Oltre 20 storici, archeologi, antropologi, filosofi e studiosi internazionali il 26 e 27 luglio in Convegno a Ragusa per indagare i sostrati più profondi della storia: «Dall’Uomo del Rame all’Homo faber»
Dopo i primi due convegni di studio, il primo dedicato alle tecnologie del legno nella storia e il secondo ad una rilettura critico-storica del Medioevo europeo, Ragusa, città d’arte tra le più ammirate d’Italia, per la terza volta è sede di un forum scientifico di rilievo globale.
Il Convegno di studi, di carattere interdisciplinare, è organizzato dal Laboratorio degli Annali di storia dei mutamenti globali, che risiede proprio a Ragusa, in partenariato con l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Genova, il Laboratorio di Storia Marittima e Navale dell’Università di Genova, l’Università di Siena, la New York University statunitense e il Centre National de la Recherche Scientifique francese.
Attraverso questo momento di studio, spiega il direttore scientifico del Laboratorio degli Annali, lo storico Carlo Ruta, di cui è appena uscito il saggio Homo faber e civiltà, che costituisce un po’ il manifesto di apertura del Convegno, «si intende focalizzare e localizzare alcuni fatti specifici lungo le linee di transito tra preistoria e storia, a partire dalla cesura determinata dalla scoperta e dalla lavorazione del rame».
Osserva ancora lo studioso: «Si tratta di aprire varchi di studi che pongano in evidenza l’autonomia di quell’età come punto di avvio di percorsi complessi, che in maniera diretta portarono alla lavorazione ingegnerizzata del legno con mezzi idonei, all’assemblaggio quindi dei mezzi nautici, e alla lavorazione avanzata del blocco di pietra, che con la squadratura geometrica e le tecniche modulari fornì i modelli costruttivi della città storica».
Inoltre, secondo il direttore degli «Annali di storia dei mutamenti globali», obiettivo di questo Convegno internazionale «dovrà essere quello di discutere le interazioni e i nessi causali tra tale travaglio tecnologico e i processi che, ancora sotto l’egida del rame, portarono alla strutturazione dei modelli geometrico-matematici e alla maturazione-nascita della scrittura».
Il focus finisce con il convergere in sostanza sulla storia perché, osserva lo studioso, l’Homo faber diventa l’uomo della storia, «che va declinandosi, di epoca in epoca, in modo multiforme, attraverso dialettiche complesse e incalzanti tra natura e civilizzazioni, bisogni non solo materiali e risorse disponibili, strutture tecnologiche e percorsi razionali».
Su piano del metodo, spiega lo storico, si cerca poi, ancora una volta, di fuoriuscire dal modello del convegno-contenitore privo di un reale e vincolante filo conduttore: «anche questo appuntamento scientifico, come i due precedenti, parte dalla definizione di ambiti tematici che non sono casuali poiché ispirati da esigenze oggettive, di rilievo strutturale, e, in particolare, da elaborazioni in corso d’opera presso il Laboratorio. Il campo è sufficientemente largo ma i confini sono definiti con chiarezza. La mission rimane quindi quella di produrre conoscenze nuove, coese e di spessore paradigmatico: un cammino evidentemente complesso e difficile ma sostenuto dall’esigenza di fare scienza e da obiettivi motivanti».
Ma cosa accadrà in questo terzo appuntamento internazionale? La coordinatrice organizzativa del Laboratorio, Giovanna Corradini, spiega: «Dopo la relazione scientifica di apertura del direttore Carlo Ruta, che illustra l’impegno paradigmatico che è alla base del Convegno, dall’Uomo del rame alle svolte tecnologiche sorprendenti dell’Homo faber, fino alla nascita della scrittura e della città storica, la parola passerà agli oltre venti studiosi italiani ed esteri convocati per la discussione. Naturalmente, ogni studioso, raccolte le premesse tracciate dallo storico delle civilizzazioni, imposterà il suo contributo scientifico nei modi che ritiene opportuni, sulla base dei propri interessi disciplinari».
Ecco allora, insieme con Carlo Ruta, i protagonisti del convegno: Francesco Aleo, Facoltà teologica, Palermo; Emiliano Beri, Università degli Studi di Genova; Alberto Cazzella, Sapienza Università di Roma; Loredana Di Lucchio, Sapienza Università di Roma; Annalisa Di Nuzzo, Università S.O.Benincasa di Napoli; Corrado Fianchino, Università degli Studi di Catania; Giuseppe Foglio, scrittore e storico, Bari; Claudio Giardino, Università del Salento; Pamela Kyle Croosley, Dartmouth University, USA; Marco Leonardi, Università degli Studi di Catania; Michele Longo, Università degli Studi di Palermo; Clemente Marconi, Università degli Studi di Milano, New York University; Juan Carlos Moreno García, CNRS Francia, La Sorbonne, Paris; Sandra Origone, Università degli Studi di Genova; Giulia Recchia, Sapienza Università di Roma; Antonino Saggio, Sapienza Università di Roma; Giuseppa Tamburello, Università degli Studi di Palermo; Umberto Tecchiati, Università degli Studi di Milano; Maristella Trombetta, Università degli Studi di Bari; Giuseppe Varnier, Università di Siena.
Redazione
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