Quella stretta di mano che ieri Crocetta ha negato a Pif è la triste metafora di una carriera che volge tristemente al tramonto, specie se si pensa che il gesto è stato attuato al termine di una durissima polemica che riguarda la mancanza di fondi per i disabili, di cui l’ex giornalista delle “Iene” attribuisce la responsabilità al governatore.
La vicenda, come si sa, inizia qualche giorno fa negli uffici dell’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali Gianluca Miccichè (Udc, solo un omonimo del più famoso Gianfranco, ex ministro di Forza Italia del governo Berlusconi, con il quale Crocetta, ora che si avvicinano le elezioni regionali, è stato visto a cena qualche sera fa), dove i due fratelli tetraplegici Alessio e Gianluca Pellegrino hanno fatto un’anticamera di “sole” otto ore senza ottenere quanto promesso oltre un anno fa dall’assessore Miccichè: un’assistenza 24 ore su 24 adeguata al loro status di disabili. Dopo che le “Iene” avevano filmato tutto, l’assessore è tornato sui suoi passi rivolgendosi implorante ai due fratelli: “Il servizio h24 potrebbe partire già in primavera. Se io resto assessore. E questo non dipende da me, ma da voi. Se mi date una mano a restare”.
Il video indigna l’opinione pubblica, al punto che poche ore dopo l’assessore presenta le “dimissioni irrevocabili”, ma ieri mattina una delegazione dei tremilaseicento disabili siciliani protesta davanti a Palazzo d’Orleans, sede del governo regionale, per un incremento dei fondi regionali affinché sia assicurato il “diritto a vivere una vita all’altezza delle proprie aspirazioni e desideri”.
Qualche ora dopo un gruppo di una cinquantina di manifestanti capeggiato da Pif viene ricevuto da Crocetta e lì, negli uffici della giunta regionale, va in onda il secondo atto del dramma politico del governatore (il primo si era appena concluso con le dimissioni del suo assessore).
Il regista lo incalza e lo “cazzìa” a ripetizione, alza la voce, mentre lui incassa cercando ogni tanto di abbozzare una risposta, ma è tempo perso, e poi Pif è un fiume in piena: “E’ finita la pazienza. Non ci sono più margini di trattativa. Se non è capace di trovare i fondi si dimetta”. Una parola, “dimissioni”, risuonata anche sui social network durante l’intera giornata di ieri. “Presidente, c’è un’emergenza” ha insistito Pif, “ci sono 3600 disabili che non hanno assistenza. E’ un loro diritto. Non abbiamo più pazienza, deve trovare subito una soluzione definitiva, basta perdite di tempo. Ci deve dire quando. Oggi pomeriggio è già tardi. Siamo incazzati, ci sono i disabili che aspettano”.
Il presidente abbozza una risposta: “Ci metto te al mio posto, così risolvi il problema”, ma è un ulteriore segnale di un Crocetta in stato confusionale: “Ma io non sono mica il presidente della Regione”, ha controbattuto Pif fra gli applausi degli astanti. “Se non risolve il problema di tutti i disabili entro due mesi si dimetta”.
Crocetta si aggrappa all’ultima, fatidica frase: “Questo in politica si chiama ricatto, ho preso degli impegni e tu li verificherai.”. Il boomerang torna indietro con una veemenza incredibile: “I ricatti li faceva il suo assessore. Presidente è finita. Non avete più credibilità”.
Tutti si alzano e stanno per andar via. Il regista tende “il cinque” al governatore per una stretta di mano che dovrebbe sancire un minimo di distensione. Crocetta nega la mano, ed è in questo gesto che viene sancita la fine di un’utopia alla quale appena quattro anni fa molti siciliani avevano creduto.
Luciano Mirone
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