L’Italia ha dato al mondo il fascismo e la mafia, ma anche l’antimafia e la resistenza: Mussolini e Andreotti, ma anche Pertini e Borsellino. Non rimuoviamo la vergogna e non dimentichiamo l’onore.
Noi non abbiamo sogni, non lamentele, non critiche da fare – ora – ai politici che ci hanno portato qui: ci sarà tempo per parlarne. Ora bisogna semplicemente guardarci in faccia, decidere – ciascuno – cosa vogliamo fare e agire di conseguenza.
Qua ai “Siciliani” la cosa è semplice: noi lotteremo contro il potere mafioso che ha, riammazzando Falcone, riconquistato Palermo.
Ai nostri amici antichi, ai vecchi compagni di strada, diciamo che noi siamo sempre qui, e saremmo più forti se ci fossero anche loro. Ai nostri giovani amici, che amano le belle idee ma non hanno tempo per lavorarci, diciamo che oggi è il momento in cui, col rischio e la fatica, possono diventare davvero uomini e donne.
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Il popolo siciliano, coi suoi acclamati mafiosi e i suoi buffoni, attraversa oggi uno dei momenti più bassi della sua storia. L’Italia, cent’anni dopo, ritrova la sua povera tana nella paura degli altri e nell’egoismo. “Eppure – diranno gli storici – non eravate soli. Fascisti voi, ma fascisti pure paesi civilissimi come gli svedesi. I russi e i fratelli ucraini, che morirono in massa per fermare il nazismo, hanno svastiche e rune nelle loro file. L’America che combattè per liberare i neri e stroncare Hitler ha molti che rimpiangono la schiavitù e il razzismo. L’ignoranza del povero e l’egoismo del ricco si sposano, a nord a sud, per infelicitare la vita.
A questo buio che si allarga per coprire il cielo, opponiamo i nostri semplici corpi e la nostra vita. Vogliamo vivere, studiare, crescere, lavorare, viaggiare, amare, essere amati, fidarci dei nostri padri, sorridere ai nostri figli: tutto qua. E siamo decisi a muoverci per non dover rinunciare a tutto questo.
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Sicilia buco del mondo, Sicilia dei morti di mafia, Sicilia dei ragazzi di Fava e di Borsellino. Sicilia feroce e povera, Sicilia di dignità e di bandiere. Sicilia con la valigia di cartone, Sicilia con la lupara e le bombe. In questo piccolo mondo, nella disgrazia di oggi e nell’amore di ieri, si concentra tutto. E non servono più parole.
Riccardo Orioles
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