D’accordo, in Sicilia i casi ufficiali di positivi al Covid 19 sono pressoché costanti (1365 nelle ultime 24 ore), così come è costante il numero dei deceduti (39 nell’arco delle 24 ore), ma a non convincere è il numero dei tamponi (10.026 un giorno fa): non sono pochi rispetto a regioni che hanno un numero di abitanti più o meno come la Sicilia (quasi 5 milioni)? Per esempio l’Emilia (5 milioni e mezzo) e il Lazio (quasi 6 milioni).
Facendo una comparazione fra queste tre regioni, i dati sembrano non quadrare. Mentre in Sicilia la media quotidiana dei tamponi fatti nelle ultime settimane si attesta su circa 10mila (con oscillazioni che variano dai 6mila in certi giorni agli 11mila in altri), in l’Emilia il dato registrato ieri (che portiamo a mo’ di esempio) è di quasi 18mila (per 1766 contagi), e nel Lazio di 23mila (1769 positivi).
I paragoni con altre macro regioni potrebbero continuare: ci siamo fermati qui per semplificare. Ma si tratta di differenze che pongono un’altra domanda: se in Sicilia si effettuassero gli stessi tamponi che si effettuano in altre regioni italiane con un numero di abitanti pressoché equivalente, siamo certi che il dato dei contagi risulterebbe uguale a quello ufficiale? Se ieri, per fare un altro esempio, in Sicilia anziché circa 10mila tamponi, ne fossero stati effettuati 23mila come nel Lazio, il risultato sarebbe stato di circa 1300 contagiati? Esempi, certo, ma il divario ci sembra troppo netto per non essere notato.
Non solo: ci risulta da fonti autorevoli che alcuni grossi comuni siciliani avrebbero raggiunto il fatidico numero per essere dichiarati “zona rossa”. È vero? E’ vero che finora sono stati dichiarati “zona rossa” i centri più piccoli? Se non è vero ritiriamo la domanda, ma se è vero vorremmo capirne il motivo. Anche perché in giro si nota troppa sottovalutazione del problema. E questo, temiamo, che possa causare una terza ondata.
Il Covid – come è stato ampiamente detto – è come una “livella” (per usare una metafora cara a Totò): non guarda in faccia nessuno, e non guarda in faccia neanche l’età.
A Montevago (Ag) è morto di covid l’ex sindaco Bernardo Triolo, 56 anni. Domani verranno celebrati i funerali e sarà proclamato il lutto cittadino.
ll coronavirus colpisce anche l’ex governatore siciliano Toto’ Cuffaro. Su Fb il politico scrive: “Cari amici, mi duole comunicarvi che attualmente mi ritrovo costretto in casa, a causa del temuto Covid che ha colpito anche me e mia moglie. Le mie condizioni sono pressoché buone e volevo tranquillizzare tutti gli amici che quotidianamente mi contattano per chiedermi come stia. Il Covid è un male che si insinua in maniera silente, quindi, vi prego di fare attenzione ed evitare di trascurare le regole di precauzione imposte”. “Purtroppo, nel mio caso, me lo sono ritrovato in casa, quindi, a nulla sono valse le precauzioni adottate all’esterno. Per questo motivo, ci tenevo ad avvertirvi rispetto il reale pericolo e a sensibilizzarvi su questo tema – aggiunge Cuffaro – Mettete la mascherina, igienizzatevi il più possibile e mantenete la distanza di sicurezza. Poche semplici regole possono garantire la salute vostra e dei vostri cari. Adottatele”.
Luciano Mirone
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