Il 26 febbraio 2023 un’imbarcazione con molte persone a bordo si è spezzata in due a pochi metri dal nostro litorale, in Italia. Le autorità, avvertite, non avevano attivato soccorsi. Ottanta sopravvissuti, forse cento morti. Tra le vittime anche molti bambini. La strage per omissione di soccorso era “prevedibile ed evitabile”.
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Questa data resta inchiodata nella nostra storia, segna un prima e un dopo, come in quella tedesca il 9 novembre 1938, la “notte dei cristalli” in cui lo stato, fino a poco prima una civile repubblica, scatenò la caccia agli ebrei. Colpa di tutto il popolo? No: In Italia solo un quarto della popolazione ha votato per i governi più o meno razzisti che si sono succeduti. Sei milioni di italiani, vecchi e giovani, uomini e donne, sono impegnati in una qualche forma di solidarietà. Ma la data alla fine è arrivata, non si può più rimuovere. O la tolleri o la combatti.
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Non servono molte parole. Siamo in tanti, dobbiamo semplicemente alzarci in piedi, essere forti insieme. Noi dei Siciliani, che non siamo un partito ma una libera rete di amicizie e azioni, chiediamo a te che ci leggi (a te proprio, non a una massa indefinita) di fare quel poco o tanto che puoi, con noi o con altri, per fermare l’orrore. Non tocca a nessun altro, tocca a te.
Nella foto: la spiaggia di Cutro, in Calabria, dopo la morte dei migranti
Riccardo Orioles
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