Da un lato il Comune di Belpasso che nel 2014 perde il diritto di prelazione di una Farmacia comunale in centro storico, dall’altro lo stesso Comune che oggi, anno del Signore 2020, lo riacquista: non per aprire la stessa struttura nel luogo dove era stata destinata sei anni prima, ma nel centro commerciale Etnapolis, distante circa sei chilometri. La cosa sembra complicata, ma è più semplice di quanto si creda, nel senso che sei anni fa l’Amministrazione comunale perde due occasioni: valorizzare un centro storico sempre più vuoto; e fare entrare nelle casse comunali (sempre più vuote anch’esse) una cifra come 300 o400 mila Euro l’anno: una cifra che in sei anni oscilla dal milione e 800 mila Euro ai 2 milioni e 400 mila. Insomma, nel fatidico 2014, il Comune di Belpasso ha preso due piccioni con una fava.
Oggi l’Amministrazione comunale guidata da Daniele Motta – che della precedente è la naturale prosecuzione, dato che il sindaco e gli assessori facevano parte di maggioranza di allora – corre ai ripari, e facendo leva su una legge istituita dalla Regione due anni prima (2012), si salva in calcio d’angolo allocando la struttura a Etnapolis.
Perché nel 2014 la Farmacia comunale non è stata istituita in centro storico? Un errore, una svista, cosa? Non lo sappiamo. In ogni caso il sindaco – che nella scorsa legislatura, da consigliere comunale della maggioranza, si rifiutò di farsi intervistare da questo giornale – chiarisce ogni dubbio con questa chiacchierata, sottolineando che il pezzo che abbiamo scritto l’altro giorno (quando il Comune ha annunciato la prossima apertura della Farmacia comunale nel centro commerciale) merita alcune precisazioni: “Nell’articolo – dice Motta – si legge che l’Amministrazione abbandona il centro storico a favore dei centri commerciali. Di fatto non è così: l’istituzione di questa Farmacia comunale si rifà a una legge che va in deroga all’assegnazione delle sedi farmaceutiche per aeroporti e centri commerciali. Quindi se siamo nelle condizioni di avere un centro commerciale nel nostro territorio che abbia determinati requisiti (oltre 10mila metri quadrati di estensione e nessuna farmacia nel raggio di un chilometro e mezzo) possiamo sfruttare questa legge per istituire la Farmacia comunale. Si tratta di un altro canale rispetto a quello ordinario. È da circa un anno che ci lavoro attraverso degli studi di fattibilità e una interlocuzione costante con l’assessore alla Sanità della Regione Sicilia, Ruggero Razza. Adesso siamo al punto da ottenere il placet sia dall’Agenzia del farmaco, sia dall’assessorato regionale”.
La legge a quando risale?
“Al 2012”.
Quindi antecedente al periodo (2014) in cui Belpasso ha perso la Farmacia comunale.
“Sì, si tratta di canali differenti che nessuno in Sicilia ha mai sfruttato. Visto che c’era questa opportunità, abbiamo iniziato questo iter. È stata una procedura difficile, ma siamo riusciti a portarla a termine grazie anche all’apporto del deputato regionale Giuseppe Zitelli che ha fatto da intermediario con l’assessore”.
Quando si pensa che la farmacia si possa aprire?
“Adesso parte la fase operativa. Bisognerà formalizzare l’affitto: a tal proposito c’è una interlocuzione con la proprietà di Etnapolis per stabilire i prezzi. Sulle modalità di gestione stiamo approntando un piano finanziario: potrebbe gestirla direttamente il Comune, oppure una società partecipata del Comune o, in ultima ipotesi, nuova società (ipotesi più remota rispetto alle altre due)”.
Farete una gara?
“Assolutamente sì. Sia se a gestire la struttura sarà direttamente il Comune, sia se sarà la società partecipata. Cercheremo la soluzione più vantaggiosa. Abbiamo grandi aspettative da questa operazione: economiche (in periodo no Covid, Etnapolis registra 8 milioni di visitatori l’anno) e di servizi. Ho visto la gestione della farmacia comunale di Valverde (Catania), dove è stata creata una vera e propria farmacia consociata con i servizi sociali, con una scontistica particolare e con il servizio a domicilio per le fasce deboli, con un’apertura di sette giorni su sette e una copertura delle 24 ore”.
Quando si prevede l’apertura?
“Intorno a marzo-aprile del 2021, se tutto va bene”.
A Belpasso, non da ora, ma dagli anni Novanta, la parola ‘farmacia’ è stata un tabù, sia col centrosinistra che col centrodestra al potere. Si tratta di una impressione o questo argomento crea sempre problemi all’interno di una Amministrazione?
“Problemi non ne ha creati, almeno da quando ci sono io. È un desiderio che anche la passata Amministrazione voleva perseguire. Quello che è successo è stato ampiamente dibattuto: allora c’è stata sì una sorta di inerzia da parte dell’Ufficio preposto, ma secondo me anche da parte della Regione c’è stata una non corretta applicazione del procedimento amministrativo. È stato dato un diniego senza alcun preavviso e senza dare i tempi previsti dalla legge”.
Beh, la Regione nel 2014 ha inviato diverse lettere al Comune di Belpasso per avvisarlo che, in caso di prolungato silenzio, avrebbe revocato l’autorizzazione per l’apertura della Farmacia comunale. E il sindaco dell’epoca Carlo Caputo, con il suo silenzio, perse la struttura. Addirittura l’ex sindaco, non solo diede la colpa alla Regione, ma la diede anche al funzionario comunale, accusandolo di non avergli passato le lettere provenienti da Palermo. Caputo fece delle dichiarazioni gravissime che poi ritirò. Lei che ne pensa?
“Questo bisognerebbe chiederlo all’ex sindaco, non a me”.
Sì però quello che chiediamo al sindaco di oggi, in quel momento consigliere comunale e poco prima assessore di quella Giunta, Daniele Motta, è per quale ragione, quando il sottoscritto la invitò a rilasciare un’intervista sull’argomento, lei declinò l’invito.
“Perché ero un consigliere comunale e la parola sull’Amministrazione spetta al sindaco per una questione di correttezza dei rapporti istituzionali all’interno della stessa maggioranza. Ripeto: quello che è successo nel passato è storia che conosciamo tutti e ognuno la interpreta come crede. Io posso dire cosa sta succedendo oggi: un ottimo risultato raggiunto”.
Non crede che Belpasso abbia perso un’occasione?
“Occasioni negli ultimi 20 anni se ne sono perse tante, non solo la farmacia. Noi tentiamo di fare quello che possiamo. Amministrare non è semplice, a maggior ragione in questo periodo”.
Una Farmacia comunale in centro storico avrebbe valorizzato la città?
“L’avrei preferito. Però se questa legge ci dà questa possibilità perseguirò questo obiettivo”.
Luciano Mirone
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