La tentazione dello sconforto è sempre più forte. I venti di guerra soffiano impetuosi in varie parti del mondo e la corsa agli armamenti non si ferma, anzi accelera ignominiosamente. Le vittime innocenti, e tra queste molti bambini, hanno assunto numeri spaventosi.
Le ingiustizie, le disuguaglianze sociali, la negazione dei diritti fondamentali della persona sono una realtà dinnanzi alla quale non vi sono reazioni adeguate. Tanto fatalismo e molta indifferenza. Tra coloro che guidano la sorte degli Stati tanto cinismo, tanta sete di potere, tanta disumanità.
“Tra i governanti quanti inutili buffoni” cantava giustamente Franco Battiato. È proprio così, la tentazione dello sconforto è sempre più forte. Ma la respingo con fermezza, l’ho sempre respinta, la respingerò sino alla fine.
Gli studenti che nel 1968 infiammarono la Francia in un graffito avevano scritto “Non vogliamo un mondo dove la garanzia di non morire di fame si compensi con la garanzia di morire di noia”. Volevano un ordine nuovo, senza morti di fame e senza morti di noia. Un mondo dove la salvezza dalla morte di fame sia compresa nella salvezza integrale della persona.
Avevano capito che le rivoluzioni da fare sono due: la liberazione dai bisogni materiali e il superamento della alienazione dell’essere umano. Avevano capito che la nuova società deve essere fondata sull’assenza di egoismo e di ogni egolatria. Che una vera rivoluzione consiste nel rompere tutte le catene, sia materiali che interiori. Che il mondo nuovo sarà quello della fraternità tra i singoli e tra i popoli.
Occorre contrastare chi opera per restringere gli spazi di eguaglianza, democrazia, giustizia, partecipazione dei cittadini. Occorre essere vigili e trovare le giuste forme di mobilitazione. Solo questo pensiero mi dà la forza di non cedere allo sconforto e alla rassegnazione.
Per l’anagrafe non appartengo alla generazione dei giovani, ma con la mente ed il cuore sono con loro. “Allons enfants de la Patrie”!
Enzo Guarnera
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