“L’Europa unita rappresenta un percorso lungo e significativo, intrapreso con il Trattato di Roma nel 1957, che ha portato le nazioni del nostro continente verso un’unione non solo economica, ma anche politica, sociale e culturale. Questo cammino, ricco di sfide e successi, è stato testimone della diversità delle tradizioni e delle culture che costituiscono la nostra ricchezza comune”.

Così comincia il Messaggio dei Vescovi di Sicilia – presieduti all’interno della Conferenza episcopale siciliana da mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale (Catania) – per le prossime elezioni europee che si terranno nei 27 Stati membri dell’Ue tra il 6 e il 9 giugno. “Tuttavia – dicono -, non si possono ignorare le sfide affrontate lungo il percorso”. 

La sede del Parlamento europeo. Sopra: i Vescovi siciliani con (al centro) il presidente della Conferenza episcopale siciliana. mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale (Catania) 

“Abbiamo visto trasformazioni sociali e culturali rapide, che talvolta hanno messo in discussione i valori fondamentali legati alle radici cristiane dell’Europa. Nonostante ciò, il dialogo è rimasto essenziale per custodire e promuovere il bene comune, la giustizia sociale e la dignità umana”, affermano i Vescovi di Sicilia.

“Oggi, più che mai – dicono -, dobbiamo essere consapevoli delle sfide che ci attendono. Violenze, povertà, migrazioni forzate e altre forme di ingiustizia minacciano la dignità umana. È fondamentale che ogni cittadino/a eserciti il proprio diritto di voto nelle prossime elezioni europee, scegliendo rappresentanti che si impegnino per difendere questi valori fondamentali”.

“La Sicilia, con la sua storia e la sua posizione strategica nel Mediterraneo, ha un ruolo cruciale nell’Europa unita”. Ecco perché, aggiungono, “dobbiamo accogliere i popoli che cercano rifugio e opportunità nel nostro continente, promuovendo un dialogo globale che elimini ogni forma di emarginazione e ostilità”.

“Invitiamo ogni cittadino/a, soprattutto i giovani, a non rinunciare al loro potere di influenzare il futuro dell’Europa. L’astensionismo potrebbe allontanarci dal sogno di un’Europa che rispetti e promuova i diritti umani autentici”.

Redazione