizzare il nostro territorio mettendo in luce tutte le eccellenze presenti sull’Etna: un esempio per tutti, l’Osservatorio astrofisico di Serra La Nave”.
“Siamo convinti che il Parco – è stato detto – debba rappresentarci nel suo insieme, debba parlare al mondo con un’unica voce, con l’unico brand che il mondo ci invidia e che noi sciaguratamente non sfruttiamo in tutte le sue potenzialità”.
“Certamente conosciamo la situazione finanziaria del Parco – si legge nella nota – e delle esigue risorse che la Regione Sicilia può mettere in campo”. Le proposte lanciate nel corso di questo incontro, non presuppongono solo un investimento economico, ma anche intellettuale e culturale.
Bisogna “investire sulle nuove generazioni”, perché “il futuro del parco passa attraverso il loro coinvolgimento attraverso l’organizzazione di Campus naturalistici, Campus sportivi, attività didattiche con tutte le scuole di ogni livello e grado, ma con speciale riguardo a quelle che operano su territori con maggior degrado sociale; manifestazioni, premi e riconoscimenti che abbiano come principale finalità l’educazione ambientale e la riscoperta della natura”.
E’ inutile dire – sottolineano gli Operatori e le Guide professionali dell’Etna – che tutto questo passa anche attraverso l’identificazione di ‘Info Point e Centri natura’, localizzati sicuramente in alcuni punti strategici del Parco. Tra questi, il Grande Albergo dell’Etna opportunamente ripristinato, e le strutture comunali del Rifugio Sapienza”.
Redazione
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