Dopo la riunione svoltasi ieri presso l’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Catania, minacce e insulti verso l’assessore al ramo Giuseppe Lombardo, con l’intervento della Polizia. L’ufficio stampa dell’Amministrazione guidata dal sindaco Salvo Pogliese ricostruisce “la sua” versione dei fatti attraverso una nota ufficiale e le parole dell’assessore.  

“Nonostante l’impegno – dice Lombardo – assunto a riattivare il tavolo tecnico insediato nei mesi scorsi in attuazione di quanto dispone la sentenza tar Catania sez. I 397/2021 del 10 febbraio 2021 e aver ribadito piena disponibilità per individuare soluzioni finanziarie compatibili, ho dovuto lasciare gli uffici dell’assessorato scortato dagli agenti della Digos, che mi hanno dovuto proteggere dagli atteggiamenti minacciosi di soggetti che hanno lanciato pesanti invettive, in qualche caso persino aizzati dagli stessi responsabili della gestione. Fino all’arrivo di due volanti della Polizia di Stato, la cui vista ha fatto immediatamente disperdere i più facinorosi”.

La riunione alla quale l’assessore fa riferimento riguarda la vertenza Mary Poppins, svoltasi con i vertici dell’associazione Primavera, che gestisce un centro di accoglienza per minori nel quartiere di Librino, sulla scorta di un accordo di project financing stipulato alla fine degli anni ‘90 con l’Amministrazione Comunale.  

“Purtroppo – afferma Lombardo- ho dovuto prendere atto ancora una volta dell’atteggiamento pretestuosamente aggressivo, oggi persino ai limiti della minaccia fisica di parte di taluni, nonostante il silenzio che da lungo tempo mi sono imposto, considerate le pendenze giudiziarie davanti alla magistratura amministrativa, e nonostante le falsità dette e ridette in più occasioni. A questo punto mi corre di dover rappresentare pubblicamente alcune evidenze”.

“Già nel febbraio del 2019 – dice  l’assessore – avevo informalmente manifestato ai rappresentanti dell’associazione Primavera la concreta possibilità di rivedere costi e organizzazione dei servizi, tentando, invano, di aprire un dialogo che portasse a una soluzione condivisa alla luce del dissesto e dell’obbligo che la legge pone in capo alle amministrazioni in queste condizioni finanziarie di rivedere tutti i costi di tutti i servizi comunali, per attuare il doveroso rientro dai costi esorbitanti, divenuti insostenibili per le esauste casse comunali”.

“Ho trovato solo dinieghi – insiste il titolare comunale dei Servizi sociali – come se il budget annuale di 2.200.00 euro, percepiti da oltre 20 anni, fosse immodificabile, trascurando che si tratta di denaro pubblico la cui spesa va necessariamente razionalizzata, soprattutto alla luce del dissesto che penalizza fortemente l’azione amministrativa e dunque i servizi ai cittadini”.

“Peraltro – aggiunge Lombardo- dall’ultima ispezione effettuata dagli uffici della direzione ‘politiche sociali’ è emerso come parte del personale impiegato, sia stato assunto tra marzo e maggio 2019, gravando eccessivamente sui costi di funzionamento e quando già la riduzione dei servizi svolti dall’associazione Primavera,  fosse già conosciuta come qualcosa più di un’ipotesi”.  

“La sentenza del Tar Catania – spiega la nota municipale – stabilisce puntualmente che il Comune, in virtù del dissesto, può modificare le condizioni del contratto unilateralmente, nel caso in cui non si addivenisse ad un accordo tra le parti, secondo le forme previste dalla legge. E per questo si è insediato un tavolo tecnico tra le parti per giungere ad una soluzione condivisa che potesse rivedere, nei limiti delle risorse disponibili, il presunto taglio. Tuttavia ho dovuto ripetutamente constatare, non senza amarezza, l’assenza di collaborazione dell’associazione Primavera che si ostina a non esibire la documentazione contabile e finanziaria che costituisce il presupposto indispensabile per eventuali modifiche dell’indirizzo di rimodulazione dei servizi, in ossequio alle norme sul dissesto”.  

“Tuttavia – prosegue l’assessore – richiamo tutti al senso di responsabilità che impone precisi doveri, come quello di rendere conto ad un’amministrazione pubblica che per oltre vent’anni ha sostenuto il cosiddetto ‘progetto di finanza’, erogando copiose somme di denaro, che complessivamente si avvicinano ai cinquanta milioni di euro. Sono infatti convinto -soprattutto dopo questi tre anni alla guida dell’assessorato comunale ai servizi sociali- che la lotta alla povertà educativa non è appannaggio di questo o di quel soggetto, pubblico o privato, ma un impegno corale e rigoroso di tutte le istituzioni che, in sinergia con il terzo settore, che produce straordinari risultati: più di mille minori assistiti nelle strutture convenzionate con il comune e più di 400 titoli di educativa scolastica ed extrascolastica attivati”.

Nella foto: l’assessore Lombardo costretto a ripiegare nell’auto della Digos

Redazione