“Ampi territori della Sicilia diventeranno dei deserti nel giro di cinque anni?” Un reportage del Guardian  – ripreso si Instagram da Cnc media – fa il punto sulla situazione idrica nell’isola siciliana. Il Guardian ha intervistato Christian Mulder, professore di ecologia ed emergenza climatica all’Università di Catania, il quale ha dipinto un quadro allarmante sul futuro della Sicilia: “Entro il 2030, un terzo del territorio siciliano diventerà un deserto, paragonabile alle terre della Tunisia e della Libia. In pratica, l’intera fascia che fronteggia il Canale di Sicilia è destinata alla desertificazione”. 

E poi ha continuato: “Gli antichi arabi che un tempo abitavano l’isola avevano trovato modi efficaci per gestire l’acqua. Tuttavia, questi vecchi acquedotti non sono stati mantenuti o aggiornati. La Sicilia sta ora affrontando le conseguenze concrete di decenni di cattiva gestione delle risorse idriche”.

“Il problema – si legge – è presente durante tutto l’anno, ma il peggio, ovviamente, arriva in estate, quando le temperature si avvicinano ai 48 gradi centigradi e le ondate di incendi distruggono la poca vegetazione rimasta. L’anno scorso, secondo una stima fatta dalla Protezione Civile, gli incendi hanno causato danni per oltre 60 milioni di euro. Oltre 693 ettari di boschi sull’isola sono stati distrutti”.

“Una mano attiva – è scritto sul Guardian – sta provando a darla l’associazione di agricoltori italiani Coldiretti, acquistando acqua per riempire laghi artificiali. Ma questo sforzo da solo è insufficiente. Un danno che si ripercuote direttamente anche sull’economia del nostro Paese: Coldiretti stima che la carenza d’acqua abbia già causato la perdita di 33 mila posti di lavoro nei campi del sud Italia”.

Nella foto: il lago di Pergusa com’era fino a qualche anno fa. Oggi è praticamente sparito

Redazione