Quell’anno – si era nel 1970 – un massiccio sciopero del Personale docente per rivendicare la regolarizzazione di una posizione di fronte alla quale quella dei precari di oggi si potrebbe giudicare serena, aveva obbligato a spostare l’inizio degli Esami di Maturità dal canonico 1 luglio a lunedì successivo, ovvero al giorno 6. La qualcosa aveva tenuto impegnati i Maturandi – di cui facevamo parte noi, ragazzi del 1951 – per quasi tutto il mese.

Mentre per molti l’estate era iniziata da un pezzo, per noi fu necessario aspettare l’affissione dei fatidici “quadri” con la loro eloquente varietà di numeri, forieri, con la loro muta chiarezza, di soddisfazione o delusione in ugual misura. 

Per ritemprarsi dalle fatiche sostenute, i miei amici – Erasmo Laudani, Pippo Marino e Turi Vinci – avevano pensato ad una bella vacanza nelle isole Eolie. Ovviamente invitarono anche me, ma vari motivi mi suggerirono di non accettare. E così rimasi in paese.A Belpasso, dopo i fasti degli anni precedenti, la Pro Loco cercava di uscire dalle secche in cui da qualche tempo si era venuta a trovare e si accingeva a ridare vita all’Agosto belpassese cui legava le speranze di rilancio e di riappropriazione di un ruolo che l’avrebbe ricollegata al suo illustre passato.

Pippo e Mimmo Russo (a destra)

I due fratelli che hanno portato la grande pallavolo a Belpasso

Il suo storico presidente, l’infaticabile maestro Antonino Leonardi, si avvaleva della preziosa collaborazione di un giovane studente universitario, Pippo Tomasello il quale, a sua volta, aveva coinvolto molti di noi.  Pippo, cui non mancavano né spirito d’iniziativa né capacità organizzative, si era messo subito a lavorare di buona lena pensando e ripensando a come svolgere al meglio il suo compito. Non stava fermo un attimo e, nel rispetto delle direttive ricevute, filava veloce come un treno cercando di unire l’utile al dilettevole, cioè proporre un qualcosa che risultasse attrattivo e che fosse economico nello stesso tempo.

Strada facendo, man mano che le caselle della Manifestazione si andavano riempendo, si rese conto che nel Cartellone c’era qualche vuoto. Fu così allora che, facendo assieme il punto della situazione, venne fuori l’dea di un Torneo di Pallavolo. Un Torneo amatoriale, ovviamente, che avrebbe sì tappato un buco, ma nello stesso tempo avrebbe permesso a molti studenti locali di riprendere quello sport cui si erano avvicinati frequentando la Scuola. Per non parlare dei costi, che sarebbero stati praticamente assai vicini allo zero.

Essendomi impegnato a presentare una squadra, mi misi subito in movimento. Se comporre la lista non richiese molto tempo, qualche attimino in più dovette essere dedicato all’iscrizione che prevedeva il versamento di una quota da presentare contestualmente all’elenco degli Atleti costituito da Gianni Asero, Franco Licciardello, Umberto Licciardello, Gianni Rapisarda, Pippo Russo e il sottoscritto.

Occorreva un piccolo “sostegno”. Il primo nome che mi venne in mente fu quello di Mimmo Russo, caro amico nonché ex “collega” di lavoro ai tempi della comune frequenza al Bar Miano di piazza Dante.

Dipendente in aspettativa dell’ANIC di Gela, dalla quale era stato assunto quasi subito dopo avere conseguito il Diploma all’IPSIA “Enrico Fermi” di Catania, prestava servizio militare a Pordenone in provincia di Udine (Caserma “Monti”), ma si trovava a Belpasso perché l’Ospedale Militare di Messina, dove era stato ricoverato per qualche tempo, lo aveva dimesso con una lunga Licenza di convalescenza.

Non ricordo dove ci incontrammo, ma ricordo benissimo quel colloquio dove precisavo che lo scopo non era chiedere un “contributo”, ma proporre una sponsorizzazione. Mimmo mi lasciò parlare e poi, con la solita flemma e l’inconfondibile sorriso che negli anni sarebbero diventati il suo marchio di fabbrica, non solo mi assicurò che avrebbe sostenuto le spese per iscrivere la squadra, ma avrebbe provveduto anche all’acquisto delle magliette. Prese corpo così la Virtus Russo, in omaggio alla sua famiglia che, attraverso il fratello Pippo, gestiva il Rifornimento della Mobil di via Vittorio Emanuele III, di fronte la Rivendita di Tabacchi del signor Quattrocchi.

Piazza Duomo di Belpasso oggi, vista dall’alto. Qui nel 1970, grazie a Pippo e Mimmo Russo, nacque un notevole movimento pallavolistico attraverso i tornei estivi, cui parteciparono anche diversi giocatori della mitica Paoletti di Nello Greco, che in quegli anni avrebbe vinto lo scudetto 

La squadra era stata iscritta: si poteva senz’altro pensare al Torneo. Occorreva trovare una location per gli allenamenti. Per la verità c’era poco da scegliere: o la strada o il Collegio Magrì. Ovviamente fu scelto quest’ultimo, grazie alla disponibilità del buon padre Vasta che non si fece ripetere due volte la richiesta. Il cortile non era granché, le sue dimensioni erano tutt’altro che regolamentari, ma eravamo contenti.

Comprammo un pallone di plastica arancione, sistemammo una cordicella a mo’ di rete e iniziammo quella che, secondo noi, doveva essere una preparazione fisica e tecnica.

Alle interminabili partitelle, che duravano fino al tramonto, prendeva parte lo stesso Mimmo, sempre puntuale e presente. Prendeva parte anche Pippo Russo, suo fratello, assai entusiasta e prezioso anche punto di vista logistico.

Finalmente il Torneo ebbe inizio. A tenere a battesimo il nuovo sport a Belpasso fu piazza Duomo, che per molte estati aveva ospitato Tornei di Tamburelli. L’impatto andò oltre le più rosee previsioni. Grande partecipazione, grande entusiasmo e anche altro: all’indomani della prima partita, la palla continuava ad essere presente nelle strade di Belpasso, ma molti ragazzi non giocavano più a calcio.  Il nuovo sport li aveva conquistati.

Per noi della Virtus Russo il Torneo si mise subito bene. Sarà perché eravamo capitati in un girone facile, sarà perché la dea bendata aveva deciso di schierarsi dalla nostra parte, fatto sta che ci qualificammo per la finale. Un bel traguardo. Anzi, una bella occasione da sfruttare nel migliore dei modi.

I Mondiali di calcio in Messico si erano appena conclusi (dopo l’eroico 4-3 sulla Germania, l’Italia era crollata di fronte al Brasile in finale); le squadre di serie A e B si preparavano al Campionato in località amene e lontane dal caldo delle città; la Consoli lasciava la denominazione con la quale aveva vinto il campionato di terza categoria per assumere quella di Belpassese; il Catania, finiti i festeggiamenti per la promozione in Serie A (vittoria il 14 giugno per 3-1 a Reggio Calabria contro la Reggina), attendeva con fiducia l’inizio della nuova Stagione.

In quel contesto a qualcuno venne su l’idea di trascorrere la vigilia in “ritiro”, nella casa di Gianni Rapisarda che si trovava su uno di quei bastioni all’inizio della via Roma provenendo da Piano Tavola.

Oltre a studiare la “tattica” avremmo dovuto concentrarci sull’impegno che ci attendeva l’indomani sera, ma non andò proprio così. Vinti dall’entusiasmo finì – come si dice – a tarallucci e vino e facemmo baldoria tutta la notte. Quando mi ritirai a casa, il sole era già alto e mio padre, dopo una notte insonne aspettando invano me che non arrivavo mai, era andato a lavoro (si immagini con quale stato d’animo!).

Sin dall’inizio della partita, arbitrata dal giovane avvocato Nando Sambataro, le cose non si misero bene. Nella squadra avversaria giocava un ragazzone alto magro e dallo strano accento, Valerio Cavaletti, che a noi piccoletti non lasciava proprio scampo. Guidava la squadra con il piglio autorevole di un vero capitano e i compagni cercavano sempre lui che, quando schiacciava, ci inchiodava a terra. Ovviamente non ci fu storia: noi perdemmo e loro vinsero. Con pieno merito, direi.

Mentre scorrevano i titoli di coda e ingoiavamo il rospo della delusione, non ci rendevamo conto della portata storica di quell’Evento che si stava concludendo. Da quel Torneo improvvisato e organizzato all’ultimo momento per riempire qualche casella, infatti, sarebbe scoccata la scintilla che avrebbe spezzato il monopolio del calcio, lanciando la pallavolo a Belpasso. Una scintilla che negli anni Mimmo e Pippo Russo avrebbero alimentato con il loro impegno e la loro passione, suscitando un vasto Movimento che avrebbe provocato un impressionante coinvolgimento sia dal punto di vista sportivo sia dal punto di vista organizzativo. 

Ogni tanto quando mi capita di pensare a quell’estate, mi chiedo cosa sarebbe successo se Mimmo, invece di passare dall’Ospedale Militare di Messina (da cui sarebbe uscito con quella lunga licenza di convalescenza), fosse rientrato regolarmente nel suo bel Battaglione di Pordenone. Ci sarebbe stata un’altra sponsorizzazione, avremmo iscritto la squadra e avremmo disputato ugualmente il Torneo, ma il nuovo sport non avrebbe incontrato i suoi Mentori. Insomma, sarebbe stata un’altra Storia. Probabilmente più bella, ma non dello stesso sapore di quella che ho tentato di raccontare.

Da belpassese, da amico e da sportivo (posso permettermi di definirmi tale?) ho accolto con gioia la Delibera del Consiglio Comunale dello scorso 8 agosto e sono lieto che dal 21 settembre in poi tante discipline sportive avranno la loro casa al Palazzetto intitolato a Mimmo e Pippo Russo.

Vito Sapienza