Avevano messo le mani nel settore delle energie rinnovabili nel territorio di Belpasso, oltre a portare avanti le tradizionali attività incentrata soprattutto sul traffico di sostanze stupefacenti sia a Catania che in provincia. Per questo all’alba di ieri la polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Catania diretta dal dott. Carmelo Zuccaro, ha dato esecuzione ad ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 31 affiliati del clan Cappello-Bonaccorsi, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, con l’aggravante dell’associazione armata, estorsione, intestazione fittizia di beni.
Gli arrestati sono Calogero, Massimiliano e Salvatore Balsamo, Giovanni Bruno, Sebastiamo Calogero, Andrea Cambria, Maria Rosaria Campagna, Giovanni Catanzaro, Carmelo e Orazio Di Mauro, Carmelo Gianninò, Domenico Greco, Giuseppe Giglielmino, Halahassen Hanchi, Carmelo Licandro, Giuseppe Salvatore Lombardo, mario Lupica, Emanuele Giuseppe Nigro, Giuseppe Palazzolo, Giuseppe Piro, Matteo Giovanni Privitera, Antonio Fabio Rapisarda, Giuseppe Ravaneschi, Claudio Calogero Rindone, Salvatore Massimiliano Salvo, Antonio Scalia, Santo Strano, Tommaso Tropea, Mario Ventimiglia, Luigi Sebastiano Vinci, Nunzia Zampaglione.
Le indagini espletate nell’arco di tempo che va dal 2012 al 2014 accolgono gli esiti di una complessa attività investigativa che ha consentito di evidenziare la piena operatività dell’organizzazione criminale Cappello-Bonaccorsi, organizzata su diversi fronti: il gruppo di comando al vertice della piramide e una serie di squadre che operavano efficacemente nel territorio. Ognuna di questa coordinata da un responsabile, uno per la città di Catania, e uno per i paesi, con diramazione delle competenze nel territorio della Piana di Catania, del comprensorio calatino e dell’hinterland pedemontano.
“Con riferimento ala figura di Cappello Salvatore – si legge negli atti del provvedimento – il Gip ha condiviso la prospettazione accusatoria ed ha ritenuto pertanto provato che il predetto, nonostante il suo stato detentivo in regime di 41 bis , ha continuato a ricoprire il ruolo di capo indiscusso dell’omonima organizzazione mafiosa, dando direttive ai sodali anche tramite la storica compagna Maria Rosaria Campagna”.
Specializzata ne traffico di droga, la cosca – secondo i magistrati – controlla il settore soprattutto nei quartieri catanesi di Librino e San Cristoforo, con l’allargamento degli interessi nelle province di Siracusa, Enna e Caltanissetta attraverso consolidati rapporti con pregiudicati locali.
Particolarmente complessa l’infiltrazione della cosca nel settore dell’imprenditoria attraverso il sistema del “recupero crediti”, del quale si sono avvalse certe aziende creditrici nei confronti di terzi che, mediante l’intervento della criminalità organizzata, riuscivano a riprendere il debito, ma in cambio di denaro da corrispondere alla cosca pari alla metà dell’importo del credito recuperato, o addirittura di assunzioni, con la conseguente possibilità di infiltrazione mafiosa in determinate attività.
“Le indagini – scrivono i magistrati – hanno messo in luce la particolare propensione del gruppo mafioso nell’investimento dei capitali, acquisiti illecitamente, in attività imprenditoriali e commerciali, nonché la capacità di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale attraverso l’appoggio di una vasta rete di imprenditori“. Non secondario, a parere dei magistrati, il rapporto della cosca con alcuni istituti di credito.
Il gruppo si è messo in evidenza anche nel settore dei rifiuti tramite aziende riconducibili a tale Giuseppe Guglielmino, ma intestate a prestanome, come la “Geo Ambiente”, la “Clean up”, e la “Eco business” (delle quali è stato disposto il sequestro preventivo della totalità delle quote societarie e dell’jntero patrimonio aziendale) che hanno operato nelle province di Catania, Siracusa e Ragusa, con un allargamento della sfera di interessi in Calabria.
Il Gip, nel medesimo provvedimento, ha disposto il sequestro preventivo d numerosi fabbricati, autoveicoli, motoveicoli, e diverse attività commerciali.
Angelo Conti
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