“L’ex segretario del Pd di Belpasso, Nunzio Distefano, non è mai stato minacciato di espulsione. Da lui credo che vengano fornite delle informazioni errate e fuorvianti”. Così replica l’attuale segretario del Pd locale, Giuseppe Lucio Piana, in riferimento alle accuse mosse oggi su Facebook (vedi articolo su L’informazione) dal suo predecessore su presunte “minacce di espulsione” da parte di “qualcuno” che tuttavia Distefano non nomina.
“Venti giorni fa circa – dice Piana – , su mandato unanime del Direttivo, ho inviato una lettera a Distefano in cui chiedevo dei chiarimenti sui suoi rapporti col Circolo, dato che il suo modo di fare politica (che è rimasto invariato negli ultimi anni sino ad oggi) evidenziava non solo una mancata volontà di condivisione o di costruzione, quanto soprattutto dei contrasti e degli attacchi personali nei confronti di singoli tesserati, colpiti in maniera anonima dalla pagina ‘Belpasso in Comune’ che gestisce e da cui non ha mai perso le distanze”.
“Visto il nuovo corso della Segreteria – afferma Piana – , ho sin da subito voluto chiarire la sua posizione nei confronti della direzione scelta dal Partito”.
“Nessuno – spiega il segretario del Pd – ha minacciato la sua espulsione, ma si è resa ora necessaria una discussione all’interno del Direttivo, dato che a quella missiva non ha ritenuto rispondere. Quella lettera, lo sottolineo, riguarda aspetti generali del suo modo d’intendere e di fare politica e poco hanno a che fare specificatamente con la Segreteria di Villari, se non partendo dal concetto che è il Partito il luogo ideale dove confrontarsi e, soprattutto, manifestare l’eventuale dissenso”.
“In quella lettera – seguita il responsabile del Pd di Belpasso – , sottolineavo più volte l’assoluta libertà di esprimere le divergenze non solo nei luoghi ma soprattutto nei modi più opportuni”.
“Durante l’Assemblea che mi ha eletto – puntualizza Piana – e che ha eletto il Direttivo (elezione avvenuta all’unanimità, lo ricordo, svoltasi on line per le ragioni legate al covid), Distefano non ha mai espresso alcun parere contrario, né ho ricevuto da lui successivamente nessuna richiesta di discutere all’interno del Partito di determinate posizioni o valutazioni (né per via formale né informalmente)”.
“Qui il confronto – conclude il segretario Dem – non è nemmeno avvenuto, non è stato cercato né è stato da lui richiesto. Per tali ragioni, ritengo la sua posizione (oltre che personale) assolutamente lontana dai fatti”.
Luciano Mirone
Gentile Direttore,
intervengo per delle precisazioni sulle dichiarazioni virgolettate riportate nell’articolo.
Se c’è una sola cosa della quale non mi si può accusare è quella di non essere chiaro quando assumo una posizione politica, oppure di prenderla alla larga per non arrivare al punto.
Non ho mai detto che il segretario abbia minacciato di espellermi, ma che “qualcuno” abbia posto il tema è un elemento oggettivo che non può essere nascosto da nessuno.
Già soltanto il fatto che se ne sia parlato in una riunione di Direttivo (in mia assenza, perchè non ne faccio felicemente parte) si potrebbe intendere – vorrei sbagliarmi – come un tentativo maldestro di mettermi a tacere, frutto di chi ha poca dimestichezza con la vita di Partito, oltre ad una evidente perdita di tempo.
E se il segretario non ha minacciato l’espulsione, di certo non si è tirato indietro quando “qualcuno” ha introdotto un tale argomento, quello si da espungere immediatamente dalla discussione.
Parafrasando: se “qualcuno” ha giocato il carico da undici, il segretario non ci è andato liscio, ma lo ha difeso con la briscola.
Che poi tutto ciò sia sfociato in una lettera è un altro elemento inconferente con la politica.
Conoscendo adesso tanto l’esistenza che la genesi di una missiva, posso solo supporne il contenuto, non avendola ricevuta e quindi nemmeno letta.
Infatti, ebbi a comunicare al segretario subito dopo la sua elezione che – da semplice militante – avrei partecipato alle riunioni in sezione, se e quando fosse stata convocata l’assemblea degli iscritti, chiedendogli di evitare che la comunicazione epistolare surrogasse le normali attività di Partito.
Aggiunsi pure che non gradivo ricevere email, alle quali non avrei dato conto, tant’è che da allora vanno diritte nella posta indesiderata.
Anche perchè più volte “qualcuno” aveva abusato pesantemente di quel mezzo, senza che mai ciò avesse turbato la sensibilità – forse altalenante – di nessuno.
Al segretario che anch’io ho votato, mi permetto di suggerire – sempre da semplice iscritto – di impiegare il tempo delle riunioni del Direttivo per questioni più serie che discutere di chi ha passato la mano ormai da due anni e di avere un atteggiamento meno dogmatico rispetto al giudizio politico sull’opportunità o meno di assistere inermi al rischio che il Partito provinciale si è assunto.
Prima fra tutte le cose da fare, c’è da risolvere in maniera chiara la posizione del Partito, sin qui molto più che accomodante (in qualche caso di aperta collaborazione), nei confronti dell’iper musumeciana Amministrazione comunale.
Il che in fondo è la madre di tutte le questioni.
I motivi sono evidenti e riguardano sia il merito dell’azione amministrativa che la collocazione politica del sindaco e della maggioranza che lo sostiene.
Per il resto continuerò a esprimere le mie idee, le quali non mi pare siano mai entrate in contrasto con la posizione del Partito, per il semplice fatto che finora non mi pare ci sia stata una posizione del Partito su nulla, tranne che su di me.
Cordialmente, Nunzio Distefano