“Maggioranza Motta a rotoli: sull’elezione del presidente del Consiglio, traditi accordi e principi”. Parla chiaro la nota che i partiti d’opposizione presenti nel Consiglio comunale di Belpasso (Catania) diffondono a due giorni dallo psicodramma dell’altro ieri sera, quando tutti – in base agli accordi stipulati due anni e mezzo fa – si aspettavano l’elezione del consigliere Santi Borzì (lista Belpasso Futura, componente della maggioranza) alla carica di presidente del Consiglio comunale, e invece inaspettatamente – dopo una votazione conclusasi sul filo di lana per 9-7 – si sono ritrovati la collega Patrizia Vinci (stessa lista) ad occupare la poltrona più alta del civico consesso.
Un risultato – è stato detto dallo stesso Borzì – che è il prodotto di una politica “eterodiretta” da qualcuno, definito dallo stesso “l’innominabile”, di cui però egli non ritiene di chiarire le generalità.
Ad essere messo sul banco degli imputati è il movimento Diventerà bellissima del governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che a Belpasso detiene la maggioranza in Consiglio grazie ai due punti di riferimento che in loco ne garantiscono gli equilibri:il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo, ex sindaco della cittadina etnea, e il deputato Giuseppe Zitelli. Ad accusarlo in modo spietato, lo stesso Borzì e i partiti di opposizione.
“I componenti di Diventerà Bellissima – si legge nella nota della minoranza -, dopo essersi appropriati della vicepresidenza, hanno tramato per silurare financo il candidato alla presidenza individuato in una lista loro alleata”.
“Ciò conclama – aggiungono – la fine della spinta propulsiva di questa compagine amministrativa, in crisi di contenuti e priva di qualsiasi visione sul futuro politico di Belpasso che non sia quello dell’interesse elettorale sotteso alla rielezione del proprio deputato regionale di riferimento” (l’allusione è a Giuseppe Zitelli di Diventerà bellissima, ndr.).
“Che le due anime della maggioranza Motta – scrivono i consiglieri di minoranza – se le siano date di santa ragione in occasione dell’elezione del nuovo presidente del Consiglio dimostra, ancora una volta, che sono più occupati a spartirsi incarichi e prebende piuttosto che a perseguire il bene di Belpasso”.
Per questo, si legge ancora nel comunicato, “i consiglieri comunali di opposizione esprimono il loro disappunto dopo aver assistito all’ennesimo teatrino messo in atto dalla maggioranza del Sindaco Motta, il quale è persino sfuggito al dibattito consiliare” (Daniele Motta, infatti due sere fa, non era presente in Consiglio, ndr.).
“Come nel 2018 – ricordano i consiglieri – al programmato ricambio del presidente dopo due anni e mezzo, le forze di opposizione si sono rese nuovamente disponibili per votare alla presidenza un nome proposto dalla maggioranza in cambio di un vice presidente assegnato alle opposizioni, per godere di figure super partes e garantire all’ufficio di presidenza un equilibrio istituzionale”.
“Il nostro augurio alla presidente neo eletta Patrizia Vinci – concludono – è quello di gestire i lavori consiliari in modo da superare il muro contro muro imposto in precedenza da questo sindaco ed in particolare dalla compagine di Musumeci, e che si pensi ad affrontare le tematiche che hanno bisogno di risposte come la revisione del piano regolatore generale, la crisi dei villaggi periferici e una programmazione economica oculata”.
Nella foto: il municipio di Belpasso (Catania)
Luciano Mirone
Se qualcuno mi avesse detto che nel 2021 il Cartellone della politica avrebbe rimesso in scena gli abusati copioni degli anni Sessanta, come minimo lo avrei apostrofato dandogli del pazzo. Questa vicenda ha dell’incredibile, non tanto perché non può accadere, quanto perché è accaduta. Con il ricambio generazionale della politica belpassese si pensava che si fosse definitivamente girato pagina, invece il Manuale Cencelli continua a farla da padrone. Mi spiace, ma quella che qualcuno chiama”porcata” non ci sarebbe stata senza un accordo elettorale che sa tanto di prima repubblica e poco di rinnovamento. Chi ha fatto da regista non ha pensato alle conseguenze che consegnano alla città un Consigliere a potenziale rischio demotivazione e un Presidente a parziale legittimazione. E spiace tantissimo, se si considerano le persone e le loro qualità. Ho sempre sostenuto che per servire il convento non occorra essere per forza Priore, si può farlo anche da semplice frate. Spero che, superata la delusione, il risentimento si assopisca e il mancato presidente (che rimane uno dei pochi capaci di esprimere qlc contenuto) anche da semplice consifliere continui a fare la propria parte, collaborando con la nuova presidente e contribuendo alla realizzazione di ciò che serve ciò che serve!), accantonando finalmente ciò che è superfluo, effimero, inutile,superato e anacronistico. Spero anche che il neo Priore – presidente, pardon – riesca a muoversi al di sopra delle parti, guidando la nave verso acque più tranquille. In caso contrario dovrò chiedere scusa ai Farinella, Assero e a tutta quella generazione per gli insulti da me rivolti sul loro modo di fare politica. Erano gli anni della cosiddetta prima repubblica, la quale, paradossalmente e nonostante tutto, assegnava la presidenza di una delle due Camere all’opposizione, come dimostrato dalle presidenze di Pertini, Ingrao, Iotti. Ma questa è un’altra storia: i nostri consiglieri sono troppo giovani e non possono sapere