Dopo settimane di attesa spasmodica, ecco a voi il G7 di Taormina, con diecimila militari in tenuta da guerra che superano perfino il numero dei residenti invernali, attestati intorno ai settemila. Intanto le agenzie ci informano che “il presidente Usa Donald Trump è atterrato all’aeroporto di Sigonella, dopo aver lasciato Bruxelles dove ha partecipato al vertice straordinario della Nato”. Con lui la moglie Melania, sorridente, che “indossava un tubino nero senza maniche”. Donald Trump e la moglie Melania sono poi saliti a bordo dell’elicottero presidenziale, destinazione Taormina, dove stamani di apre il vertice dei grandi della Terra.
Intanto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni dichiara che “non sarà un confronto semplice, ma l’Italia, che ospita il vertice, cercherà di renderlo un confronto utile e capace di far convergere le posizioni”. I temi di cui si parlerà oggi e domani – prosegue il premier italiano – riguardano i cambiamenti climatici, i commerci, le migrazioni e i rapporti con l’Africa”. Sul terrorismo, Gentiloni dice: “Contro la strategia del terrore dobbiamo portare la lotta a un livello più alto. Per questo promuoverò a Taormina l’adozione di una dichiarazione contro il terrorismo e l’estremismo violento”.
Mentre Trump era in viaggio verso la Sicilia e Gentiloni faceva queste dichiarazioni, sul lungomare di Giardini Naxos, a due passi dal vertice del G7, le organizzazioni non violente hanno promosso la prima iniziativa per “criticare le politiche dei protagonisti del G7”.
Le gigantografie di Donald Trump, Teresa May, Angela Merkel e degli altri grandi della terra sono state sistemate a bella posta lungo la passeggiata a mare. Raffigurano i Capi di Stato mentre, seduti ad un tavolo di un ristorante di Taormina, sono davanti ad abbondanti piatti di spaghetti, e nel frattempo su un televisore alle loro spalle scorrono le immagini di carestie e guerre.
Le immagini riguardano le situazioni in Yemen, Nigeria, Somalia e Sud Sudan e hanno l’obiettivo di sollecitare i sette grandi a rispondere all’appello urgente dell’Onu per lo stanziamento di oltre 6 miliardi di dollari per garantire gli aiuti necessari a quasi 5 milioni di persone in Sud Sudan, 17 in Yemen, quasi 3 in Somalia e 4,7 nel nord est della Nigeria.
“Ad oggi – afferma Oxfam – la comunità internazionale ha stanziato solo il 30 per cento della cifra richiesta dalle Nazioni Unite. Ma se i leader dei paesi del G7 facessero la loro parte, si arriverebbe già a coprire la metà delle risorse necessarie a salvare milioni di vite”.
Barbara Contrafatto
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