Ci sono alcuni punti oscuri sulla morte di Viviana Parisi e del figlioletto di quattro anni, Gioele Mancuso, che la magistratura dovrà chiarire nei prossimi giorni. Vediamo quali.
1) Perché Viviana, lo scorso 3 agosto, dice al marito di recarsi assieme al piccolo Gioele, in un luogo poco vicino al paese di residenza, Venetico (Messina), mentre invece imbocca l’autostrada e percorre oltre cento chilometri ? Dove è diretta? Si è detto e scritto che – in quanto presa da una crisi mistica – stesse andando alla Piramide della luce, una grande scultura ubicata a pochi chilometri di distanza per volere dell’imprenditore d’arte Antonio Presti. E’ davvero così?
2) L’incidente stradale – un tamponamento, a quanto pare – con il furgone di operai che la precede in autostrada è “lieve” o “pesante”?
3) In che condizioni si trova il bambino dopo l’incidente?
4) Quale è la reazione delle persone che si trovano a bordo del furgone? Cercano di prestare soccorso?
5) È vero che il bambino non indossa la cintura di sicurezza?
6) Perché Viviana, dopo l’incidente, posteggia l’auto, prende Gioele in braccio, fugge come se fosse ossessionata da qualcosa o da “qualcuno” (pronome evocato spesso in questi giorni dal sito online del Fatto quotidiano), scavalca il guardrail dell’autostrada e si immerge nella boscaglia fitta e impervia di Caronia?
7) Perché gli inquirenti dicono di aver trovato all’interno dell’auto di Viviana un certificato medico in cui si attesta che la donna è affetta da depressione e paranoia (forse dovute al lockdown che ha interrotto la sua attività di dj, che amava tanto?) che l’hanno portata a rifugiarsi nella religione, mentre la famiglia smentisce che avesse problemi sanitari di questo genere?
8) Perché da un lato si dice che Viviana vivesse un periodo di profonda crisi esistenziale – e “professionale”, col marito Daniele Mondello (anche lui dj) – e dall’altro la famiglia smentisce anche questa circostanza?
9) Perché in un post su Facebook il legale della famiglia Mondello – seppure velatamente – critica gli unici (secondo le indagini) testimoni dei fatti di essersi fatti vivi agli organi di polizia quindici giorni dopo? Si tratta di una famiglia del Nord – quel 3 agosto in vacanza in Sicilia – che avrebbe assistito alla scena. “Dopo l’incidente – affermano i componenti del nucleo familiare – abbiamo visto Viviana scendere turbata dalla macchina assieme al figlioletto in braccio, percorrere diversi metri a piedi, scavalcare il guardrail e allontanarsi nella boscaglia”. Queste persone dicono di aver cercato di prestare aiuto, ma invano, poiché Viviana continuava a camminare velocemente, come se volesse scappare dall’autostrada e rifugiarsi nei boschi. Adesso questa famiglia spiega di essersi presentata a testimoniare due settimane dopo, in quanto sarebbe venuta a conoscenza dell’epilogo soltanto adesso. Perché la famiglia Mondello stigmatizza indirettamente questa circostanza?
10) Perché, sempre la famiglia Mondello, attacca il modus operandi delle forze dell’ordine per la “qualità” delle ricerche effettuate da centinaia di operatori intervenuti sul posto con droni, cani poliziotto, cani molecolari e tanto altro per individuare i corpi di Viviana e Gioele, mentre è bastato il lavoro di un carabiniere in pensione che, da volontario, con una semplice ascia, ha setacciato quella zona (in precedenza battuta dalla massiccia task force delle forze dell’ordine), “strisciando anche sul terreno” (come ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo), e ha rinvenuto i resti del piccolo Gioele?
11) Come è morta Viviana, trovata cadavere sotto un traliccio con qualche morso di animale nelle gambe, e come è morto Gioele, trovato scempiato alcuni giorni dopo ad una distanza di circa un chilometro?
12) Perché si è detto e scritto che Viviana avrebbe ucciso Gioele e poi si sarebbe suicidata? La famiglia Mondello esclude anche questa ipotesi, dicendo che mai la madre avrebbe commesso un gesto del genere.
12) Il bambino è stato attaccato e trascinato dagli animali (maiali e cani selvatici, oppure da due rottweiler visti in quella zona: a proposito, questi due cani erano randagi abbandonati da qualcuno o scappati temporaneamente da un luogo privato?) con una furia così devastante? Un lettore (Salvo Sauta) nei giorni scorsi ha posto sui Social una serie di quesiti. Fatemi capire – ha scritto – : possibile che i boschi dei Nebrodi, dove solitamente ci si reca allegramente per fare delle passeggiate, delle escursioni o per raccogliere funghi, siano diventati improvvisamente l’inferno?
Nella foto: Viviana Parisi e il figlioletto Gioele Mondello
Luciano Mirone
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