“La campagna elettorale del M5s è stata gestita in modo fallimentare, verticistico e autoritario. Il coordinatore regionale Nuccio Di Paola si dimetta dal ruolo di referente regionale”. Gli attivisti catanesi del movimento di Conte si ribellano contro il loro stesso coordinatore regionale di cui chiedono la testa.

“La debacle del M5s alle amministrative di Catania – scrivono i militanti pentastellati -, nonostante i toni trionfalistici del referente regionale Nuccio Di Paola e della portavoce all’Ars Jose Marano, è sotto gli occhi di tutti: il MoVimento ha raggiunto un misero 5,68% e può contare solo su due rappresentanti in Consiglio comunale”.

“La campagna elettorale – dicono – è stata gestita senza coinvolgere la base e in modo autoritario, lontano dall’opportunità politica e dall’etica del MoVimento, dal deputato nazionale Luciano Cantone e dalla Marano, nominati unici responsabili da Di Paola – e da lui sostenuti in tutte le scelte – sia nelle trattative con le altre forze progressiste (ci teniamo a sottolineare che il M5S da leader è stato ridotto a semplice gregario), sia nella formazione della lista”.

“Cantone – aggiungono – ha persino escluso arbitrariamente, all’ultimo momento, un attivista storico dalla lista. E, dopo l’esito delle elezioni, ha scaricato la responsabilità del disastro sugli attivisti”.

“La lista del M5s – svelano in questa nota – è stata secretata.  Sono stati inseriti nominativi ‘estranei’, anche con pregresse esperienze in partiti avversi, e qualcuno ha utilizzato Caf per sponsorizzarsi, pratica da sempre censurata dal M5s. Sono così stati penalizzati attivisti storici già in lista e sacrificati potenziali candidati ‘interni”.

“Di Paola, Cantone e Marano – proseguono gli attivisti – si sono assunti personalmente la responsabilità dei nominativi in lista”. 

“Storia già vista e vissuta recentemente in altri territori – si legge ancora – , Misterbianco in primis, dove sono stati esclusi attivisti storici a favore di ‘estranei’, alcuni con un passato politicamente discutibile. Risultato? I consensi sono scesi dal 7,35% al 3,41%”.

“Secondo i referenti – tuonano gli autori del comunicato – solo l’apporto di candidati ‘estranei’ avrebbe fatto superare la soglia del 5%. A parte il fatto che obiettivo primario del M5s dovrebbe essere la qualità dei candidati e non la quantità dei voti portati, pensiamo che la disfatta sia da imputare, soprattutto, alla cattiva gestione della campagna elettorale, all’inserimento di ‘estranei’ in lista, al tradimento della nostra identità e all’esclusione della base, profonda conoscitrice del territorio, da qualsiasi processo partecipativo. Gli elettori hanno capito e hanno punito il M5s”.

“In difesa dei valori identitari e della trasparenza e coerenza del MoVimento 5 Stelle – è scritto nella nota -, il gruppo degli attivisti di Catania e di comuni limitrofi chiede che chi ha gestito questa campagna elettorale si assuma le proprie responsabilità: Di Paola (messo a tempo debito a conoscenza delle vicende catanesi) si dimetta dal ruolo di coordinatore regionale e Marano e Cantone vengano esclusi dalle attività politiche e organizzative di Catania”.

“Si nomini un nuovo coordinatore – conclude il comunicato – e si inizi a lavorare nel territorio con i nuovi referenti Nunzia Catalfo ed Eugenio Saitta, che sicuramente terranno nella giusta considerazione la base degli attivisti e saranno loro ‘portavoce”.

Gli attivisti M5s di Catania e comuni limitrofi:

Aldo Bellia, Dario Bruca, Davide Cadili, Alessandro Cantale, Santo Caporale, Luca Coco, Rosa Conti, Salvo Conti, Luciano D’Amico, Rosario Diamante, Caterina Di Bella, Mirko Galatello, Riccardo Lanzafame, Dorotea Leonardi, Carmelo Leone, Roberto Malfitana, Carmela Mammano, Agostino Marottoli, Salvatore Mazzola, Simone Menza, Alfio Mirabella, Agata Montesanto, Fabio Musmeci, Marcello Platania, Titta Prato, Giuseppe Privitera, Carmine Raimondi, Giusy Rannone, Fabio Riolo, Davide Russo, Alberto Torregrossa, Mikael Tosto, Ciro Torrisi, Anna Maria Tuccio, Angelo Viola.

Redazione