“Siamo certi che la società calcistica del Catania sia immune da infiltrazioni mafiose? Siamo certi che le curve dello stadio Massimino non siano gestite da due diversi gruppi mafiosi? In attesa che, a tali domande, venga data risposta, il sospetto rimane. E, come diceva Andreotti, ‘sospettare è peccato, ma talora ci si azzecca”.
Un j’accuse a trecentosessanta gradi, quello lanciato dall’avvocato Enzo Guarnera, presidente dell’Associazione Antimafia e Legalità di Catania: nel comunicato diffuso dal sodalizio si parla delle presunte infiltrazioni mafiose su cui si soffermano gli atti giudiziari riguardo ai comuni di Paternò e di Tremestieri Etneo, della “dubbia moralità” dell’università di Catania e del rapporto perverso fra mondo del calcio e mafie.
“L’associazione Antimafia e Legalità – si legge nella nota –, con estremo rammarico, rileva che i comportamenti illegali si estendono incontrollati sovente nell’indifferenza generale. In provincia di Catania, nei Comuni di Paternò e Tremestieri Etneo – afferma Guarnera –, vi sono tutte le condizioni affinché i relativi Consigli comunali vengano sciolti per infiltrazioni mafiose. È lecito chiedersi perché il Ministero dell’Interno prenda tempo, tenuto conto che altri Comuni, pur in presenza di minori elementi, hanno subìto lo scioglimento”.
“Nel frattempo – seguita il presidente di Antimafia e Legalità – , l’Università di Catania ha celebrato in ‘pompa magna’, con selezionati ospiti in abito da sera, il suo 590esimo anno di vita come se nulla fosse, quasi dimenticando che decine di suoi docenti e due ex rettori sono a giudizio del Tribunale per avere truccato alcuni concorsi e che il Pubblico Ministero ha già avanzato per essi la richiesta di pena. Pudore ed etica pubblica, non pervenuti!”.
“Infine – prosegue Guarnera – ma potremmo continuare per molto ancora, vengono alla luce le infiltrazioni mafiose nelle società calcistiche di Inter e Milan. Purtroppo nulla di nuovo. Che il calcio, da anni, sia inquinato, oltre che dai soldi, dalla presenza della criminalità organizzata, non è un mistero”.
Quindi la domanda posta all’inizio: “Siamo certi che la società calcistica del Catania ne sia immune? Siamo certi che le curve dello stadio, non siano gestite da due diversi gruppi mafiosi? In attesa che, a tali domande, venga data risposta, il sospetto rimane”.
Nella foto: una curva dello stadio “Massimino” di Catania
Redazione
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