Una petizione su change.org per “condannare il violento sgombero avvenuto nei giorni scorsi in via Sant’Elena a Catania” con richiesta “di assegnazione dei locali al progetto del consultorio Mi cuerpo es mio e dello studentato 95100″, è stata lanciata nelle ultime ore (con una raccolta di migliaia di firme) per stigmatizzare l’atto che nei giorni scorsi ha visto uno spiegamento di forze senza precedenti (la polizia con mezzi blindati) per chiudere un centro che, secondo varie voci, era un presidio di legalità e di diritti umani. Questo il testo della raccolta di firme.

“All’alba del 5 dicembre sono stati sgomberati i locali di Via Sant’Elena e via Gallo in cui, da più di sei anni, centinaia di attivisti\e e volontari\e portano avanti progetti mirati a fronteggiare la violenza di genere, l’emergenza abitativa di studenti e studentesse, l’assenza di servizi socio-sanitari nella città di Catania. 

I locali dello Studentato 95100 sono stati indispensabili per la città di Catania in questi anni, e crediamo che lo sgombero dello stabile sia un danno per la città tutta e un’azione assolutamente miope. 

Era febbraio del 2018 quando, in quanto studenti universitari e studentesse universitarie ci trovammo a vivere, con moltissimi altri e altre, una beffa: essere “idonei non assegnatari” a borse di studio e posto letto, ovvero coloro i quali hanno per legge un diritto ma a cui la Regione non riesce a garantirlo per scarsità di fondi. In questi anni ci siamo presi/e cura dello spazio, lo abbiamo fatto fiorire, lo abbiamo ripulito ed abbellito e sappiamo che a testimoniare ciò ci sia una moltitudine di persone che hanno vissuto, insieme a noi, la fatica nel ridare vita ad un posto abbandonato dagli enti preposti. 

Abbiamo reso la salute ed il benessere temi centrali, offrendo alla cittadinanza la possibilità di riscoprire una medicina territoriale, che possa essere un luogo in cui i dubbi di cittadini e cittadine possano essere ascoltati dando un supporto burocratico e organizzativo nel raggiungere il proprio diritto ad essere curati\e.

Abbiamo posto la cura come elemento prioritario, guardando alla persone e non ai numeri. 

Abbiamo ridato luce ad un antico palazzo baronale, salvaguardandolo dall’abbandono e dall’incuria. 

Il recupero dello stabile non è mai passato da un isolamento ma sempre dal coinvolgimento della città, degli enti preposti e del vicinato.

Ma soprattutto, dal novembre 2019 fino al 5 dicembre 2023 nei locali di via Gallo ha preso vita un progetto che, oggi più che mai, è un presidio imprescindibile per la nostra città e per il quartiere Antico Corso. Lo sgombero coatto è avvenuto proprio la mattina dei funerali di Giulia Cecchettin, e questo ci sembra di un’inaudita gravità: proprio in un momento in cui la violenza di genere dilaga, in cui si discute di educazione sessuale nelle scuole, le istituzioni catanesi guardano in silenzio la chiusura di un presidio di prevenzione della violenza sul territorio. 

Dal 2019 il Consultorio è stato tante cose per le donne e le soggettività di questa città: un luogo in cui trovare aiuto e supporto per fuoriuscire da relazioni violente, delle porte sempre aperte per distribuzione di beni di prima necessità e contraccettivi, uno sportello psicologico gratuito, una possibilità di supporto legale, ostetrico-ginecologico, medico, legale, sessuologico, sulla maternità e l’allattamento. 

E’ stato un luogo in cui decine e decine di giovani donne si sono riunite per discutere di educazione sessuo-affettiva nelle scuole, per organizzare il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne. E’ stato a tutti gli effetti un luogo che ha sopperito alle gravi carenze del servizio consultoriale e pubblico della nostra città. Le attività svolte in quei locali hanno aiutato centinaia di donne, gratuitamente, in questi 4 anni. 

A fronte di tutto ciò con questo appello chiediamo:

1) il riconoscimento delle attività sociali, politiche e culturali svolte all’interno dello stabile, così come il riconoscimento della cura con cui l’edificio storico è stato rivalorizzato e sottratto all’incuria

2) il ritiro delle illazioni su un presunto scopo di lucro delle attività svolte all’interno dello stabile, che sono invece assolutamente pubbliche e gratuite.

3) l’immediato dissequestro dei locali di Via Gallo e di Via Sant’Elena e l’assegnazione dello stabile ai progetti dello Studentato 95100 e del Consultorio Mi Cuerpo es Mio“.

Nella foto: manifestazione contro la chiusura del Consultorio di via Sant’Elena a Catania, sgomberato con la forza nei giorni scorsi

Redazione