Vorrei fare il punto su ciò che è accaduto nell’annosa, quanto ostinata, battaglia politica contro gli indecorosi progetti per la realizzazione dell’impianto di rigassificazione e del gasdotto che i soliti noti hanno avuto la “protervia” di pretendere di piazzare, rispettivamente, in zona Kaos (a un passo dalla casa natale di Luigi Pirandello, ndr.) e nella Valle dei Templi.
Una ostinata lotta per difendere luoghi che parlano di archetipi, di primordiale, di ultraterreno, luoghi carichi di tensione culturale caratterizzata dallo splendore dell’ epoca da cui provengono.
È davvero surreale che si parli continuamente di riscaldamento climatico, di siccità, di mediterraneo surriscaldato, di eventi estremi (perfino, Vernier l’ad del monopolista Snam parla di neutralità delle emissioni al 2040 e di svolta green nel presentare un piano da 26 mld per biogas e idrogeno unitamente a costosissime opere per catturare e stoccare carbonio) e, al tempo stesso, si vada avanti con opere climalteranti che incateneranno il paese alle fossili per decenni.
Il rigassificatore in zona Kaos e il gasdotto che dovrebbe attraversare la Valle dei Templi, sono due infrastrutture totalmente inutili e dannose, un vero spreco che non può passare inosservato, posto ché il consumo di metano in Italia è letteralmente crollato a meno di 60 miliardi di metri cubi, ben 30 in meno rispetto al 2005 e nei prossimi anni dovrà diminuire ulteriormente.
Al riguardo lo scenario, recentemente, delineato dall’ Agenzia internazionale dell’ energia offre dati concreti caratterizzati da un eccesso d’offerta di combustibili fossili e di scarsa domanda.
A prescindere da ciò, si tratta di due impianti costosissimi – oltre 2 miliardi di euro – che servono solo ad incrementare i profitti di Enel, Snam ed Eni ma che saranno pagati dai cittadini italiani attraverso la loro bolletta energetica e dalle tasse dei cittadini europei.
Il gasdotto devasterà la Valle dei Templi, la cui unicita è composta da territori di elevatissima qualità ambientale e ricchi di biodiversità.
Si calcola che per l’interramento del gasdotto saranno minacciate aree e beni archeologici, zone umide e dovranno essere eliminati centinaia di alberi e di macchia mediterranea.
Violando apertamente il principio di precauzione, il metanodotto e la centrale, già di per sé pericolosi, andranno ad aumentare i rischi per le popolazioni locali, insistendo in aree ad altissima sismicità.
In definitiva il progetto del Rigassificatore (il cantiere a suo tempo sequestrato per implicazioni di ordine mafioso) è palesemente illegale perché l’autorizzazione è decaduta prima del 2020 e fortunatamente anche le autorizzazioni del gasdotto sono scadute e irripetibili.
Ed è paradossale che i soliti noti insistano (per ultimare un progetto mai iniziato) giacché la Valutazione di Impatto Ambientale, risalente ad oltre 18 anni fa, va considerata decaduta e dovrebbe essere rifatta daccapo, alla luce di una sentenza del Consiglio di Stato del 2020 che ha fissato per tutti i progetti la durata della VIA in cinque anni.
Ma è insopportabile che Snam abbia affermato per iscritto di essere in attesa dell’ illegittima della proroga di 70 mesi (successivamente concessa con il DA n. 45) della Regione Sicilia, per ripresentare il progetto del gasdotto che (nel loro interesse) dovrebbe attraversare la valle, con un ingombrante tubo di due metri di diametro.
Se la politica si fosse “doverosamente” svegliata: è probabile che la questione avrebbe preso una svolta in altra direzione rispetto alla pericolosa realtà.
A partire dal fatto che i resistenti sono stati costretti a difendere – con i propri mezzi – il territorio e le comunità da venti anni “sotto attacco”: proprio dalla politica rea di essere da sempre complice e perfino promotrice della “collocazione” di un impianto pericoloso in totale inosservanza delle stringenti norme Aarhus e Seveso .
Una lotta protratta per troppi anni e che ha messo a dura prova la resilienza, giacché i diritti non dipendono dalla fortuna ma dal costruttivo impegno dei cittadini che – date le evidenze – non solo non si sentono al sicuro, tantomeno rassicurati dalle istituzioni.
Nella foto: la Valle dei templi di Agrigento
Alessio Lattuca
Alessio Lattuca è presidente di Confimpresa Euromed, amministratore delegato Confidi per l’impresa, direttore generale Cofidi Scrl e imprenditore agrigentino
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