Il Festival Lirico dei Teatri di Pietra ha concluso, ieri, presso il piccolo gioiello dell’antichità romana della Villa di Terme Vigliatore (Messina), risalente al II secolo a. C., il proprio omaggio, in musica, al filosofo dell’asistematicità, Manlio Sgalambro, in occasione del centenario della nascita.
Ultimo erede dall’antica scuola cinica, ateo, empio, nichilista coerentemente col suo pensiero, non ha lasciato nessuna eredità filosofica e nulla poteva lasciare; semmai ha lasciato il nulla come sua eredità ultrafilosofica. Il pensiero, l’elogio, la rapsodia del nulla. Valvola di sfogo in età grave fu per lui la musica, vena dionisiaca del nostro tempo, e soprattutto il sodalizio con Franco Battiato; ecco che la la canzone “è la più breve opera dello spirito eppure ne possiede tutta la solennità”; la canzone è vera teoria, e sotto “la pappa del cuore” dei versi melensi affronta il tema del secolo, la morte dello Spirito.
Per tale speciale occasione ha registrato un vero trionfo, di pubblico e critica, l’inedito format dedicato alla spiritualità di Franco Battiato, Batti(A)to spirituale, per ensemble vocale, archi, arpa celtica, percussioni, che ha unito l’energia della pietra al misticismo della melodia del noto cantautore etneo; un viaggio dove mito, natura, suggestione e onirico interagiscono in un vortice di emozioni.
Dopo il tripudio presso il Teatro Andromeda, opera del “pastore delle stelle” Lorenzo Reina, e presso l’area archeologica di Naxos, prima colonia greca della Sicilia, il concerto evento è stato salutato da ovazioni anche presso la Villa romana di Terme Vigliatore in un crescendo di bellezza e sontuosità vocale e musicale.
Franco Battiato ha attraversato il mondo della canzone popolare arricchendola a dismisura, intercettando moltissimi ascoltatori e altrettanti artisti di percorsi diversi, ma sempre vicini alla sua sensibilità. Il concerto ideato dal Coro Lirico Siciliano si è rivelato un abbraccio sostenuto dalla potenza espressiva di un’arte vastissima e stupefacente; un programma incentrato sulla produzione musicale più nota, ma anche più intima e spirituale di Battiato: Prospettiva Nevskij, Segnali di Vita, Strade parallele, Povera patria, L’era del cinghiale bianco, L’oceano di silenzio, Cucurucù, La Cura, Centro di gravità permanente, Voglio vederti danzare, etc sono stati i brani con cui si è omaggiata l’arte mistica e universale del celebre cantautore etneo.
Un nutrito parterre di voci, Leonora Ilieva, Antonino Giacobbe, Alberto Munafò, sotto la direzione appassionata e vibrante di Francesco Costa ha impresso alle pagine musicali che hanno fatto di Battiato un autentico “maestro” di poesia e sentimento una veste unica e accattivante per un concerto evento che ha segnato una tappa fondamentale nella vita culturale di tre siti intrisi di mito e storia.
Il Festival Lirico dei Teatri di Pietra proseguirà ancora a ritmo serrato con un calendario itinerante in cui si fondono suggestioni visive e sonore.
Una vera e propria parata di stelle anima il calendario, che si chiuderà il 22 settembre al Teatro Antico di Catania con il concerto di una belcantista del calibro di Diana Damrau, il più grande soprano lirico-leggero dei nostri giorni, per la prima volta in Sicilia.
Ancora una volta si annuncia una programmazione di alto livello che riscuote sempre crescenti successi di pubblico e critica per una kermesse di prestigio internazionale ascesa tra le stagioni di riferimento nell’Isola e nel Mediterraneo.
Redazione
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