“E’ un problema urgente che riguarda la salute e il benessere di tutti noi siciliani”. Nasce da un disagio quotidiano la petizione lanciata sulla piattaforma online Change.org (link: Change.org/AcquaPotabileSicilia) che chiede “soluzioni efficaci” al problema di approvvigionamento di acqua potabile nelle case private di migliaia e migliaia di siciliani.
A lanciare l’appello online che ha raggiunto 11mila firme Luigi Li Calzi, un residente di Canicattì (Agrigento), che come migliaia e migliaia di siciliani delle province di Agrigento, Trapani e Caltanissetta è costretto a fare quotidianamente i conti con il razionamento dell’acqua potabile in casa.
“Nella normalità – spiega il promotore dell’iniziativa – l’acqua in queste province viene erogata per 3 ore ogni 7/10 giorni. Adesso, a causa della siccità, non vengono rispettati neanche questi turni: gli invasi da cui viene prelevata l’acqua sono quasi prosciugati e l’acqua che riescono a prelevare è fangosa e non potabile”.
Data la criticità di una situazione che si protrae di anno in anno, molti cittadini sono costretti a pagare di tasca propria il trasporto tramite auto-botti private di acqua non potabile da pozzi privati.
Anche per questo motivo, il cittadino promotore della petizione lancia un messaggio diretto agli amministratori locali e nazionali: “Prima di imbarcarci in grandi progetti come la costruzione del Ponte sullo Stretto, dovremmo concentrarci su problemi fondamentali come questo. È essenziale che tutti gli abitanti della Sicilia possano avere acqua corrente pulita nelle loro case. Chiediamo quindi alle autorità competenti di dare priorità a questo problema e di prendere le adeguate misure per garantire un approvvigionamento di acqua pulita e sicura per tutti in Sicilia”.
Redazione
Vogliamo l’acqua in Sicilia e non il ponte
L’acqua è un bene primario, il ponte può aspettare
Spero che i siciliani che hanno votato questo governo si pentano amaramente. Deve intervenire l’esercito, sequestrare le condotte esistenti e organizzare un razionamento levando il monopolio alle mafie locali, poi costruire i desalinatori.