“La carenza di personale nelle strutture sanitarie pubbliche etnee ha raggiunto oramai “livelli inaccettabili. Lo dimostra il fatto che l’Asp è costretta a rivolgersi a privati che assicurano il servizio dei medici a gettone per 100 euro all’ora”.

Lo denuncia la Cgil e la Funzione pubblica (Fp) Cgil di Catania, che in una nota dice: “Una situazione che suona ancora più assurda se si considera il numero chiuso per l’accesso alla Facoltà di Medicina e alla luce di quanto divulgato sabato scorso dal quotidiano La Sicilia a proposito dell’affido da parte dell’Asp di professionisti a chiamata, ad una cooperativa che si è aggiudicata l’appalto il cui servizio appare piuttosto opaco”.

“Senza contare – dice il sindacato – la discriminazione e il linguaggio d’odio usati sui social ai danni di persone LGBTQA da un membro del cda della coop”. 

Il segretario generale della Cgil Carmelo De Caudo e la segretaria generale della FP Cgil di Catania, Concetta La Rosa, “nel ribadire l’insensatezza della chiusura dell’accesso alla professione medica”, denunciano “la gravissima assenza di personale medico e amministrativo e chiede immediate assunzioni e stabilizzazioni”.

“Il ricorso a ‘gettonisti’ e all’esternalizzazione delle posizioni lavorative necessarie al funzionamento della sanità pubblica – affermano i sindacalisti – non è più una misura emergenziale ma rischia di diventare la norma. Una prassi inaccettabile che compromette efficienza e professionalità della pubblica amministrazione”.

La Cgil e la FP CGIL “proporranno inoltre alle associazioni LGBTQIA+, la creazione di un osservatorio sulle discriminazioni omofobe, transfobiche, sessiste e abiliste nella pubblica amministrazione, in modo da monitorare e denunciare immediatamente eventuali comportamenti discriminatori”.

Nella foto: l’ospedale Cannizzaro di Catania (immagine d’archivio)

Redazione