“Negli ospedali servono presìdi fissi delle forze dell’Ordine con protocolli chiari di intervento per evitare le aggressioni dei medici e del personale sanitario, come è successo domenica scorsa, quando due dottoresse sono state vittime di un gravissimo atto di violenza da parte di un paziente psichiatrico”.    

E’ la presa di posizione della Fp Cgil che domani, mercoledì 19 giugno 2024, a partire dalle 10, al blocco F2 dell’ospedale Cannizzaro di Catania, inizia la sua campagna di sensibilizzazione per dire “Stop! Alle aggressioni al personale sanitario e socio- sanitario”. 

Non a caso l’iniziativa – dopo i fatti di domenica – parte proprio dal nosocomio di via Messina. Nel frattempo saranno raccolte anche le firme per i quattro quesiti referendari popolari. 

La Funzione pubblica Cgil ribadisce che “per assicurare cure attente e senza attese, è necessario aumentare il personale. Ma anche puntare a migliorare le condizioni di sicurezza per chi lavora”. Nel vademecum che verrà consegnato agli operatori, verrà spiegato come affrontare una possibile aggressione. 

Ad intervenire a seguito della violenta aggressione sono  Concetta La Rosa, segretaria generale FP CGIL, Antonio Spampinato, segretario aziendale FP dei medici del Cannizzaro, e Carmelo Calvagna, segretario FP Cgil medici di Catania.

“Gli operatori – dicono i sindacalisti – devono anche trovarsi in condizione di essere maggiormente protetti, potendo magari usufruire di apparecchi elettronici per chiamate di aiuto e di un sistema di video sorveglianza per ambienti più sicuri. Ma anche l’ assistenza legale contro la violenza al lavoro è sempre più necessaria. Chi ci cura va difeso”. 

L’episodio di domenica scorsa all’ospedale Cannizzaro non è purtroppo un caso isolato. La FP Cgil segnala che negli ultimi 5 anni, l’INAIL ha registrato oltre 12 mila casi di infortunio sul lavoro legati a violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2.500 incidenti all’anno, di cui il 75% riguarda donne, su tutto il territorio nazionale. Medici, infermieri e operatori sono particolarmente a rischio. Sono loro ad essere per moltissime ora al giorno a contatto diretto con i pazienti più diversi tra loro e gestire situazioni emotivamente molto delicate.

Nella foto: l’ospedale “Cannizzaro” di Catania

Redazione