Le riaperture in Italia sono “un segnale che viene percepito come liberi tutti” e “si sappia che certe soluzioni vogliono dire un sacco di morti in più”. Il professor Massimo Galli commenta così le misure varate dal governo, con riaperture e via libera agli spostamenti come prevede il decreto varato dal governo.
“Il mio dovere non è parlare del mio stipendio o di quello degli altri. Ammetto assolutamente il disagio di chi non prende lo stipendio, ma io non posso non dire che in certe situazioni avremo reparti e rianimazioni piene. Io questo devo dire, io devo descrivere il problema”, dice il responsabile di malattie infettive del Sacco di Milano a Agorà.
“La politica deve trovare una soluzione. Se la politica non tiene conto di determinate realtà, è mio dovere dirlo sulla base dei dati che ho. Se mi si continua a dire che c’è una contrapposizione tra gli italiani che il 27 prende lo stipendio e quelli che non lo prendono, sono il primo a riconoscerlo: è un problema da risolvere e deve farlo la politica, ma si sappia che certe soluzioni vogliono dire un sacco di morti in più”, dice.
“Più di tutto quello che mi preoccupa è un segnale che viene percepito come un segnale di liberi tutti, e questo non può che essere nocivo, perché non siamo abbastanza avanti con la vaccinazione. Non siamo scesi abbastanza: stiamo ancora sospesi, non siamo davanti ad una situazione tranquilla e stabilizzata”, aggiunge.
Cosa si rischia? “Preferisco non prevedere, dico solo che non siamo scesi abbastanza. E’ come se non ci si preoccupasse di un problema idraulico che rischia di provocare un allagamento. Anche la riapertura delle scuole è una scelta importante a livello sociale, ma abbiamo a che fare con la variante inglese che si è diffusa in maniera assoluta. E con questa variante, bambini e ragazzi si infettano”, afferma prima di soffermarsi sul tema della campagna di vaccinazione.
“Il discorso può essere riportato a quello che scrive il New York Yimes sulla situazione degli Usa: attualmente lì ci sono 213 milioni di vaccino somministrato, sono 64 dosi ogni 100 abitanti. Noi abbiamo 26 dosi per 100 abitanti. Negli Usa la riduzione delle restrizioni ha causato l’aumento delle infezioni del 10% in 21 stati, hanno avuto un aumento dei ricoveri. Nel Regno Unito hanno somministrato quasi 43 milioni di dosi, sono 64 ogni 100 abitanti”.
Adnkronos
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