Cosa ne pensa della disponibilità del sindaco di Mistretta (Messina) Sebastiano Sanzarello di sposare l’idea lanciata nelle scorse settimane da questo giornale di proporre la sua città posta nel cuore dei monti Nebrodi come Patrimonio dell’Umanità? Come giudica l’incipit dell’intervista al primo cittadino (“Io ci credo”) e la disponibilità dello stesso a costituire un “team di alto profilo” per illustrare all’Unesco le peculiarità presenti nel territorio?
Massimo Russo è il presidente della Pro Loco di Mistretta. Nelle scorse settimane, sulla scorta del nostro articolo, ha indetto una raccolta di firme sulla piattaforma change.org, ed ora sta cercando di riunire i vari sodalizi, sia per consolidare questa proposta, sia per supportare l’Amministrazione in questo progetto: “La giudico positivamente – dice – . La disponibilità del sindaco mi motiva moltissimo: credo che la comunità (o almeno una parte di essa) stia provando lo stesso entusiasmo”.
Perché Mistretta dovrebbe diventare Patrimonio dell’Umanità?
“Lo merita dal punto di vista storico, architettonico, naturalistico ed enogastronomico. Il fatto che Federico II l’avesse nominata ‘città imperiale’ non è casuale: si trova nel cuore dei Nebrodi, al confine fra le province di Messina, di Palermo e di Enna, in una posizione strategica che lambisce il Parco delle Madonie. Non è un borgo, ma una città, un tempo considerata la ‘capitale’ dei Nebrodi. Ecco perché merita un riconoscimento del genere”.
Mistretta è stata riconosciuta come ‘Città di pietra’ per le sue case, le sue strade e le sue piazze realizzate nei secoli con la caratteristica pietra dorata di questo territorio. Una peculiarità straordinaria, che fa di questo paese un unicum. A questo proposito va aperta una parentesi molto significativa. Lo scalpellino Gaetano Russo, fratello del presidente della Pro Loco, nel 2016 ha ricevuto il riconoscimento di ‘Tesoro Umano Vivente’ da parte dell’Assessorato dei Beni Culturali del Patrimonio Unesco della Regione Siciliana.
Non è un riconoscimento da poco, specie se si pensa che si tratta di una forma di artigianato che sta scomparendo. Se poi aggiungiamo che Gaetano, 50 anni, figlio d’arte, da molti anni si spende per migliorare la sua città (diverse le sculture donate), il quadro è completo. Basta leggere quello che scrive nel 2016 Salvatore Famularo su TempoStretto: “Dal 2010 al 2014, Gaetano Russo si è prodigato per il recupero delle case del centro storico amastratino, facendosi promotore di una raccolta firme per attribuire alla sua città il titolo di ‘Mistretta Città di Pietra’; ha collaborato con la locale Pro Loco per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale- artistico della città. Ha coordinato il ‘Paese albergo’, un’importante iniziativa turistica; nel 2013 ha organizzato il ‘2° Simposio Città di Mistretta”.
Grazie al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci e all’ex Sindaco di Mistretta, Liborio Porracciolo, in collaborazione con la locale Pro Loco, Russo ha fondato Il ‘Museo dello scalpellino’, ospitato all’interno di Palazzo Portera (dove attualmente c’è un info point turistico).
Ecco perché questa chiacchierata con Massimo è molto di più di un’intervista al presidente della Pro Loco. Rappresenta il punto di convergenza fra un’identità che si vuole a tutti i costi mantenere e una progettualità che – con l’impegno per il riconoscimento Unesco – potrebbe aprire nuove prospettive a un territorio straordinario tutto da scoprire.
Massimo, perché è importante la denominazione di “Mistretta città di pietra”?
“Sancisce l’identità Mistretta-pietra. Bisogna venirci in questo paese per capire di cosa stiamo parlando. E poi perché, come Matera, essa può essere inserita nel circuito delle città che possiedono questa caratteristica”.
Perché Mistretta, in questi decenni, non è stata valorizzata come merita?
“E’ una domanda che dovrebbe essere girata alle classi dirigenti che si sono succedute. Noi, come associazioni, cerchiamo di profondere il massimo sforzo per fare un’opera di promozione. Il resto spetta ad altri”.
A proposito di associazioni: secondo lei, svolgono un ruolo sufficiente o potrebbero fare di più?
“Attualmente usciamo da una crisi di bilancio non indifferente, però i sodalizi lavorano sempre con lo scopo di valorizzare e migliorare Mistretta”.
Per ottenere il riconoscimento Unesco, secondo lei, è importante che si proponga solo Mistretta o Mistretta dovrebbe essere il comune capofila dello splendido territorio della Valle dell’Halaesa (che comprende i comuni di Santo Stefano di Camastra, Tusa, Castel di Lucio, Reitano, Motta d’Affermo e Pettineo), famoso per gli scavi archeologici, per le mega sculture della Fiumara d’Arte di Antonio Presti, per la ceramica e per tanto altro?
“Credo che si dovrebbe lavorare in sinergia per dare forza al territorio, a condizione che l’istituzione locale sia d’accordo”.
Come associazioni locali come vi state muovendo?
“Intanto con la petizione che abbiamo promosso (a tal proposito invito tutti a firmare). Assieme al vostro giornale, stiamo cercando di organizzare un grosso convegno per la prima decade di novembre. Voglio lanciare un appello alle associazioni e ai singoli cittadini: questo progetto è di tutti, tutti devono partecipare nel portarlo avanti con le loro idee, le loro proposte, i loro sogni. Tutti devono sentirsi protagonisti, nessuno escluso”.
Luciano Mirone
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