“La Regione Sicilia non fornisce i veri dati della pandemia”. È tranchant il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani (Anci), nel corso della trasmissione Tagadà su La7. Incalzato dalla conduttrice Tiziana Panella, il primo cittadino del capoluogo siciliano sferra un duro attacco al governatore dell’Isola Nello Musumeci e all’intero governo regionale che, a suo dire, nascondono i dati. Perché?, ha chiesto Panella? “Domandate a Musumeci”, risponde Orlando.
Il che, tradotto in studio dalla stessa giornalista e dall’altro ospite presente in collegamento (il cronista de La Stampa Riccardo Barenghi), vuol dire che se dovesse essere vera la denuncia del sindaco siciliano, i dati verrebbero nascosti per motivi facilmente immaginabili che nella lettera che ieri Orlando ha indirizzato al premier Giuseppe Conte si colgono perfettamente: “Siamo in zona arancione perché il nostro sistema sanitario potrebbe non reggere l’impatto di altri ricoveri per Covid, mettendo a rischio la vita di tantissime persone”. Parole pesanti, quelle del sindaco di Palermo, che insiste: “I sindaci dell’Isola vogliono dati veri per potere approntare, compatibilmente con i poteri che la legge assegna loro, una strategia da portare avanti di concerto con la Regione e con lo Stato”.
Fino a questo momento, il numero dei contagiati nell’Isola si aggira sui poco più di mille al giorno, ma secondo Orlando – vedendo le immagini drammatiche delle ambulanze disposte in fila soprattutto nelle strade di Palermo, e “vivendo ogni giorno sul marciapiede”, come sottolinea – i conti non tornano, al punto da portarlo a parlare (nella lettera a Conte) di “rischio di strage annunciata” e di “prefigurare una medicina da guerra”, modello utilizzato in alcune province della Lombardia durante il lockdown, secondo il quale, se i reparti di terapia intensiva sono saturi, fra due contagiati dal virus, la precedenza di cura va sempre rivolta al più giovane.
Nella missiva indirizzata al presidente del Consiglio, Orlando ha scritto che in alcuni Pronto soccorso di Palermo manca perfino l’ossigeno e che “nei reparti ospedalieri si è cominciato a scegliere quali pazienti provare a salvare e quali no”, circostanze smentite nelle stesse ore dal commissario per l’emergenza Covid a Palermo Renato Costa (“dichiarazioni false e fuorvianti quelle del sindaco Orlando”).
È di oggi la notizia della richiesta – attraverso una interpellanza al ministro della Salute Roberto Speranza – di alcuni parlamentari nazionali del Pd (Carmelo Miceli, Fausto Raciti, Santi Cappellani e Pietro Navarra, assieme al segretario del Pd in Sicilia, Anthony Barbagallo) di “riconsiderare la nomina del governatore Musumeci quale commissario straordinario delegato a gestire l’emergenza coronavirus in Sicilia”, in quanto ritenuto “inadeguato e impreparato”.
I parlamentari hanno preparato anche una mozione di censura all’Assemblea regionale siciliana (Ars), per “sfiduciare” l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
Nella foto: il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando
Luciano Mirone
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