“Incalzare la tracotanza del governo Schifani”. E’ la frase d’ordine che il segretario del Pd in Sicilia, Anthony Barbagallo, deputato nazionale, lancia nel corso della Direzione regionale, guidata da Antonio Ferrante, riunitasi oggi a Catania all’Hotel Parco degli Aragonesi per discutere di “Elezioni amministrative, analisi del voto e situazione politica”. Una elezione che ha visto i Dem perdenti in vari punti della regione. Alla fine la direzione approva all’unanimità la relazione di Barbagallo.

E’ emersa “un’analisi del voto lunga e approfondita, a tratti con passaggi duri e intensi perché per il PD non è stata certamente una vittoria”.

“Però – afferma Barbagallo – abbiamo rilanciato la prospettiva politica e le nostre proposte per una opposizione sempre più tenace al governo Schifani e a Giorgia Meloni. A partire dalle battaglie dell’autonomia differenziata, per una sanità più equa e giusta e un sistema dei rifiuti in Sicilia che aspetta una riforma da troppo tempo. Sono battaglie su cui incalzeremo da subito nelle aule parlamentari e fuori dal palazzo questa destra oramai così tracotante”.

Numerosi gli interventi che si sono alternati dopo l’intervento del segretario: da Antonello Cracolici a Peppe Provenzano, da Nello Dipasquale al capogruppo Pd all’Ars, Michele Catanzaro, ad Antonio Nicita e Mirello Crisafulli. 

“I mesi trascorsi sono stati ad altissima concentrazione di tensione, di lavoro, cambiamento e, se permettete, tradimento perché la scelta che ha fatto Caterina Chinnici brucia ancora – ha detto, tra le altre cose Barbagallo nella sua relazione – …Inutile tentennare, la sconfitta è stata netta, incassiamo il colpo consapevoli di essere stati colpiti, lì dove meno ce lo aspettavamo, nelle città, nelle amministrazioni locali”.

Ha proseguito il segretario: “Il PD esce sconfitto da queste elezioni e la linea politica non può che essere quella della sobrietà e della riflessione. In moltissimi comuni la lista si ferma sotto il 10%, il Partito non vince e non cresce. Questo ci tocca dire con severità, questo l’atto di colpa che spetta ad un Partito che ha scelto di iniziare il lavoro di ricostruzione a partire dalla propria credibilità e dal riconoscimento dei propri errori. Questo abbiamo fatto, davanti alle telecamere, ai giornalisti e agli avversari.Ma – ha aggiunto – per sgranare il rosario degli errori, o meglio per farlo imparando da questi e non solo recitando la parte che tutti si aspettano da noi, bisogna concedersi la pazienza della riflessione, il tempo della lettura attenta, senza usare la mannaia sbrigativa del processo televisivo”.

“Diventa indispensabile – seguita Barbagallo – frugare nell’ombra, ai bordi di quella che è una ragione abbagliante, e ammettere che se vogliamo affiancare alla severità dell’analisi, la serietà ’ dell’analisi, dobbiamo provare a leggere i segnali positivi e sapere dare loro il giusto riconoscimento. In quei segnali positivi (che probabilmente daranno fastidio a qualcuno) si celano, infatti, le storie, le fatiche, l’impegno e il radicamento di tanti militanti e di tanti dirigenti che da sempre si spendono per il partito e nel partito, nei comuni di appartenenza”.

“Nella nostra analisi – prosegue il segretario del Pd siciliano – , una considerazione di rilievo, non può non averla l’astensionismo: continua a crescere, in Sicilia come nel resto del paese. Ha votato poco più di un siciliano su due. Certamente tra i non votanti c’è una parte di delusi della sinistra e del centrosinistra che dobbiamo convincere nuovamente con una proposta politica più convincente e più radicale”.

“Sarebbe utile a molti un esercizio di mea culpa.Prima di discettare a mezzo stampa degli errori del PD e – ha affermato – prima di diagnosticare problemi nei partiti per i quali non hanno votato dovrebbero farsi due conti, con una mano sola, e affidare ad uno psicologo, più che ad un politologo, la valutazione sugli esiti di questa tornata elettorale”.

Nella foto: un momento della direzione regionale del Pd svoltasi oggi a Catania

Redazione