Non si dimette e rilancia con la richiesta al prefetto di Catania di “mandare gli ispettori al Comune” per “controllare i sette anni” da primo cittadino, “atto per atto” e per “passare al setaccio” il suo operato certo che “non c’è stata alcuna collusione, tolleranza o accondiscendenza con la mafia”. Così l’Ansa di oggi pomeriggio descrive la conferenza stampa del sindaco di Paternò Nino Naso a Palazzo Alessi, sede del municipio.

Come si ricorderà, Il Tribunale del riesame di Catania, il 30 settembre scorso, ha accolto il ricorso della Procura di Catania contro la decisione del gip di rigettare la richiesta di emettere un’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di cinque indagati nell’operazione Athena, compreso il sindaco Naso, per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio assieme ad altri 48 imputati. Il Tribunale ha disposto la sospensione dell’ordinanza agli arresti domiciliari, fino alla decisione della Cassazione.

L’indagine dalla Procura distrettuale di Catania riguarda il presunto reato di voto di scambio politico-mafioso, reato che, secondo l’accusa, sarebbe stato commesso con esponenti del clan Morabito-Benvegna legato alla ‘famiglia’ Laudani, durante le elezioni comunali del 2022.

“Qualsiasi decisione – ha spiegato il sindaco Naso – l’ho presa sempre ascoltando la città. Non mi nascondo. Ho invitato tutti i consiglieri comunali, opposizione e maggioranza perché tutti siamo a servizio della città. In questo momento particolare ho sentito il calore e ho deciso di metterci la faccia come ho sempre fatto. Perché vivo la mia città e non la rinnegherò mai. Il valore della libertà è incommensurabile, ma ancora più grande è il valore della verità. Vogliamo la verità”.

“Possiamo aprire il comune sotto e sopra – dice Naso -, ma vogliamo la verità. Vengano a controllare i conti in banca del sindaco”.

Frattanto il sindaco scrive a “La Sicilia” una lettera piccata contro la giornalista Mary Sottile, cronista di punta della redazione di Paternò in cui, più che precisare, contesta l’operato della redattrice e getta delle ombre sull’operato della giunta del suo predecessore Pippo Failla, facendo precedere il pezzo da questa frase postata sui Social: “Dopo diversi articoli imprecisi, finalmente è stato pubblicato uno che chiarisce la mia posizione reale. Era ora che si facesse chiarezza, evitando speculazioni inutili”.

Nella sua lettera, Naso contesta l’occhiello (va precisato che i titoli e gli occhielli vengono scritti dalla redazione centrale e non dall’articolista) di un pezzo uscito lo scorso 3 ottobre, in cui si dice: “Dopo l’arresto del sindaco Naso, il Comune rischia lo scioglimento per mafia, evitato in passato”.

Naso conferma l’accoglimento del Tribunale del Riesame della richiesta degli arresti domiciliari “per gravi indizi” da parte della Procura, ma siccome “il provvedimento resta sospeso in attesa del pronunciamento della Cassazione, “nessun arresto è mai avvenuto nei miei confronti”, circostanza della quale, secondo il primo cittadino di Paternò, la giornalista “era a conoscenza”.

Ma Naso, nella sua lettera, tira in ballo l’ex sindaco Pippo Failla (della sua stessa coalizione di centrodestra, ma di partiti diversi, dato che Naso milita nell’Mpa di Raffaele Lombardo, mentre Failla fa capo a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Ignazio la Russa), dicendo che il pezzo di Mary Sottile “risulta fuorviante e non esaustivo perché opportunamente nasconde un altro ben noto episodio di rischio di scioglimento del Consiglio comunale di Paternò”. Il riferimento è al 2008, quando, scrive Naso, “l’Amministrazione Failla fu interessata direttamente dall’operazione Padrini”.

Sottile risponde scrivendo che nei suoi articoli ha sempre puntualizzato che il sindaco Naso “non è arrestato”, perché, come è stato più volte riportato, “la pena è sospesa in attesa della cassazione”.

Sull’operazione Padrini del 2008, la cronista dice che “venne indagato ed arrestato un assessore per fatti di mafia personali, non legati all’attività Amministrativa e Failla era estraneo ad ogni vicenda”.

Nella foto: il sindaco di Paternò (Catania), Nino Naso

Luciano Mirone