“Se la sinistra ha scelto di affrontare la campagna elettorale di Palermo attivando la macchina del fango, evidentemente è a corto di argomenti. Non intendo percorrere alcun sentiero dialettico che mi porti lontano dai problemi reali della città.
Sarebbe facile fare riferimento alla campagna del 2017, quando Ferrandelli difendeva fra i suoi alleati proprio Totò Cuffaro, evidentemente amico comune. Oppure dovrei andare a fondo della vacuità della campagna di Miceli e rammentare di quando il Pd cercava il campo largo con i centristi. In questo caso, se si fosse realizzata, sarebbe forse stata una coalizione meno maleodorante?”.
Così, in una nota, Roberto Lagalla, candidato della coalizione di centrodestra al Comune di Palermo. “La mafia – continua – è un virus mutante, infido, è un fenomeno sociale complesso, guai a cadere nella tentazione delle facili generalizzazioni e dei luoghi comuni. Chi lo fa, vuole solo nascondere sotto il tappeto dell’antimafia parolaia tutta la polvere che soffoca la nostra città, da troppo tempo in mano alla sinistra. Parlano per me le attività e le iniziative portate avanti in questi anni e le coerenti posizioni assunte durante tutta una vita di lavoro e di impegno civile. Premesso che il contrasto alle mafie è ad ogni forma di illiceità costituisce un prerequisito essenziale per ogni buona amministrazione sarà facile verificare, nei quotidiani comportamenti, come non vi sia nessun pactum sceleris o forma di ispirazione a soggetti che abbiano avuto condotte men che corrette ed irreprensibili. Sono e sarò garante di una coalizione che, lontana da ogni diversa motivazione o tentazione, intende sposare gli interessi legittimi e le aspettative delle donne e degli uomini onesti di Palermo”, conclude.
Nella foto: Roberto Lagalla, candidato del centrodestra alla carica di sindaco di Palermo
Ansa
Lascia un commento...