Con il suo ultimo romanzo, Malavica, di cui è appena uscita la seconda edizione, lo scrittore Paolo Sidoti, consegna ai lettori un romanzo che non è soltanto un thriller ricco di suspense e colpi di scena, ma un autentico viaggio tra storia, arte, miti e contemporaneità. 

Paolo Sidoti, un cenno su questo tuo ultimo romanzo.

“È ambientato principalmente a Catania, ai piedi dell’Etna, il romanzo si snoda tra l’intrigo e la ricerca di un’antica reliquia, in un labirinto narrativo che intreccia passato e presente, sacro e profano. Malavica, contiene il thriller Pietra Lavica e il sequel Domani, interamente riscritti”.

Un accenno sulla trama.

“Un giornalista è accusato di omicidio e, per dimostrare la sua innocenza, ripercorrere diciotto secoli di storia della città di Catania. Numerosi personaggi cercheranno di ostacolarlo nel suo intento. Tuttavia, sarà un altro personaggio, aiutato anche da una misteriosa profezia, a riuscire nell’impresa. Viaggerà per mezzo mondo, e tra luci e ombre, e lottando tra il bene e il male, scoprirà la sua vera essenza e il destino della città”.

La copertina di “Malavica”, ultimo libro di Paolo Sidoti, giunto alla seconda edizione. Sopra: l’autore

Quindi non ti limiti a raccontare una storia avvincente, ma un vero e proprio mosaico di tematiche e argomenti.

“Il romanzo spazia dall’archeologia alla religione, dalla scienza alla filosofia. Ogni capitolo è sorretto da una narrazione orizzontale, che collega i personaggi a una Catania pulsante e viva, le cui chiese barocche e reliquie medievali diventano protagoniste di una lotta tra il bene e il male, mentre misteri oscuri si celano sotto la sua superficie”.

La tua scrittura è fluida ed evocativa, mentre il romanzo tratta argomenti complessi.

“E’ stata una scelta stilistica e anche una sfida, quella di trattare simili argomenti con un linguaggio poetico ed evocativo. Inoltre i frequenti flashback e flashforward, permettono al lettore di immergersi nelle vite complesse e stratificate dei personaggi. Malavica si distingue per essere un romanzo corale: i protagonisti, ognuno con una propria storia e motivazione profonda, agiscono spinti da un passato che si riverbera nel presente”. 

Ho notato che esplori con profondità la psicologia dei tanti personaggi.

“Attraverso la caratterizzazione dei personaggi, cerco di renderli veri e credibili. Questa profonda analisi, dona alle vicende una dimensione umana, che arricchisce la trama già densa di eventi”.

La forza di Malavica risiede solo nella suspense o nell’abilità dell’autore di orchestrare un thriller internazionale? 

“Il romanzo diventa anche un omaggio alla mia terra, alla Sicilia, alle sue bellezze e contraddizioni. Catania, con la sua storia, emerge in tutta la sua imponenza, simbolo di un passato che sembra non voler abbandonare il presente. L’Etna, con la sua lava incandescente, diventa metafora del male che corrode le coscienze, ma anche della madre terra che, con potenza e violenza, rigenera”.

Perché questo titolo?

“Il titolo stesso del romanzo, Malavica, rappresenta una fusione di concetti densi di significato. La “madre”, il “male” e la “lava” si fondono in un neologismo che suggerisce, con suono onomatopeico, una tensione profonda e inarrestabile che pervade l’intera narrazione”. 

Non si può sorvolare sull’attenzione che metti nella descrizione dei luoghi. 

“La narrazione ha preso vita come una pellicola cinematografica, dove gli scorci di Roma, Catania, Beirut, Normandia, Svizzera, Buenos Aires e altre città del mondo, sono nitidi. Ho costruito ogni ambientazione con una precisione documentaristica, per conferire autenticità e fascino alla narrazione, come una sceneggiatura”.

Sembra che il tuo stile narrativo sia trasversale, non definibile in un genere letterario ben preciso.

“In Malavica ho cercato di mescolare generi letterari differenti: il thriller si unisce al romanzo storico, il dramma esistenziale si sovrappone alla riflessione filosofica, la dimensione avventurosa si sposa con quella sociale. Tematiche attuali come l’identità, l’immigrazione, l’ecologia e la criminalità si intrecciano con enigmi antichi e reliquie dal sapore misterioso”. 

Insomma, un romanzo che rappresenta un altro tassello fondamentale della carriera di Paolo Sidoti,  che con quest’opera dimostra la sua capacità di esplorare nuove forme narrative, spingendo il confine del genere thriller verso territori nuovi e profondi. Un romanzo che non è solo un intrattenimento avvincente, ma anche una riflessione sulle ombre e sulle luci della nostra società, sulla memoria e sull’identità collettiva. Un’opera da leggere con attenzione, lasciandosi trascinare dal vulcano narrativo che si agita sotto le sue pagine.

Redazione