Il centrodestra elimina dal Disegno di legge sull’urbanistica la possibilità di scaricare il 30 per cento di cemento in più rispetto agli immobili demoliti. Lo abbiamo appreso pochi minuti fa dai comunicati inviati a L’Informazione dai gruppi del Movimento 5 Stelle, del Pd e della Lega presenti all’Assemblea regionale siciliana.
LA POSIZIONE DEI 5 STELLE. “Ddl Urbanistica, con i nostri emendamenti abbiamo messo delle toppe provvidenziali già a partire dall’articolo uno che, com’era stato strutturato inizialmente, minava i cardini fondamentali della legge urbanistica che deve puntare all’azzeramento del consumo del suolo, se non vogliamo assistere ad una solidarietà ipocrita davanti ai danni che i siciliani subiscono ad ogni alluvione”. Lo afferma la deputata M5s all’Ars Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente dell’Ars.
“Non bisogna essere scienziati per capire – continua Ciminnsi – che la vulnerabilità del nostro territorio è il frutto anche di politiche scellerate di consumo irresponsabile del suolo, in cui la cementificazione ha fatto la parte del leone. È ora di invertire la rotta”.
“Siamo soddisfatti – aggiunge Ciminnisi – anche per aver bloccato con un nostro emendamento la sanatoria della casa al mare abusiva confiscata ai mafiosi. Diversamente si sarebbe creato un pericoloso precedente e lanciato un pericolosissimo messaggio alla cittadinanza che non potevamo permetterci, come se alla mafia fosse consentito di fare scempio delle nostre coste”.
“Grande la soddisfazione – prosegue la deputata – per aver fatto saltare l’articolo 8, una norma vergognosa che rischiava di regalare ai palazzinari la possibilità di avviare delle vere e proprie speculazioni edilizie all’interno dei nostri centri urbani, sganciando l’incremento volumetrico del 30 per cento persino dagli obiettivi di rigenerazione urbana. Nessuna credibilità per un governo che si batte il petto davanti ad ogni sciagura climatica che piega la Sicilia, ma puntualmente le prova tutte, nel perfetto stile di un centrodestra scellerato e irresponsabile, anche nei confronti delle future generazioni”.
“Prova ne è il salva casa, con le sue sanatorie – conclude Ciminnisi – su cui non è stato concesso alcun dibattito, con una compressione delle prerogative parlamentari dell’Ars in materia edilizia che la dice lunga su quanto il centrodestra siciliano sia piegato ai diktat di Roma, persino in una regione che è stata nei decenni devastata dall’abusivismo edilizio di ogni misura. Lasciarci l’autonomia di decidere era doveroso”.
LA POSIZIONE DEL PD. “Abbiamo evitato una norma che avrebbe sfregiato la Sicilia. Dopo la battaglia d’aula portata avanti dal gruppo Pd assieme agli altri gruppi di opposizione, l’articolo 8 del ddl urbanistica è stato eliminato dal testo”. Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars a proposito della norma che preveda la possibilità di aumentare del 30 per cento la cubatura degli edifici nel caso di demolizione e ricostruzione”.
LA POSIZIONE DELLA LEGA. “Il recepimento della legge ‘salva casa’ era un atto dovuto. La Sicilia non poteva rimanere fuori dai benefici previsti dalla legge voluta da Matteo Salvini. Ovviamente, come é noto, non si tratta di un condono perché le norme intervengono solo nelle casistiche di minore gravità. Con questa norma di recepimento si salvano le case di tanti siciliani e si fa chiarezza rispetto a normative rigide e frammentate che talvolta ostacolano la commerciabilità degli immobili e precludono l’accesso a mutui, sovvenzioni e contributi. Siamo soddisfatti che anche in Sicilia si considerino le tolleranze costruttive potendole asseverare anche con l’ausilio di un tecnico abilitato. Infine si fissano i termini per il permesso in sanatoria in 45 giorni e in 30 giorni per la segnalazione certificata di inizio attività“. Lo affermano Marianna Caronia, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana e i deputati Luca Sammartino, Vincenzo Figuccia, Salvo Geraci, Pippo Laccoto e l’assessore Mimmo Turano.
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