Brucia il Monte Cofano. Bruciano gli ulivi, i mandorli, le palme nane, i cespugli di olivastro, di rosmarino e di lavanda, gli attrezzi dei contadini, le casette coloniche, fino al mare.
Brucia la speranza di centinaia di persone di fare di questo luogo incantevole fra San Vito lo Capo e Trapani – in territorio di Custonaci – un’altra riserva naturale dopo quella dello Zingaro, che da qui dista pochi chilometri.
Brucia la voglia di aggiungere un altro prezioso tassello a quel piano di turismo sostenibile che da decenni contraddistingue i discorsi di questa gente, che quarant’anni orsono marciò fieramente contro i Signori del cemento che volevano distruggere lo Zingaro, e qualche decennio prima, altri Signori, quelli del petrolio, volevano riempire di ciminiere questi luoghi di incomparabile bellezza per farne la Gela della Costa Gaia, con un inquinamento che avrebbe compromesso per sempre questo mare mitico che fu solcato da Enea dopo la fuga da Troia, dove un fuoco devastante come questo aveva ridotto in cenere la città.
Bruciano i fianchi e il grembo del monte che si specchia nell’acqua placida del golfo, il quale si tinge dello stesso drammatico colore, mentre la brava gente guarda impotente la scena ed impreca contro qualcuno che da qualche altra parte si sfrega le mani, dopo avere appiccato l’incendio – ‘da diversi punti della zona’ – , come le Forze dell’ordine sembrano confermare.
Brucia il monte Cofano e sembra l’Etna in eruzione. Ma sull’Etna a decidere i destini sono Dio e le forze della natura, che poi riequilibrano tutto in modo armonioso, qui a stabilire tutto è l’uomo, con le sue meschinità, la sua volgarità, la sua barbarie, che distrugge e basta, magari per averne un tornaconto schifoso.
Solo pochi mesi fa in questo luogo devastato dall’attentato di due sere fa, tante persone si erano date convegno per sollecitare la riapertura della riserva. Giornate bellissime caratterizzate dai discorsi, dalla musica e dai silenzi. Tutto ora sembra irrimediabilmente compromesso. Ma domani, quando questo incubo svanirà, bisogna essere più duri e determinati di prima. Il male non vincerà.
Luciano Mirone
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